Rivista Marittima - Flavio Russo - L'oro rosso di Torre - Pag. 52

 

NOTE  - pag. 2

58 - Francisco Jiménez de Cisneros, nacque nei pressi di Madrid nel 1436.Completò gli studi nell'università di Salamanca,e quindi nel 1459 si recò a Roma,fiducioso in una brillante carriera ecclesiastica. Per sopravvenute difficoltà economiche familiari dovette invece rientrare in Spagna, dove finì alcuni anni dopo rinchiuso nella torre di Santocarz destinata a reclusorio per ecclesiastici ribelli, restandovi per ben sei anni.In seguito riabilitato divenne vicario generale del cardinale di Spagna. A 48 anni indossò l'abito dei Minori Osservanti,distinguendosi per l'austerità dei costumi. Nel 1493 fu nominato confessore della regina, quindi provinciale. Nel 95 alla morta del cardinale Mendoza ne divenne per designazione pontificia il successore,senza peraltro mutare minimamente la naturale rigidità. Nel '97 sempre dal papa fu nominato commissario apostolico. Sognatore di una nuova crociata per liberare il Santo Sepolcro fu l'ispiratore della politica di conquista nordafrica. Nel 1505 finanziò la spedizione contro Mazalquivir, rapidamente conquistata dalla truppe spagnole. Si prodigò per la conquista di Orano, di cui non solo si fece finanziatore ma anche conduttore all'età di 72 anni, conseguendone la resa nel 1509.Morì pochi anni dopo, originando la leggenda del suo fantasma che nei momenti critici del presidio di Orano appariva a difenderlo."

59
- Da F.BRAUDEL, Civiltà... cit., vol. II, p.908.
 

60 - Da J.H.ELLIOTT,La Spagna..., cit., pp. 58-59.  

61 - Da F.BRAUDEL, Civiltà..., cit., vol. II, p. 914.  

62 - Da F. BRAUDEL, Civiltà..., cit., pp. 908-909.  

63 - Sulla presunta invenzione araba dell'ingegno cfr. M.AMA­RI, Storia dei
        Musulmani in Sicilia, Catania 1933, vol. I, pp. 184-185.
 

64 - Da P. BALZANO, Il corallo..., cit., pp. 104-106.  

65 - Da P. BALZANO, Il corallo..., cit., p.108.  

66 - Il primo a dar notizia dell'esistenza del prezioso documento custodito presso l'Archivio di Simancas, fu F.BRAUDEL, Civiltà..., cit., vol. II, p. 907, che scriveva:"... abbiamo i progetti particolareggiati della fortificazione dell'isola verso il 1574... Rela cion de todas las costas del Reyno de Cerdana, A.G.S.,E 327. La pubblicazione integrale dello stesso è di E.PILLOSU, Un inedito rapporto cinquecventesco sulla difesa costiera della sardegna, in Nuovo Bollettino Bibliografico Sardo, Cagliari, n° 21, 1959. F. RUSSO, La difesa costiera del Fregno di Sardegna..., cit., pp. 73 e sgg. ne ha fornito la dettagliata interpretazione e traduzione. Quanto alla figura storica dell'autore è probabile che si tratti di don March. Antoni Camos, singolare figura di militare, teologo, predicatore e poeta nato a Barcellona nel 1543 e morto a Napoli nel 1606,rampollo della piccola nobiltà igelsiente. Pertanto lo redasse dopo accurato sopralluogo all'età di 29 anni,nel 1573.  

67 - M. A. CAMOS, Relacion..., cit., ms A.G.S. E 327,1573: traduzione F.Russo.  

68 - Le caratteristichi strutturali del forte di Tabarca oltre a certificarlo per sicuramente spagnolo, tradiscono anche l'epoca di costruzione contresa fra gli anni trenta e quaranta del XVI secolo. Per ulteriori approfondimenti cfr. J.B. VILAR, Mapas, Planos y Fortificaciones Hispanicos de Tunes (sec.XVI‑XIX), Madrid, Itituto de cooperaciòn con el Mundo arabe,1991.  

69 - Cfr.G. VALLEBONA, Carloforte storia di una colonizzazione, Sassari 1988, p.23.

70 - Da C. MANFRONI, Storia..., vol. I, p.102.  

71 - La citazione è tratta da E. LUXORO, Tabarca..., cit., p.65.  

72 - Per quanto se ne sa, Dragut, era originario dell'Anatolia, e fin da giovanissimo aveva navigato su imbarcazioni corsare. Divenuto per la indiscussa abilità luogotenente di Khayr ed-Din fu sorpreso da una flotta comandata da Andrea Doria nel golfo della Girolata, nel maggio del 1540. L'ammiraglio genovese tuttavia non lo condannò a morte, come di prammatica, ma lo incarcerò. Stando alla tradizione dopo quattro anni di detenzione venne riscattato dallo stesso Barbarossa dietro pagamento di 3.500 ducati e la cessione dell'isola di Tabarca. Pochi i primi troppo la seconda:la notizia è chiaramente una copertura dei reali termini dell'accordo, purtroppo non più precisabile. Di certo gli anni che seguirono videro l'imperversare di Dragut, l punto da costringere nel 1550 lo stesso imperatore Carlo V ad intraprendere una pesante rappresaglia contro il suo covo di Al-Mahdia. La cittadella fu sanguinosamente conquistata ma il predone riuscì a sfuggire, rifugiandosi nell'isola di Djerba. E lì tentò l'ormai ottantenne Andrea Doria di catturarlo,senza peraltro riuscirci. Nel 1553 le sue orde assalirono e devastarono l'isola di Montecristo,facendo nascere la leggenda di un famoso tesoro da lui lasciatovi in quella circostanza. Nel 1555 attaccò Piombino,ma ne venne respinto. Nel 1560 riconquistò Djerba,massaccrandovi un numero enorme di soldati cristia­ni,con i cui teschi fece erigere una macabra torre, demolita soltanto nel corso del XVIII secolo. Morì nel 1565 durante un ennesimo, vano, tentativo di espugnare Malta, colpito da una scheggia di roccia poiettata da un colpo di cannone.  

73 - La citazione è tratta da D.MUONI, Tunisi spedizione di Carlo V imperatore 30 maggio 17 agosto 1535, Milano 1876, p. 88. Trattasi, stando all'Autore, di documenti custoditi presso l'Archivio di Stato di Milano.  

74 - Da E.LUXORO, Tabarca..., cit., pp. 67-68.  

75 - Così G. B. SALVAGO, Africa overo Barbaria, a cura di A.Sacerdoti, Padova, 1937, pp. 89-90,ricorda tale impegno: "...S'impiega in soccorso di schiavi e non piglia cambio del denaro che fa esborsar in barbaria, depositando prima ne' banchi di Genova, riscattando gratis 'et amore Dei' fanciulli e fanciulle....".  

76 - Un interessante spaccato sulla questione dei rinnegati è fornita da B. e L. BENNASSAR, I cristiani di Allah, Milano 1991, pp.141-299.  

77 - Da F. CHARLES‑ROUX, France et Afrique du nord avant 1830 les precurseurs de la conquete, Parigi 1932,p.61.  

78 - Una ammirato,sintetico scorcio biografico del corsaro Uccialì, al secolo Giovanni Dionigi Galeno, è tracciato da G.VALENTE,Una storia millenaria Le Castella (Isola Capo Rizzuto), Catanzaro 1993, pp.49-50.

79 - Da F.CHARLES-ROUX, France..., cit., p. 65.  

80 - Da P. DAN,Histoire de Barbarie et des ses corsaires, Parigi seconda edizione 1644, p.50.  

81 - Da F. CHARLES‑ROUX, France..., cit., p.64.  

82 - Da F. CHARLES‑ROUX, France..., cit., p.167.  

83 - Da F. CHARLES‑ROUX, France..., cit., pp. 116-117.  

84 - La citazione è tratta da E.L UXORO, Tabarca..., cit., p.239‑240. Il documento, secondo
       l'Autore, è custodito presso l'A.S. di Cagliari,Segr. di Stato e Guerra,d'ora in poi SSG, 
       serie  2a, vol. 128.
 

85 - Sulla vicenda cfr.F. RUSSO, Guerra..., cit., tomo I, pp. 251-285.  

86 - A.S. C., SSG, Serie 2a, vol.1287 da E. Luxoro, pp. 241-242.  

87 - A.S.C., SSG, Serie 2a, vol. 1287 da E. Luxoro, pp. 243-244.  

88 - A.S.C., SSG, Serie 2a, vol. 1287 da E. Luxoro, pp. 250-255.  

89 - Da F. CHARLES‑ROUX, Francia..., cit., p. 237.  

90 - A.S.C., SSG, I sez., vol.6 da E. Luxoro, p.106.  

91 - Il brano è del memorialista P. Vallacca, autore di Vita di Tabarca è tratto da E.Luxoro, 
      pp. 136- 139.
 

92 - A.S.C., SSG, Serie 2a, vol.1 462 da E. Luxoro, p. 263.  

93 - Da E. LUXORO, Tabarca..., cit., p.141.  

94 - Da B. LIVERINO, Il corallo..., cit., p.75.  

95 - Per ulteriori approfondimenti cfr. R. RAIMONDO, Uomni..., cit., pp. 436-439.  

96 - Riferndosi alla teoria del mare liberum del Grozio ed a quella opposta del Seldeno 
      del mareclausum, precisa G. TE­CIONE, Italiani..., cit., p.330, nota n 22: "Il De Iorio, 
      nel Codice Ferdinando, scrisse che il Grozio aveva malamente difesa una causa buona,
      mentre il Seldeno aveva con sommo valore ed erudizione difesa una causa cattiva.".
 

97 - La citazione è tratta da G.T ESCIONE,I taliani..., cit., p. 307.  

98 - La citazione è tratta da G. TESCIONE, Italiani..., cit., p. 310.  

99 - R.RAIMONDO, Uomini..., cit., p.445, è del parere che: "...lo denominarono Summo...
      non perché fu scoperto da un marinaio di nome Summo o Scummo... [ma perchè] 
      i torresi per indicare qualcosa che si trova a fior d'acqua usano dire che sta 'cchiù
      summo'...".
 

100 - M. SCHIPA, Il Regno di Napoli al tempo di Carlo di Borbone, Salerno ris.1972, vol. II, 
        p. 52, riferisce di un eccezionale successo del capitano Giuseppe Martinez nell'anno 
        1752, quan­do: "...al comando di quattro sciabecchi destinati al corso per l'Ionio,
        sostenne un vero e fiero combattimento nelle acque di Zante col Gran Leone, armato
        dallo stesso bey d'Algeri, con 16 cannoni e 230 uomini. Si pugnò per tre giorni (15-17
        aprile), e la nave algerina andò a picco, restando prigioniero il comandante con molti
        altri. Ma, pur creato, specie per opera del martinez, tra pirati, un certo rispetto o timore
        della bandiera napoletana, non ne venne fiaccata la lor audacia né assicurato ai nostri
        mercanti l'andare pure in vicinanza le coste del Regno...". L'episodio, del resto, lungi
        dal dimostrare il valore dei napoletani, conferma se mai l'audacia dei rais algerini,
        per nulla intimoriti a battersi uno contro quattro, resistendo per ben tre giorni, senza
        abbandonare il confronto!
 

10 - E' interessante ricordare che fra tutti i sudditi delle Due Sicilie soltanto gli abitanti 
       di Lipari dimostravano una discreta capacità a conforntarsi con i corsari barbareschi,
       ed a dedicarsi a loro volta alla guerra di corsa.
 

102 - Da P. BALZANO, Il corallo..., cit., pp .54-55.  

103 - Da P. BALZANO, Il corallo..., cit., p.55.  

104 - Dal Codice Corallino, Regolamento economico.legale Per la pesca de' coralli che si fa da' 
        marinai della Torre del Greco, Napoli 1790.
 

105 - C.PIAZZA,  L'Ordine di S. Stefano in età lorenese ed i paesi barbareschi, in Atti del
        convegno di studi, Pisa 19-20 maggio 1989, Roma 1992, pp.174‑175, così riassume 
        la figura e la carriera militare del generale Forteguerri: "...[negli] anni 1768-1770
        completò la formazione di ufficiale stefaniano accompagnando l'Acton nell'uscite 
        dell'Austria in traccia di Barbareschi e Salettini; e nel 1775 prese parte alla spedizione
        contro Algeri, imbarcato sulla fregata capitana in qualità di ajutante di bandiera.
        Poi, comandante borbonico, nel 1784 fu maggiore in mare nella divisione siciliana 
        della squadra dei Collegati che effettuò al crociera davanti Algeri: durante l'azione
        di bombardamento della città diresse il tiro delle artiglierie da un battello avanzato;
        e già vicea­miraglio, nel bienno 1797-1798 come Soprintendente ai confini di mare 
        e negli anni 1802-1806 come Ministro di marina e commercio, orientò e diresse la 
        politica del Governo verso le Reggenze di Barbaria: fermezza nel reprimere la
        corsa-ina­sprita dai Pascià sin dall'inizio delle guerre della rivoluzione francese 
        a dispetto dei trattati di amicizia conclusi nel passato e ricerca di una pace certa 
        e duratura, basata sull'interesse comune e garantita dalla Porta ottomana...".
 

106 - B. FORTEGUERRI, Proposta di campagna marittima per i Bastimenti della Marina di 
        Guerra di S.M. il Re delle Sicilie, Napoli 1798, pp.26-27.
 

107 - Da R. RAIMONDO, Uomini..., cit., p.449.  

108 - Da B. LIVERINO, Il corallo..., cit., p.197.  

109 - A.S.N, Affari Esteri, F. 5463.  

110 - Da G. TESCIONE, Italiani..., cit., p. 351.  

111 - Da G. TESCIONE, Italiani..., cit., p. 357.  

112 - P.LOFFEREDO, Una famiglia di pescatori di corallo, Napoli 1967, pp.16-18.  

113 - A.S.N., Affari Esteri, F. 5463.

114 - La citazione è tratta da E. PLANTET, Corrispondance des Deys d'Alger avec la cour de France 1579-1833, Parigi 1889, vol. II, p. 513. Lettera di M.Dubois.Thainville, incaricato d'affari di Francia a Akhemed, dey d'Algeri in data 19 settembre 1806.  

115 - Da E.PLANTET, Corrispondance..., cit.,v ol. II, p.515. Lettera del 23 settembre 1806.Il dey Akhmed fu assassinato il 7 novembre del 1808 e sostituito da Alì Khodja, strangolato il 4 marzo del 1809, da Hadji Alì, scrivano dei cavalieri, particolarmente violento e dispotico.Il che istigò la rivolta di una settantina di giannizzeri,che lo strangolarano durante il bagno il 21 marzo 1815. Assunse il potere Hadji Mohammed, a sua volta strangolato il 7 aprile succesivo. Avvicendato da Omar, all'epoca agà degli spahis.Ma anche Omar non scampò ad una ennesima congiura dei giannizzeri finendo strangolato l'8 settembre del 1817.Fu quindi dey Alì Khodja,che morì di peste il 28 febbraio 1818. Subentrò allora Hussein, che, evento eccezionale, riuscì a conservare la sua carica, e soprattutto la vita, per oltre un decennio: fu l'ultimo dey di Algeri.  

116 - A.S.N., Affari Esteri, F. 5463.  

117 - A.S.N., Affari Esteri, F. 5463.  

118 - Da A. ROUSSEAU, Annales Tunisiennes ou aperçu historique sur la Règence de Tunis,
         Algeri 1864, p.285 - traduzione dell'a.
 

119 - A.S.N., Affari Esteri, F. 5420.  

120 - A.S.N., Affari Esteri, F. 5420.  

121 - A.S.N., Affari Esteri, F. 5420.  

122 - Da P. LOFFREDO, Una famiglia..., cit., p. 21. Nel corso della lunga schiavitù uno dei 
        tre fratelli Loffredo si fratturò un piede nel corso dei massacranti lavori cui era
        sottoposto. Ciò bastò a procurargli la morte.
 

123 - A.S.N., Affari Esteri, F. 5420.  

124 - La citazione è tratta da G. TESCIONE, Italiani..., cit., p. 373‑375, nota n. 78.  

125 - Per ulteriori dettagli cfr. E.GAIANI, La conquista di Algeri, Città di Castello 1913 - estratto
        delle Memorie Storiche Militari, fsc.3 del 1913,8 della raccolta.
 

126 - Da G. TESCIONE, Italiani..., cit., p. 423.  

127 - Da E. DE LEONE, La colonizzazione dell'Africa del nord (Algeria, Tunisia, Marocco, Libia)
        Padova, 1957, p. 84.
 

128 - Da E. DE LEONE, La colonizzaizone..., cit., p. 95.  

129 - Da E. DE LEONE, La colinizzazione..., cit., p. 333.  

130 - Da L. PERUZY, Il corallo..., cit., p.35 - 36.  

131 - Da G. TESCIONE, Italiani..., cit., p. 476.