Anno IV
Gennaio-Marzo 2004 
n. 1- 3

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I giovani        di Luigi Intoccia
D o v e   s t i a m o
s b a g l i a n d o ?

sommario

4 Nemici miei carissimi
A colloquio 
con Michele Giordano 
di Vincenzo Riccio
5 Specchi rotti 
e lanterne magiche
Un Viaggio chiamato amore di Adele Pisapia
6-11 Speciale Capri
6 Intervista al Sindaco di Capri di Falanga Sabatino
7 La Storia di Capri 
di Maria Rosaria Magnifico
8 La Certosa di San Giacomo 
di Lucio Bonelli
Villa San Michele
di Felice Gaglione
9 Villa Jovis 
di Salvatore Garofalo
La Grotta Azzurra
di Antonio Giordano
10 Luci ed ombre di Capri
di Danilo Vuotto
11 Capri l’isola incantata di Concetta Civale
Sandali capresi
di Cristina Tarallo
Il Limoncello
di Giuseppe Pascale
12-13 Estero
12 Doctors of Europe
by Giuseppe Della Monica
13 Medici per l’Europa
traduzione di Mangiafuoco
14-15 Speciale Carnevale
14 La storia di Carnevale
di Antonella Tarotto 
Dolci ed allegria
di Mimmo Matrone
15 Il Carnevale da scoprire
di Assunta Genio
Halloween
di Baldinelli Carmela e Langella Lorenzo
16 Salute mentale
La donna di carta velina
di Ida Balzano
La mia solitudine
di Maria Pasqua Di Donna
L’incubo di una visione
di Enrica Sorrentino
17 Racconti 
Sex and city
di Gianfranco Oliviero
18 Momentanei accessi 
di ragione 
San Valentino tra Sacro e Profano
di Carla Di Cristo 
La clonazione umana
di Francesco De Stefano
Iniziative del DSM 
Lavoro e Psichiatria
di Pasquale Brancaccio
19 Passatempo 
Diagramma
Mezzi di trasporto
Poesia 
L’alba
di Antonella Pernice
Amore e Sesso
di Salvatore Castellano
Tra cielo e mare
di Salvatore De Chiara
La Solitudine
di Alberto La Femina
20 Per ridere un po’
di Antonio Giordano

Il discorso giovani, negli ultimi tempi, sta assumendo sempre più importanza e sia dal punto di vista sociale-occupazionale, sia psichiatrico. Le nuove generazioni stanno attraversando un momento d’instabilità dovuto, a mio avviso, alla perdita di tutta una serie di valori, che un tempo rappresentavano i capisaldi dell’educazione e della formazione dei giovani. La mancanza di lavoro, l’assenza di prospettive per il futuro, la crisi economica e lo sfaldamento costante ed inesorabile delle famiglie, sta creando disagio e destabilizzazione nell’assetto educazionale e maturativo delle nuove classi adolescenziali. Mancano i punti di riferimento, manca l’etica ed il buon senso pare divenuto un’eccezionale variabile. Nella mia pratica clinica sta divenendo sempre più frequente visitare ragazzi tra i quindici ed i diciotto anni con problemi comportamentali. E’ un “trend” in crescita, purtroppo. Si siedono dinnanzi a me, manifestando il loro sconcerto, l’assenza di controlli da parte delle famiglie e difficoltà a porsi in relazione con i loro coetanei. Ma l’aspetto più terrifico e demoralizzante, è il vuoto che noto nelle loro menti e nelle loro coscienze. Non hanno ambizioni, sembrano passivamente appagati e rassegnati. Un termine arcaico li avrebbe definiti “senza midollo”. Non tutti sono così, per fortuna, ma la percentuale è notevolmente aumentata negli ultimi anni. Come, da recenti studi, è sempre più in crescita la patologia psichiatrica nei giovani.

L’uso indiscriminato di droghe, l’alcolismo sottostimato, una scuola forse inadeguata e l’assunzione di valori futili, dove porteranno i nostri figli? Essi crescono pensando che sia importante il cellulare, il motorino, la Play Station, il giubbotto di marca e gli occhiali firmati. Oggetti. Sono soltanto stupidi oggetti, vuoti, come il vuoto che creano nelle loro anime. E la poesia, il calore di un libro, le vibrazioni di un quadro, la dolcezza di un bacio dato di nascosto, dove sono finiti? Stiamo adornando solo l’involucro dei nostri figli, non stiamo arricchendo le loro coscienze. E le famiglie? Intendiamoci, questo è il mio parere, forse non condiviso da molti. Ma questa cretinata che i genitori devono essere amici dei loro figli, chi l’ha inventata? Il padre deve essere un padre, un punto di riferimento solido, granitico, in cui il figlio deve vedere la forza, la sicurezza, a volte anche un amico, ma soprattutto un leader in casa. La madre dev’essere il fulcro delle confidenze, un ammortizzatore per le ansie dei figli, un porto dove approdare lontano dai venti e le mareggiate. Gli amici i nostri figli se li trovano fuori di casa, noi pensiamo a fare i genitori. Che forse il vecchio detto, “Vale più un no di cento si concessi ai figli”, potrebbe tornare di moda? Certo è che qualcosa abbiamo sbagliato. Vedo sempre più giovani sedersi dinnanzi alla mia scrivania e sempre più genitori attoniti chiedere aiuto. Questo m’intristisce e mi spaventa. Dobbiamo aiutarli, perché sono il nostro futuro, i nostri sogni irrealizzati. Facciamo che non divengano i nostri sogni infranti.