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Per la realizzazione di questo lavoro un particolare ringraziamento va all’amico Franco Formicola, per avermi fornito parte del materiale documentale sull’eruzione di cui particolarmente ricca e la sua biblioteca personale, ai miei allievi geomorfologi, che mi hanno aiutato nella elaborazione del testo e delle immagini, ed infine, ma non ultimo, ad Angelandrea Casale, che con il solito e contagioso entusiasmo mi ha incoraggiato nella realizzazione e pubblicazione dell’opera.

INQUADRAMENTO  GEO-VULCANOLOGICO

L’area vulcanica partenopea costituita dal complesso vulcanico Somma-Vesuvio, dai Campi Flegrei e dall’Isola d’Ischia, sorge nel cosiddetto Graben della Piana Campana: una depressione morfologica e tettonica allungata in direzione NW-SE dal Monte Massico ai Monti Lattari (fig. 1).

Fig. 1 –
L’area vulcanica napoletana nel contesto del Graben della Piana Campana (dis. da: Scandone R Cortini, 1982).

Originatasi tra 3 ed 1 milione di anni fa (Pliocene sup. – Pleistocene inf.) e in forte subsidenza per tutto il Quaternario (ultimi 1.6 milioni di anni), il Graben rappresenta uno dei tanti bacini sedimentari estensionali disposti lungo il margine occidentale della Penisola italiana, connessi alla formazione del bacino del Mar Tirreno. L’attività vulcanica si inserisce nella parte centro-meridionale di questa depressione e particolarmente all’intersezione di sistemi di fratture crostali orientate NW-SE e NE-SW, che hanno permesso la risalita dei magmi dal mantello terrestre. I vulcani napoletani fanno parte di un più grande distretto vulcanico, la cosiddetta provincia comagmatica romana, caratterizzato da un vulcanismo di tipo basaltico particolarmente ricco in potassio: un elemento chimico comune a tutta la fascia di vulcani che si estende dal Lazio settentrionale (Vulsini) alla Sicilia (Isole Eolie). Perciò che riguarda il Somma-Vesuvio, non si conosce con precisione l’età d’inizio della sua attività vulcanica (Arno et al., 1987): l’unico sondaggio profondo (Trecase b, effettuato dall’AGIP per scopi geotermici nella zona di Trecase, ha rivelato le prime vulcaniti, intercalate a sedimenti marini, a 1130 m sotto il livello del mare; a queste vulcaniti e stata attribuita un’età compresa tra 0.9 e 1.1 milioni di anni dal presente. I dati del sondaggio profondo documentano che da quella data fino ai nostri giorni le serie di vulcaniti vesuviane si sono alternate a lunghe serie di sedimenti non vulcanici, tanto da far pensare che diversi apparati vulcanici paleovesuviani estinti si sono sovrapposti nello stesso luogo. Oggi, il Somma-Vesuvio e un vulcano centrale complesso costituito da uno strato-vulcano piu antico, il Monte Somma, la cui attività eruttiva termino con il collasso calderico sommitale e da un cono piu recente, il Vesuvio, cresciuto all’interno del recinto calderico sommano e a più riprese distrutto e riedificato (fig. 2). Resta ancora da precisare il momento esatto del collasso calderico con il quale si e decretata la fine dell’attività eruttiva dell’edificio sommano. Secondo alcuni autori (Delibrias et al., 1979) il collasso sarebbe