ID: 9034 Intervento
da:
Luigi Mari
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Email:
info@torreomnia.it
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Data:
sabato 21 giugno 2008 Ore: 15:23
Mio caro Pasquale,
premetto che la Tua protesta è giusta e sacrosanta, il concerto andava eseguito per volontà e agevolezza voluta dal popolo e dalle autorità; detto questo non è mia intenzione tessere una difesa all'amministrazione comunale e alle autorità locali, né, per contro, subire l'essere tacciato di qualunquismo con frasi fatte di circostanza con l'infruttuoso scaricabarile. Non è costruttivo urtare la suscettibilità del prossimo, oggi già in tensione per fattori epocali. Tanto per stare in tema religioso diciamo, però, "Chi è senza peccato..." sebza naturalmente generalizzare.
Al di là dei colori politici, molto spesso si tenta di fare il meglio, senza riuscirvi sempre, anche per l'assenza di afflato, tra le varie branche dell'autorità del potere amministrativo talvolta spartito e lottizzato giocoforza. (Sappiamo tutti che quando ci sono troppi "ualli" a cantare non "schiara" mai giorno...
Capita che in alcuni casi, inesorabilmente, ne vadano di mezzo la città e i cittadini impegnati: artisti, esecutori, operatori sociali, volontari, ecc., mentre il popolo, quando nonm è complice o connivente, subisce talvolta il "nulla" dell'inettitudine o, quanto meno, la leggerezza o la negligenza di qualche addetto ai lavori o un gruppetto di essi sulle regole civiche e sociali.
Proprio adesso che in seno alla festa c'è stata aria di rinnovamento con la chiara intenzione costituzionale di fare, finalmente, largo ai giovani.
Il problema, però, di tutti i disservizi e le trasgressioni, non solo a Torre, essenzialmente sta a monte, cioè nell'animo dell'uomo, confuso e sfiduciato, con la pressione quotidiana mediatica, con falsi modelli sociali ed idoli materiali diabolicamente accattivanti, proprio da "Orto degli ulivi".
Anche la religione subisce oggi maggiormente (in maniera globalizzata) i soliti "accomodamenti", per così dire, personali e collettivi e si finisce col servire Dio e Mammona, aderendo una volta all'Uno e una volta all'altro; e qualche volta ad entrambi.
(Basti pensare, ad esempio, i malavitosi, molto "religiosi" che prima di commettere un omicidio si fanno il segno della Croce).
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Conciliare ricchezze smisurate e religione, dimostra che da parte di parecchi fedeli quest'ultima è interpretata solo come rimedio apotropaico, esorcizzante il male che può colpirci se non siamo protetti, e non come discorso ecumenico di fratellanza e di Amore, anche a costo di sacrifici e rinunce come Cristo ci ha insegnato.
Così la logica comune diventa logica personale o, puerilmente, di campanile, però competitivistica e non più dipanata dai fattori storici etnici delle origini: cioè solidarietà contro le insidie della natura e degli oppressori, oggi mascherati quest'ultimi da falsa democrazia.
La festa dell'immacolata a Torre si assoggetta, nel substrato, al grande archetipo deistico-verginale-materno, e come misticismo totale predilige naturalmente il Tempio; La festa dei Quattro Altari, pur se intrisa solo storicamente di religiosità, dà priorità alla strada, per la sua componente laica del "riscatto liberatorio" e la sua piega commerciale moderna favorita dalla "grancassa" mediatica con i suoi templi e templetti autonomi e in franchising, bancarelle sofisticate, ecc.
D'altra parte il "sistema" universale è democraticamente e umanamente falciato, tutto è ipocritamente fittizio ed illusorio, in ossequio alla chimera che rappresenta il potere-danaro. L'uomo, come non mai, adotta sopraffazione e prevaricazione non appena può, nel suo ambiente, e contestualmente ai poteri che ha, qualunque sia la sua posizione sociale, dall'alto bordo al proletariato (ancora purtroppo, in esigua parte, appunto, parzialmente analfabeta). Un senso di emulazione reattiva e di convenzionalità trasgressiva quasi da branco, indipendente dai fattori: generosità, intelligenza, logica, genialità, professionalità, posizione sociale.
Nelle città come Torre con caratteristiche metropolitane, con un reddito pro-capite, (naturalmente sperequato), superiore alla media nazionale, è consolidata la "Simbologia della ricchezza". Spesso la domanda "Chi è?" viene sostituita con "Che tiene?". Siamo per questo predisposti e condannati ad una vita voluttuosa e consumistica nella realtà, nella potenzialità e nell'emulazione, che ci avvolge nel vortice del tentativo spasmodico quotidiano: consumare, guadagnare, per riconsumare e riguadagnare all'infinito e a tutti i costi; dove c'è benessere spesso alligna il vizio che vuol dire dipendenza.
Come in tutte le aree geografiche dove circola danaro in eccesso (sperequato) si è schiavi dello "Status simbol" = "Elemento caratteristico umano del comportamento (spesso l'acquisto di un oggetto di consumo costoso o raro) che tende a dimostrare esteriormente che il possessore ha raggiunto un determinato status sociale e/o un livello di ricchezza personale e/o di potere". Da Wikipedia.
Il calo dell'occupazione marittima torrese negli ultimi anni ha stravolto l'assuefazione al pluristipendio domestico di un tempo, favorendo il reclutamento eslege odierno.

L'immagine sopra è un allegoria composta da Torreomnia: "Il dio danaro"
Come avrebbe potuto il popolo torrese restare fuori dal serraglio del degrado planetario quale cittadina emblematicamente occidentale di giramondi? Quindi siamo innanzitutto sicuramente di fronte a problemi epocali planetari.
Senza questi presupposti negativi di base, caro Pasquale, Il Vostro concerto musicale sarebbe stato difeso e protetto dagli stessi concittadini-spettatori, anche in rispetto del Tempio dove si svolgeva. Ma questa volta Mammona in Piazza S. Croce attirava, con le bancarelle relative al culto gastroenterico, con l'amplificazione massima di brani neomelodici e scenette sonorizzate in vernacolo dove il gusto del doppio senso erotico attira peggio del cosiddetto pelo muliebre; la gente volendo, avrebbe surclassato persino le forze dell'ordine in caso della Festa dell'immacolata, perché è vero che "il popolo è sovrano solo sulla carta"; ma se esso vuole cambia le cose sia con la forza della maggioranza, sia con la democrazia del voto che, in ultima analisi, con le rivoluzioni solidali e pacifiche, s'intende.
L'Umanesimo, fino al romanticismo, con le sue priorità mistiche popolari, è solo un ricordo. Il popolo viveva con se stesso di pane e solidarietà umana, di comprensione e di rispetto per il prossimo "come per se stessi". Solo la casta separata dei detentori del potere, non sempre solo laica, era feroce e spietata.
Da sempre popolo, governanti e malavitosi sono amalgamati in una scala infinita di connivenze e di complicità in contrapposizione al popolo vittima. Il dogma dell'amore universale che Cristo ci ha insegnato da secoli va però oggi zoppicando anche nelle mura domestiche. Non c'è un telefilm senza il suo bravo morto, non v'è un telegiornale senza stragi, sopraffazioni o corruzioni. Si incrinano contestualmente gli interessi per le cose sane. Prevale il trasgressivo, l'irrazionale, il nevrotico. Cade l'interesse per tutte le opere classiche, le iniziative, le manifestazioni pubbliche relative all'arte visiva e auditiva, e comunque d'ingegno, dell'uomo, nella sua essenza vera d'un tempo, estranea alla commercializzazione degenerata odierna.
E tutto ciò che disgrega e deteriora denota mancanza di Amore.
Non bisogna, però, mai arrendersi. Confidiamo nei corsi e ricorsi storici. Mai tutto è perduto. Noi torresi, dal canto nostro, in una Torre del Greco da secoli cattolicissima, dobbiamo rigenerare e continuare a difendere e sostenere i valori cristiani, quindi etico-morali, secondo il punto di vista del Parroco Santo, e rispolverare oratori, associazioni pubbliche, creative, sportive; pellegrinaggi fuori porta; aderenza totale alla liturgia che significa, manco a dirlo, "azione del popolo" e si intende solitamente il culto di preghiere e riti proprio della religione cristiana.
Pasquale Infausto, riproponete il concerto classico, rivalutiamo l'ultimo periodo storico dove la spiritualità ci crogiolava in un senso di pace e di benessere.
L'uomo, come diceva il saggio, senza spiritualità è penosamente una caduca macchina ingegnosa chimico-idraulico-elettrica, capace solo di trasformare il buon vino in urina.

Luigi Mari - Autore e webmaster di Torreomnia e Comunità