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Vico d' 'a Croce

 

Allora era un contrasto non aggiornarsi (sic) e possedere una cosa vecchia.

Più tardi seppi che quel signore era Ciccio Raimondo figlio di Raffaele noto storico Torrese che qui abitava.

Sulla destra c’è la proprietà Bottiglieri, chissà perché in un quartiere quando qualcuno è agiato economicamente il suo nome viene sempre sussurrato a bassa voce.

Confinante con questo, posizionato un po’ rientrante la linea del marciapiede, c’era un bellissimo edificio veneziano "Villa Guglielmina" con balconcino terra che simulava l’approdo delle barche.

Vicino c’era la fabbrica delle "riggiole", di cui mi incantavo a guardare l’operato degli operai.

Ad angolo lato sinistro abitava Don Emilio u Pumpiere , un pezzo d’uomo molto stimato nella zona.

Sotto al palazzo del Presidente, della via Circumvallazione c’era donna Bettina, una single; d’estate vendeva bibite e per tenerle fredde le metteva in una tinozza insieme al ghiaccio.

Sempre vicino c’è ancora la cantina di zi Aniello, ricordo quante volte la domenica andavo a comprare il vino, c’era quello da cento lire e da uno e venti al litro , questa cantina non aveva la porta , ma due ante uguali a quelle dei Saloon dei film Western.

Rivedo una signora minuta e molto anziana: Perrotta Maria Grazia, vicino al focolare con un ventaglio soffia sul fuoco sotto "U Tianiello " (vaso di terracotta con due manici color rossastro per cuocere il ragù) la cottura impegnava tutta la mattinata. 

L'abitazione di Totonno 'o vaccaro

La Villa Bottiglieri di Vico d' 'a Croce (non quella di Via Beneduce)

ah…. era lei che gestiva la cantina. Un'altra figura, ora scomparsa si trovava proprio attigua alla cantina , era il maniscalco (U ferra cavallo). Una nera bottega con sull’uscio un incudine appoggiato su un vecchio tronco d’albero, e vicino la forgia alimentata dal carbon fossile, lo stesso che usava i friggitori di (sic) ovvero i panzarottari. Quante volte noi ragazzi al ritorno dalla scuola ci fermavamo a guardare l’ opera del maniscalco, che da un pezzo di ferro con il battito del martello, aiutato dal fuoco della forgia e l’occhio esperto, prendeva forma pian piano sull’incudine sotto i nostri occhi sbalorditi. La forma del ferro di cavallo e poi con maestria ancestrale lo inchiodava allo zoccolo. Ora questa strada che una volta solitaria e buia faceva parte della periferia, adesso è il centro con tutti i suoi problemi e disagi.
Carminiello u pumpunaro non fa più paura, e i ragazzi il campetto lo vanno ad affidare. La strada ora è illuminata, la lava d‘acqua piovana a fine estate continua a scendere verso "U Rio ". Oramai entrata a far parte della storia locale.
                                                                       Boccia Carlo