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Argomento presente: « LA BIBLIOTECA COMUNALE » | ||||||
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ID: 1878 Intervento
da:
Ciro Adrian Ciavolino
- Email:
ciroadrian@libero.it
- Data:
giovedì 12 maggio 2005 Ore: 20:54
Stamattina esprimevo il mio pensiero ad Antonio Abbagnano circa l'intitolazione della biblioteca, ritenendo il nome di Raffaele Raimondo il più adatto, e non qualche altro come qualcuno pare abbia proposto, che con la carta scritta e i libri non ha avuto a che fare. Abbagnano mi ha chiesto il permesso di anticipare questa idea e l'ha anticipata. Per quanto riguarda "putrusino", non gli perdono di avermi dimenticato, ma non me ne dolgo anche perchè in quell'elenco c'è qualcuno che con Torre del Greco non ha niente a che vedere. Anzi, la usa per sfruttarne alcune possibilità. Di altro parlerò, aprendomi uno spazio, ovvero un argomento, pregando l'Amministratore di non intervenire, come mi auguro che altri non intervengano. Grazie. |
ID: 1876 Intervento
da:
Luigi Mari
- Email:
info@torreomnia.com
- Data:
giovedì 12 maggio 2005 Ore: 15:27
Francesco, come fai a lamentare l'indifferenza degli amici torresi se nella dichiarazione pubblica di Antonio Abbagnano nei riguardi del Grande Raffaele Raimondo ci manca solo l'intorcinamento degli apparati tessutali gustativi ed il coito finale? E' solo timidezza la nostra. Non parliamo perché siamo schivi, riservati. Da piccoli ci baciavano nel sonno. Talvolta scappa il "raptus" altruistico. Scusate l'iperbole, ma credo che Antonio abbia fatto un giusto omaggio al Nostro. Secondo me il papà di Ciccio ha il merito di aver sovvertito la maniera di fare storia facendo appunto storiografia, associando alla ricerca libresca solita, ortodossa, l'ibrido: narrativa, aneddotica e notizie di prima mano, a mezza strada tra la storia e il romanzo, sforando nella saggistica con "Uomini e fatti...", seguendo, e questo è importante, l'istinto lirico personale e non l'orientamento di maniera di capiscuola, avvicinandosi il più possibile alla vena emotiva assimilatoria del caratteriale vesuviano col doppiosenso e l'umorismo casareccio e spontaneao, che tanto ci contraddistingue. Non dimentichiamo Tasso quando diceva: "Lo storico espone ciò che è accaduto, il poeta ciò che può accadere, e ciò che rende la poesia più significativa della storia, in quanto espone l'universale, al contrario della storia, che s'occupa del particolare" (Tasso - Poetica, IX, 1451 b); O il Manzoni: "Chi nessuna cosa fingesse, poeta non sarebbe, ma solo historico". (Manzoni - Primo discorso sull'arte poetica). Oppure il Fauriel: "Lo scrittore deve profittare della storia, senza mettersi a farle concorrenza" (Lettera al Fauriel). Intitolare la biblioteca a "Rafele u caveciaiuolo" come affettuosamente e torresemente scrive Peppe D'Urzo qua e là, (stranamente qui non cade a fagiolo il "Nemo propheta in patria" per assenza di dottrinarismo gratuito del Nostro), sarebbe onorarne giustamente la memoria. E mi sa che "L'oro rUsso di Torre del Greco" ne sia d'accordo. Ma non dimentichiamo i viventi e le loro fatiche. Non è da trascurare l'operato dell'ing. Argenziano, del Dott. Langella, del Giudice Francione, di Franco Formicola, di Ciro Di Cristo, di Antonio Abbagnano, di Armando Maglione, di Flavio Russo e quanti hanno fattivamente contribuito e e ancora si attivano a far crescere la cultura torrese. Dare a Cesare... Luigi Mari P.S. - Scusatemi se mi sembro "putrusino ogni menesta". |
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