La fase
eruttiva: l’esplosione iniziale
La sera
del 15 Giugno l’eruzione fu preceduta, almeno un paio d’ore prima,
da frequenti scosse di terremoto, le più violenti delle quali furono
udite anche a Napoli e fuori dal circondario vesuviano, provocando molto
panico tra la popolazione ma senza recare danno alle strutture abitative
che, sebbene soggette a continuò scuotimento, rimasero illese.
«...
sera del 15 a un’ora di notte ... principiò con reiterate scosse ...
aumentando queste ... con l’approssimarsi de (N.d.R.) ... lo scoppio
... una se ne udì alle due e dieci minuti così violenta ...» .
Caneva (1794).
La sera
di Domenica 15 Giugno s’intese una picciola scossa di tremuoto che ...
replicò indi a poco più volte in poco tempo; finché tra le due e le tre
ore di quella sera il tremuoto replicò con vigore ...». Anonimo
(1794).
«...
Ad ore due e dieci minuti si sentì in Napoli e ne vicini paesi un altro
scuotimento ... ma più leggiero e di più corta durata, che quello del di
12. Dopo dieci minuti lo scuotimento replicò gagliardissimamente ...
e durò cinque o sei minuti secondi ...». Olivieri
(1794).
«...
Indi a 15 di detto mese ad un’ora e mezza di notte si sentì un’altra
scossa di terra, ma leggiera: dopo tre altri minuti replicò un’altra
scossa, ma più sensibile: non passarono sett’altri minuti che si
sentì un tremuoto cosi orribile che traballò ... la terra che gli edifizi ... tremarono ...». Bernardino (Fr.) della
Torre (1794).
«...
La sera di domenica 15 giugno ad ore 2 e minuti 4 si sentì altra scossa
... di tremore sensibile meno ... gagliarda del giovedì sera, della
durata di circa 3 minuti secondi in tre riprese .... ».
Duca della Torre (1794).
L’eruzione
ebbe inizio poco dopo le due ore di notte del 15, cioè tra le 21 e le
22 odierne, e fu annunciata da un sensibile terremoto cui seguì un boato
che i cronisti dicono di essere stato simile ad una cannonata. I primi
momenti dell’eruzione furono scanditi da un continuo tremore del suolo
cui si accompagnava un rumore fragoroso alternato a frequenti strepiti.
Tutti i cronisti descrivono che nell’istante in cui ebbe inizio l’eruzione
la loro attenzione fu attirata dall’apertura di una voragine (fig. 6)
sul fianco del cono vesuviano poco più su della base nella parte
centrale del cono che guarda Torre del Greco. Da questa voragine, che si
estendeva velocemente e in linea retta verso la sommità del cono e
verso la zona pedemontana, gli osservatori notarono l’uscita del
"fuoco" (fig. 7).
«...
La sera di Domenica 15 Giugno, verso un’ora e quarto di notte in
circa, si incominciò a sentire qualche leggerissima scossa di terremoto,
e dopo qualche tempo si sentì la seconda ... Queste scosse così leggiere
continuarono e replicarono circa cinque volte sino alle ore due e un
quarto, quando, dopo una leggerissima scossa, non da tutti avvertita, vi
fu una scossa con fragore veemente, che pose sossopra tutta quella
popolazione ... ».
Balzano (1794).
«...
dopo un quarto d’ora in circa con più veemenza replicò la quarta
scossa, ascoltandosi nell’atto stesso uno straordinario rumore o
muggito ... sembrò che s’aprisse la terra ... nel medesimo tempo si
avvide che la falda del Monte era tutt’accesa ed infiammata
..>>. Bernardino (Fr.) della
Torre (1794).

Fig. 6
–
Gouache di anonimo ritraente l’eruzione vesuviana del 15 Giugno 1794.
Probabile vista da Napoli di un momento iniziale dell’eruzione (tratta
da: Siniscalco, 1890; Tav. XXX).. |