Un viaggio
nella memoria potrebbe iniziare in un posto qualsiasi della città.
Non c’è
strada, vicolo o puntone che non mi riporti alla mia gioventù a Torre,
ai miei amici. Non mi resta che partire dal centro, da
mmiezaparrocchia e procedere svelto in discesa, ruciuliando,
verso il mare, attratto da quello che è stato il mio quartiere
dell’infanzia, abbasciammare.
Mmiézaparrocchia:

La Piazza
centrale di Torre,
Santa Croce
Qui potrei
fermarmi per ore.
Il cinema Savoia, i chioschi ai quattro angoli, il
giardinetto con le panchine di ferro al centro ecc.
Solo una veloce
occhiata all’acquaiuolo; una sosta all’edicola a leggere i titoli dei
pochi giornali appesi; uno sguardo al rilurgiaro, chino sul suo lavoro, col monocolo a
cannocchiale, poi un gelato allimone all'angolo, un ultimo sguardo
indietro al giardinetto, veloce, per non vedere gli orrori
tufacei che lo hanno sostituito
e via per la
scesa.
Non sto a
salire le scale dell’Assunta
o entrare al Circolo Domenico Morelli.
Uno
sguardo al palazzo del baccalajuolo, dove era il rifugio antiaereo,
le mefitiche grotte.
Devo
arrivare….
Mmiézasantamaria:

La
scesa sulla destra. L’antico quartiere a ridosso della chiesa di
Santa Maria di Costantinopoli. Questo quartiere fu risparmiato dalla
eruzione del 1794, assieme alla Castelluccia e al convento degli
Zoccolanti.
Ntapiscaria:
Qui nella piazza ci sono ancora, in
abbandono, a piscaria e a caserma r’i carabbinieri. Il rifiuto del
passato dei torresi, di quelli che dovrebbero fare, permetterà, prima o
poi, l’abbattimento della piscaria e della caserma, come già
avvenne per il teatro Garibaldi. Non c’è più u furno r’i
ssemmulelle.
Ritorno
sulla scesa.
Di fronte il convento dell’Addolorata.
Lì andavo a
maesta … pardon all’asilo.
Ntaddulurata:
Mmiezucappellone:

A sinistra. Piazza Comizi. Il Cappellone è
la denominazione popolare della chiesa di San Giuseppe Colasanzio, con
annesso convento delle suore dell’Addolorata.
Ncopparipa:

Il tratto inferiore di Largo Comizi.
L’antica denominazione era “Largo della Ripa del Castello Baronale”, o
semplicemente “Largo della Ripa”, come risulta da documenti posteriori
alla eruzione del 15 giugno 1794.
Ncoppucastiello:

A destra, superiormente alla scesa,
Piazza Plebiscito, detta pure ncoppumunicipio per la presenza della
sede degli uffici comunali. Alla festa dell’Uttava, sulla strada che porta
al Castello, c’erano le bancarelle con il maruzzaro. Si mangiava
a zuppa ‘i cozzeche e quella di maruzze, piatti tradizionali
della festa.
A grariata r’a
ripa:
La
scala intagliata nella roccia che unisce a parte ‘i coppa c’a parte ‘i
vascio della ripa.
A scesa r’a
ripa:
A destra l’ampia strada
curva in discesa.
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A sinistra, un’altra
grariata porta
nella stradina sottostante i resti del convento di Santa Maria
dell’Ospedale.
Qui confluiscono due
scese provenienti da
coppaguardia.
Traversa Gradoni e Cancelli
e Traversa Gradoni e Canali.
A scesa ‘i rollione:
La
Traversa Gradoni e Cancelli.
Rollione era don Leone Mazza, detto
Papote.
Tra le due scese, il giardino sul retro del
Chiostro di Santa Maria dell'ospedale in via Monteleone.


I ggrariatelle r’a
ciucciara:

La
Traversa Gradoni e Canali.
A ciucciara vendeva latte d’asina.
L’onniconsenso al dio dell’automobile ha portato alla eliminazione delle
grariatelle con una colata di bitume.
U largo r'a pastora:
Il primo tratto della scesa r'a
ciucciara. Evidente riferimento alla bottega del pasturaro che si
trovava scendendo a destra.
Sottaripa:
Così
era detta Via Fontana in antitesi con ncopparipa. La separazione
era, ed è ancora, la scala, a grariatella r’a ripa, tagliata nella
roccia della eruzione storica del 1794.
Il termine Ripa, sinonimo di riva, margine
estremo della terra, riva del mare, era dato a quel litorale quando il
mare arrivava fin sotto il Castello baronale. Con l’eruzione del 1631 il
mare si seccò, per l’alluvione di detriti e non di magma e la linea della
sponda si spostò in avanti. Mare seccato fu detto quel tratto di
nuova terra, dove sorse il nuovo quartiere dei marinai, i cosiddetti
vicoli di mare. Poi venne la roccia con l’eruzione del 1794.
Adducapurale:
Il Caffè all’angolo di Strada Fontana, punto
d’incontro di quelli di sottaripa. Il proprietario era Carmelo
Iacopino, ex caporale della Guardia di Finanza.
Strada
Fontana, dalla grariata delle cientofuntane,
fino
all'inizio di Corso Cavour,
che arriva abbasciasangiuseppe.
A destra:
Abbasciafuntana:

In questo caso la denominazione prende
origine dalla scalinata che, da sottaripa, portava alle fontane,
quella delle sciuliarelle con le tavole di legno. Così era
abbascio anche per chi veniva dal di sotto, da vasciammare.
A
sinistra, a metà di Corso Cavour:
Ncoppifierri:

Questa denominazione era usata per quel tratto di Corso Cavour dove
le case, risparmiate dalla eruzione del 1794, risultano sottostanti alla
strada.
Ncoppifierri
c'era il laboratorio di Giacchino u turniero, masto
produttore di strummoli.
A
scesa r’u mezzone:
Via
della Libertà. A metà c’era la puteca di Tatonno u mezzone,
della nota famiglia di casarduogli, gli Avvinto.
Abbasciammare:
Il
quartiere fu costruito sulla lava del 1794, ad opera dell'architetto
napoletano Ignazio Di Nardo. Prima della Unità d’Italia, la strada si
chiamava strada Marina. Dopo divenne Corso Garibaldi.
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