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Argomento presente: « Gaetano della Gatta, addio! »
ID: 2298  Discussione: Gaetano della Gatta, addio!

Autore: Luigi Mari  - Email: info@torreomnia.com  - Scritto o aggiornato: martedì 19 luglio 2005 Ore: 19:38

Un torrese fuori le righe.
Molti torresi ricordano Gaetano specie nel periodo in cui lavorava in banca a Torre del Greco.
Il breve sunto biografico a margine rappresenta una briciola del suo faraonico vissuto in materia di: varietà, intensità, mutamento, istrionicità, trasgressività, ribellione e non so quanti altri aggettivi potrei elencare. In una parola Gaetano rappresenta Nostro Signore e Belzebù messi assieme in un solo contenitore. Si dirà che ogni uomo è in effetti portatore di male e di bene, il famoso dualismo irriducibile; Gaetàno va al di là di questa filosofia spicciola; per dirla con Nietzsche egli va "al di là del bene e del male".
Le sue vicissitudini così intricate, molteplici, narcotizzanti e ossessive insieme, dove le antitesi odio-amore, bontà-perfidia, ricchezza-povertà rappresentano l'aria che hanno respirato i suoi polmoni sin dal fatidico 20 ottobre del 1948 quando vide la luce a Vico Trotti N. 6 della nostra città.
Io lo conosco da sempre Gaetano. Girovagavamo pargoli per i Cappuccini, laceri e malnutriti col viso intriso di cispa e di moccio (si era nell'immediato dopoguerra), ed entrambi, parallelamente, ci preparavamo a soggiacere sotto un avvenire ostico, intricato, spinoso che si dipanava da disarmonie domestiche, tristi retaggi di molte famiglie d'allora, spesso schiacciate nei risvolti di un mantice che insufflava quotidianamente fame ed inedia. Disagi e disequilibri che si associavano e si associano all'atavico insoluto esistenziale dell'uomo, vale a dire la devastante consapevolezza del proprio destino di mortale, narcotizzata con reazioni difensive diversificate e contrapposte: snaturalezze, separazioni, odi e rancori oppure annichilimento mistico, rassegnazione, abbandono di se.
Dietro tale architettura di eventi, intrecciati in un disegno di esistenza ora allucinante, ora onirico, soave e dolcissimo, nell'impeto e l'irruenza di esorcizzare malori e fantasmi insidiatesi in: infanzia, giovinezza e maturità aspre e virulente, anche se non prive di gioie, un altro animo sarebbe caduto in dissociazione mentale.
Gaetano Della Gatta è lì, turrito che squassa la sua criniera come un vecchio leone che disdegna ingiustizie e torti; garrisce il suo stendardo, agitando lo scettro dell'equità soggiacendo intando sotto l'inconsapevolezza umana che spesso non ascolta il saggio che dice "colui solo è felice e grande che per sentirsi qualcuno non ha bisogno né di comandare né di obbedire".
Gaetano è un guerriero d'altri tempi, esibisce gesta trovadoriche, ardito, impavido, temerario, franco, ma stoico, consapevole di non potere da solo abbattere il potere della sopraffazione e della prevaricazione che ogni uomo da sempre subisce da altri uomini. L'Homo homini lupus di Plauto, quindi di Hobbes, non lo risolverà mai nè Gaetano nè nessun altro Donchisciotte perché l'umano diventa carnefice un attimo dopo che non è più vittima. "Ci vuole un coraggio da leoni per astenersi dal fare violenza ai deboli", diceva il filosofo.
Meglio un solo Gaetano, però, che mille individui rassegnati e annichiliti sotto il giogo della malversazione e degli abusi di potere.
Ho un solo rimpianto: quello di non esserGli stasto vicino nel momento del trapasso.
Luigi Mari

Vedi pure:
http://www.torreomnia.it/Personaggi/della_gatta/dellagatta.htm

Gaetano il torrese, in breve.
All'età di 14 anni fu messo in collegio dove gli insegnarono il mestiere di "Elettrauto". Il primo lavoro, a 16 anni, lo trova su navi della Flotta Lauro, come "allievo elettricista"
Sappiamo che le uniche industrie a Torre del Greco sono la lavorazione del Corallo e il... mare. Già da piccoli, i ragazzi conseguono il "libretto di navigazione" e si mettono in attesa di un'eventuale chiamata per un imbarco. Spesso non ha importanza il nome della Società di Navigazione, è importante, invece, portare i soldi a casa.
A 18 anni si arruola nella Marina Militare. Gira mezzo mondo. Diventa sottufficiale radiotelegrafista e radarista di navi e aerei antisommergibili, col grado di Sergente. Fa sei anni di carriera militare, compresi gli ultimi due anni prestati in servizio a Sigonella, su aerei antisommergibili, i famosi "Grunmans", detti anche "Bare volanti". Congedatosi va incontro al mondo del lavoro civile e nel 75 viene assunto in Banca, a Torre del Greco.
Nel 77 si sposa e da questo matrimonio nascono tre figli, Flavio, Marcello ed Anna. Si diploma ragioniere e comincia poi a frequentare l'Università di Salerno, e successivamente quella di Napoli, per laurearsi in Giurisprudenza. Ma la vita familiare e il tempo da dedicare ai figli gli fa interrompere gli studi.
Nell'84 dà le dimissioni per mettersi in proprio per dare corpo ad un'attività interessante, di natura editoriale e di servizi. In tale contesto nasceva "Portobello Sud" e parallelamente la "Friendship Club". Tali attività, gli permisero di diventare giornalista pubblicista. Cessarono nell'87, per la forte e sleale concorrenza, non prima però di aver fatto un ultimo tentativo a Milano, dove aprì una filiale in Corso Buenos Aires.
Nell'88 si trasferì in America, a New York, dove fu assunto a "Il Progresso Italo-Americano", un giornale in lingua italiana. Il suo nome attuale è "America Oggi". Prese un appartamento a Bayside, a Brooklyn e cominciò a fare le carte per portarsi la famiglia in America. Quando tutto fu pronto la moglie cambiò idea e da questo momento la sua vita ebbe un sussulto.
In questo periodo la fortuna gli arrise e imbroccò una sorta di catena di S. Antonio e Banche e Poste locali non reggevano l'arrivo dei bollettini di pagamento, ma tutto nella legalità. Forse non seppe amministrare e l'Impero cadde.
Gaetano si separa dalla moglie nel 1991.
Nel 93 viene assunto di nuovo in Banca, in Emilia, e vi rimane per due anni per poi farsi trasferire a Roma, città più vicina a Napoli, per stare non tanto lontano dai suoi parenti. La banca non ha sportelli in Campania. E, qui, a Roma, vive dal 95, insieme al figlio Marcello, rimasto con lui. Nel giugno 97, per dare vita ad una nuova strategia politica, la banca lo licenzia ingiustamente. Da quel momento la sua vita precipita in un baratro senza fine, anche perché sta ancora in guerra con la ex moglie, e per le cause che tiene in piedi è costretto a pagare quattro avvocati. Questo va avanti dal 91 e non riesce ad avere giustizia in tanti procedimenti. Si sa che il diritto in Italia è violato ogni giorno e le leggi non vanno rispettate. Attualmente sta in attesa che il Tribunale del Lavoro, a Roma, gli dia giustizia e gli faccia avere il giusto risarcimento per i danni che ha subito e che sta subendo ancora.
Esperienze Artistiche Proprietario e direttore del settimanale napoletano "Portobello", giornale di annunci e cronaca, chiuso nell'86, dopo tre anni di vita. Autore di tre libri di poesie, in italiano e in vernacolo. Nella gioventù è stato anche cantante di appassionate liriche in napoletano. Ricco il suo repertorio. Autore di quadri, ad olio. Il suo nome è stato inserito anche nel catalogo "Mercato Artistico '900-'800", stampato a Torino dall'Editrice Nazionale Ha recitato in alcune commedie napoletane, di Eduardo, in Campania.
Luigi Mari
 
 

ID: 2300  Intervento da: messaggio libero  - Email: email@inesistente.00  - Data: martedì 19 luglio 2005 Ore: 19:38

Ciao comunità,
sono un collega di lavoro di Gaetano quando stava in banca a Torre. Non ero in buoni rapporti con Lui per il suo carattede difficile, volubile, inaffidabile, ma ora che è morto non posso fare a meno di riconoscerGli anche i meriti che c'erano.
Gaetano non ha mai pagato una multa a Torre, le contestava tutte e quasi sempre aveva ragione. Non c'è ministro italiano dagli anni 60 ad oggi che non abbia mai ricevuto almeno una lettera dal Nostro.
Addio Gaetano, anche da parte mia.
Dartagnan


ID: 2299  Intervento da: Gaetano Pepe  - Email: gaetanopepe9@freemail.it  - Data: martedì 19 luglio 2005 Ore: 14:08

Caro Gigi,
Questo testo l'ho scaricato dalla rete, quando non riuscivi più a rintracciare Gaetano, il nostro amico comune. Aveva 53 anni, sette meno di noi. 4 più di Aniello, tuo fratello, quando è morto due anni or sono.
Gigi, diamoci da fare non sprechiamo l'ultimo tempo che ci da generosamente il Signore. Io non ho colto astio, ma solo amore in questa Tua risposta a Gaetano che solo ora hai deciso di sottrarre all'anonimato. Grazie per avermi concesso di inviartela pubblicamente.
G. Pepe


Risposta anonima ad una E-mail privata di un mio caro amico d'infanzia fuori Torre di cui non trovo più l'indirizzo.
Caro G,
non avrei avuto nessun diritto di punirti con l'indifferenza e il silenzio
dopo un periodo di intensa comunicazione telefonica e via e-mail. La cosa è
dovuta alle circostanze ed alle mie problematiche caratteriali, non alle
tue. Quelle le paghi già tu in prima persona. (Chi è causa del suo mal
pianga se stesso).
Ma i tuoi problemi a me non ledono, possono dispiacermi, amareggiarmi,
umanamente, ma emergono prioritari i miei problemi che finiscono col
"sedersi" sui tuoi.
Questo accade con tutti i rapporti d'amicizia, è normale, tutti annaspiamo
quotidianamente nel mare della moderna società ipocrita ed egoista nel
tentativo di non affogare e l'amicizia si àncora solo ai baluginanti vecchi
valori etici e religiosi inculcati fino a noi "anta". Pensa i giovani che
non hanno nemmeno questa risorsa.
Oggi sono comuni gli sbalzi d'umore, l'instabilità, la difficoltà a
trasmettere e recepire nozioni, in una parola la difficoltà al dialogo che
si traduce, invece, con i monologhi logorroici unidirezionali che precludono
l'assimilazione della comunicazione dell'interlocutore e lo lasciano
inappagato, confuso. Ma non è un problema che riguarda solo te.
Una delle maggiori difficoltà odierne e saper ascoltare. Tutti abbiamo un
bisogno smodato di dire, imporre, postulare. Se il nostro interlocutore
eroga dei messaggi si chiude l'"ipoglottite" della nostra ricezione e in
quel momento già pensiamo a cosa dobbiamo dire noi, e lo diciamo subito,
ancor prima che l'altro abbia finito di esprimere il suo concetto, il suo
messaggio, la sua domanda. Ecco precluso il dialogo. Ecco l'angoscia di
comunicare con i muri di gomma.
Guai se sappiamo di detenere, in questo frangente, un sia pur leggero potere
sul nostro interlocutore, non solo rispondiamo a casaccio alle sue precise
domande, ma diventiamo aggressivi e per conseguenza inespressivi, ne
consegue che il malcapitato compie sforzi sovrumani nel tentativo ri
ritessere un mosaico che si riduce a pochissime informazioni, confuse e
frammentarie, e solo il suo acume ed il suo intuito possono aiutrarlo a
trarre un fievole beneficio. E questo senso quel potere, fatto
sostanzialmente di nozioni settoriali, ci autorizza a mancare di tatto, ad
usare le password altrui. Entrare ed uscire da un'appartamento depositare
materiale, senza pensare che nel contesto arredatorio del padron di casa
potrebbe guastare la progettazione; invece di usare la via ovvia e legale
della posta; egli, che si guarderebbe bene dal lasciare le sua password a
chicchessia. Ma noi napoletani ci portiamo appresso il retaggio della
precarietà del viceregno, la scaltrezza, il senso di prevaricare innato, e
nello stesso tempo il terrore di essere prevaricati.
Caro G, tu non segui il sito Torreomnia attentamente, non hai il tempo
di farlo perché non hai il dono dell'ubiquità.
Sei assorbito dalla tua immane lotta contro i mulini a vento: la tua linfa
vitale, che è comunque un palliativo per i tuoi problemi esistenziali, una
linfa che mai potrà risolvere i problemi a monte. Ma d'altra parte è l'unica
cosa che ti rimane, anche quando hai le "batterie scariche", come dici tu.
Non segui il sito, dicevo, perché nella sezione FOLKLORE/Costumi, v'è una
raccolta infinita di motti, proverbi, aforismi di stampo planetario,
raccolti tra centinaia di volumi. A cavallo di questa fatica vi è un saggio
sui rapporti umani, soprattutto sul rapporto della coppia, quella coniugale.
Ma al di la di tutte le considerazioni nulla può essere risolto
esistenzialmente al di qua dei limiti della nostra dimensione umana di
pensiero, anche di quella delle menti geniali. So che risulta banale e
retorico parlare di vecchi valori, di umanità, dello sfuggire dalla presenza
diabolica di ciò che una volta era chiamato "merda del diavolo" cioè il
danaro. Caro G, siamo prede della più colossale confusione mentale che
la storia ricordi. E' la moderna guerra, non più sanguinaria, letale, ma
devastante lo spirito, l'anima. L'umanità è oggi ammalata nell'anima. Questo
nuovo disegno satanico (non so trovare altra espressione) ci dovrebbe
portare a cercare rimedio oltre i limiti della nostra ragione umana, presso
qualcosa o qualcuno che, se non vado errato, sembra si chiami Dio; perché al
di qua di essa v'è solo confusione, instabilità, tormento, illusione di
raggiungere la felicità.
Non ho nulla contro di te e nessuno ha insufflato nulla. Ma questo fatto di
pensarlo denuncia i tuoi sensi di colpa, in antitesi il sospetto e il
piacere che G, è vittima delle sue malefatte che, sin da
piccolo, pensava rimanessero impunite, mentre ora la maturità e
l'affievolirsi delle forze fanno venire al pettine tutti i nodi e molte
speranze e fantasie si avviano al tramonto. Il sospetto che molte goliardate
non erano tali, che l'amore, l'affetto, l'amicizia si coltivano con
pazienza, per lungo tempo, che, se una terra appare arida vuol dire che
soprattutto noi e forse il clima, cioè il destino, l'ha resa tale.
Mi hai chiesto di illuminarti su tuoi eventuali errori, e proprio adesso che
non squassi più la tua criniera di vecchio leone dimostri finalmente la tua
maturità. La forza che stà nell'umiltà, nella consapevolezza dell'atroce
domanda: ma dove ho sbagliato. Peccato che questa maturità arriva a
cinquant'anni perché prima continuiamo imperterriti a fare quello che fanno
gli altri e non come quelli che fanno bene.
Il tuo amico Luigi Mari

Da Gaetano Pepe, compaesano e commilitone



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