22 aprile in tutto il mondo si ricorda 
“la giornata della terra”
 

 

di Cingolo Cristofaro

   
 

Dico subito che una giornata da dedicare alla nostra amata TERRA non basta. La terra ha bisogno di essere ricordata e rispettata ogni giorno. Credetemi: da piccolo non so perché ho sempre avversato chi sputa per terra. Lo so è infantile dire questo, vi sembrerà sciocco, ma è la verità. Disdegno chi, senza ritegno, sputa sul nostro suolo, sulla terra delle origini: mi sembra un’offesa alla città, alla madre terra vesuviana.
Tante volte, vedendo per terra del pane gettato via probabilmente da chi era sazio, mi abbassavo, lo raccoglievo e lo mettevo sopra un muretto o su qualcosa che avrebbe reso quel gesto meno offensivo. Fantasticavo la raccolta di quel tozzo di pane da chi poteva usufruirne. Sto parlando del  dopoguerra, quando qualcuno scippava ancora l’erba dai binari del Cavaliere  e a casa se la cucinava con l’acqua.
In me due pensieri andavano in conflitto: è meglio alzarlo da terra, perché il suolo è calpestato: offeso da sputi e altro o lasciarlo lì perché oramai era fuori norma di igiene.
Non sto parlando del periodo della restrizione bellica, per fortuna sono nato dopo, ma per insegnamento, ho sempre avuto rispetto per la madre terra, e le esigenze altrui.
Da sempre amo la natura: mi piacciono la campagna, gli alberi, il verde, il mare, i laghi, le montagne e gli animali. Facilmente mi soffermo a guardare il cambio dei colori all’orizzonte, all’alba e al tramonto. Amo l’odore dell’erba tagliata, della resina dei nostri pini mediterranei, quando, dopo la pioggia, si insinua nelle narici l’odore forte della resina dei pini. Amo sentire l’odore del mare, gli spruzzi di salsedine e del muschio umido. Le gocce di pioggia sul viso e il vento che ti aiuta nei pensieri sereni e nostalgici.
Peccato: ultimamente hanno tolto l’unico pino rimasto dietro il piazzale Cesare Battisti, “vecchio: aret’ u Cavalier”, dove una volta c’era il commissariato di P.S. e due piante di aranci.
Due piante che non davano fastidio, fino a che è subentrato l’intenso traffico veicolare. Le auto, per girare tutto intorno al piazzale hanno reso necessario l’abbattimento.
L’ultimo “Il vecchio pino”, forse, l’hanno abbattuto  perché otturava con i suoi aculei i tombini del piazzale. Una cosa è certa, mi manca l’odore di quel pino che, dopo la pioggia, rendeva l’aria fresca e profumata di resina, la vecchia quintessenza di resina che rimestava il passato.
Si parla di terra: come dimenticare il surriscaldamento, i ghiacciai che si sciolgono, le foreste amazzoniche distrutte dall’uomo per prelevare legname da lucrare, gli incendi che si moltiplicano in ogni parte del mondo, compresa la nostra Italia che, con pochi riguardi, è violentata da leggi stupide atte ad arricchire chi vuole speculare ai danni della bellezza atavica della nostra penisola, per tramandare ai posteri, solo rovine di scempi edilizi.
Bisogna salvaguardare quel poco che ci resta. Non ci servono ponti sullo stretto, né ci occorre ampliare le costruzioni del 20%. Ci occorre dove poter far correre i nostri figli. Ci occorre il verde,  gli alberi ancora la nostra fertile terra da coltivare. Il cemento non ci sfamerà e se ne sono accorti le nazione come la Corea, la Cina ed altre che, prevedendo il pericolo, si accingono ad acquistare terreno agricolo nelle altre nazioni per provvedere nel futuro alla coltivazione per poter sfamare la propria popolazione.
Grande rispetto per la terra che ci ospita, è necessario salvarla dalle violenze dell’uomo, come incendi e inquinamento; ma bisogna salvare pure la dignità dell’uomo, oggi nel massimo degrado della moderna civiltà.
La stupidità del potere è evidente in chi non ha visto al di là del proprio tornaconto. “Le mani sulla città”.  A Torre, come altrove le bande dirigenziali agiscono per lucro. Chi non conosce la corruzione, il peculato, l’abuso. Mondo era e mondo è.
Vanno scagionati i nostri figli, e i figli dei nostri figli. Bisogna insistere oggi per salvare un domani precario e infermo.
Con umiltà e non violenza non dobbiamo demordere e combattere i prevaricatori che approfittano del potere a loro concesso per dilaniare lo spirito umano. 

Cristofaro Cingolo