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Eruzione del 1822.

- 13 – La coscrizione militare borbonica.

Ora nel Regno
vengono numerati
anche i giovani di mare
per l’estrazione col bussolo
e per la chiama alla ferma militare
e le famiglie concordi si ratizzano
a finanziare un Monte comune
che paghi uomini volontari
surroganti del chiamato.
La cattiva sorte si accanisce
e l’ultimo dei cinque maschi di Giosuè
è sorteggiato;
ma le gabale e gli intrighi particolari
dei depositari gestori del Monte
non sovvengono il chiamato
con dovuta sperata equità
e occorre aggiungere
duecento ducati
per soddisfare il surrogante
e per adempimenti si consumano inattivi
quattro mesi di ferma a Gaeta
con le spoglie militari
e dieci a casa
impedito
fino al congedo
all’esercizio di imbarco. 
  


Eruzione del 1822.

- 14 – Ancora sventure.

Giosuè settantenne non è più padrone,
e per la pesca nei mari di Sardegna
una sola corallina e due gozzi,
con tre figli al comando,
e speranza di ripresa
presi a nolo.
Rissa a bordo
tra marinai violenti
accoltellantisi a sangue,
e un braccio rotto nella foga
di dividere i litiganti.
Tommaso e Bartolomeo
accusati al rientro e carcerati
per sei lunghi mesi alla Vicaria.
Brogli di paglietti corrotti
e spese per mediatori
duecentocinquanta
i ducati sborsati
alla fine. 

Altro non resta
che andare
sotto padrone
e gli ingaggi totali
dei tre comandatori
trecentocinquanta ducati
per il vivere in stretta economia
della famiglia amorevolmente unita
il padre e la madre e le mogli e i figli
dei due fratelli defunti.

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