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Argomento presente: « la misteriosa sepoltura »
ID: 1703  Discussione: la misteriosa sepoltura

Autore: ciccio raimondo  - Email: ciccioraimondo@libero.it  - Scritto o aggiornato: venerdì 29 aprile 2005 Ore: 07:52

La Misteriosa Sepoltura

Sul ROMA del 23 aprile scorso:
E’ VUOTA LA TOMBA DI LEOPARDI ed ancora sul CORRIERE DEL MEZZOGIORNO:
RIESUMAZIONE DEI RESTI DI LEOPARDI. LA QUERELLE FINISCE DAVANTI AL T.A.R.
Il primo articolo è firmato da Caterina Ruggi D’Aragona il secondo da Es. Vi.
Solo per caso mi sono venuti sotto l’occhio i due articoli affastellati dall’Ufficio Stampa del nostro Comune. Mi è venuto spontaneo darvi una scorsa anche perché la “questione” non mi è estranea dal punto di vista culturale perché Raffaele Raimondo nel suo “Uomini e fatti dell’antica Torre del Greco” nella seconda parte, in quella in cui tratta degli ospiti della nostra città, ne scrisse in un capitolo di circa ottanta pagine sostenendo appunto la tesi, che ora sembra essere stata sposata anche dal buon preside Nicola Ruggiero, secondo la quale tutto quello che scrisse Antonio Ranieri circa la sepoltura del Grande Recanatese nei “Sette anni di sodalizio” era stato un falso teso a creare un mito che ancora oggi, e ne fanno testimonianza gli articoli di cui sopra, è duro a morire.
Non scriverò qui della faccenda rimandando i lettori curiosi ed interessati alla diretta lettura del capitolo che si trova ovviamente nel libro sopra citato.
Ma sono però spinto, come da una molla, a porre in evidenza che spesso in questa città, e non me ne meraviglio, non vi sia stato nessun intellettuale che abbia letto quelle righe e ne abbia poi fatto, dandone atto all’autore, motivo di discussione all’interno del pur breve nostro circuito culturale. Poi all’improvviso articoli su giornali di Napoli e della provincia e assunzioni di ragionamenti e fatiche altrui senza ricordarsi minimamente di chi da ben venticinque anni ne sta parlando dalle pagine del suo “Uomini e Fatti dell’antica Torre del Greco” edito a spese proprie nel 1985.

Francesco Raimondo
 
 

ID: 1717  Intervento da: ciccio raimondo  - Email: ciccioraimondo@libero.it  - Data: venerdì 29 aprile 2005 Ore: 07:52

Caro Nicola,
ti ringrazio per la solidarietà e puoi stare sicuro che in quanto a pazienza il sottoscritto è abbastanza esercitato, tuttavia i famosi puntini sulle "i" è doveroso porli specie per me ed in presenza di atteggiamenti "distratti". Le buone azioni come le cattive camminano entrambe sulle loro gambe anche se in direzioni totalmente diverse. In certe situazioni mi viene alla mente sempre il cippo di quota trentatrè lì ad El Alamein dove mancò la Fortuna e non il Valore. Qui a El Torrre del Greco per numerose persone manca il Valore ma non la Fortuna. E quest'è.
Ciccio


ID: 1716  Intervento da: nicola scognamiglio  - Email: nicoscogna@libero.it  - Data: venerdì 29 aprile 2005 Ore: 01:38

Ciao Francesco, sono solidale con Te.
Il libro di Tuo e di Tuo padre è una summa delle imprecisioni storiche relative alla nostra terra. Sorvola pure sulla provocazione di Luigi pro-Raimondo, il quale Vi ha sempre apprezzati per le vostre fatiche. Purtroppoi pure il giornalismo è commercializzato e globalizzato. Porta pazienza.
Nicola


ID: 1706  Intervento da: Luigi Mari  - Email: info@torreomnia.com  - Data: giovedì 28 aprile 2005 Ore: 00:06

Tratto dall’introduzione del libro CD Torre del Greco
Duemila copie distribuite quasi tutte gratuitamente ai torresi dentro e fuori le mura.

(…) “Nel 1970 un torrese tentò un esperimento: fabbricò un gigantesco pennello e la notte del 14 agosto con ettolitri ed ettolitri di oro liquido dipinse tutta la città. Al mattino tutti i torresi lo videro trafelato che stava dando le ultime pennellate, ma tutti fecero finta di nulla ed ognuno andò per la sua strada, sino a che, in pochi giorni, il solleone sciolse la veste aurea sulla città che come acqua piovana si disciolse nel mare.” (…).


Tratto dal forum Torreomnia:

ID: 243 Discussione: Crampo alla lingua degli scilinguati

Autore: Francesca - Email: kikka@libero.it - Data: giovedì 6 gennaio 2005 Ore: 22.21

Molti torresi, specie se eruditi, soffrono di una strana affezione, come dire, all'apparato oratorio. Sono scilinguati quando devono esprimere un complimento, sono presi, anzi, da un acerbo crampo alla lingua.
Le critiche e le ingiurie, invece, li sciolgono, sbloccano l'apparato della parola e la persona scilinguata si tramuta in detentore di scilinguagnolo.
Una cosa è certa l'invidia e la gelosia rodono chi le prova.
Francesca

ID. 457 Risposta da: Mario Righetti - Email: mariorighetti@virgilio.it - Data 7 gennaio 2005 Ore: 18.00

Ciao mici, :V:]
papa e de belluno, mama turese, io sto unpo Ingliterra unpo America pecura so disabile e unpo italia da parienti papa a belluno mo stoco fino april, ma secuo Torreomania uguale tutti torrese, io parlo italiano da fare schife epure sono nato incopa vesuviana. Chesto aviso è delanno scorso ma so perisperientia che mo che io scrive zompa sopra.
Songi iuto via quanto avevo 5 anne ma cunosco u compaesano e rguglioso, nun fa cumprimede maco si l'accise.
Mama dice comme kikka i parienti turese pareleno sempe male.
Cosi cativi, ciuci li fanno, ecome, ciesce a lenga lonca, cumprimente e cosi bele no tane si gliotteno a lenca.
Ma nustanno propie buone ccacape ma perche chesto, cannu pasato. da picirilli ma vusite bravacente insto forum. grazzie. tandui saluti da mama turrese che piance sempe pu paesi suoio.
Mario :V:]

P. S.
Sorry about my uncorrect italian. I hope you have understood.

Desolé pour mon italian bizar. J'espere vous avez compris.



Tratto dai vangeli sinottici:

Quando ormai era diventato popolare e famoso per i suoi miracoli ed il suo insegnamento, Gesù tornò un giorno al suo villaggio d’origine, Nazareth, e come il solito si mise ad insegnare nella sinagoga; ma questa volta niente entusiasmi, nessun “osanna!”, anziché, ascoltare quello che diceva e giudicarlo in base ad esso, la gente si mise a fare delle considerazioni estranee: “Dove ha attinto questa sapienza? Lui non ha studiato. Lo conosciamo bene, è il carpentiere, il figlio di Maria!”. “E si scandalizzavano di lui”, vale a dire, trovavano un ostacolo a credergli nel fatto che lo conoscevano bene. Gesù commentò amaramente:

“Un profeta non è apprezzato nella sua patria, Nemo propheta in patria”.

XIV Dom. T.O. Anno B. Ez 2,2-5; Sal 122,1-4;
2Cor 12,7-10; Mc 6,1-6.

Potrei continuae all’infinito.

Quanto amo, in bottega, Ciccio, quella tua fraterna espressione magistralmente mimata dal tuo viso onde suggerire, per così dire, il “silenzio convenevole e convenzionale”. E' un atto d'amicizia. Gli occhi lievemente incrociati si collocano a mezza strada tra la lotta e la resa, le labbra vanno in prognatismo a mo’ di pertugio occluso, come l'intesa alla Totò, e l'indice complice e sornione come un bastone della Gestapo si pone tra bocca e naso. Nessuna parola, un silenzio che equivale a un discorso che la sa lunga. Ha ragione Gennaro Francione, sei un grande attore.

Siamo un popolo, ma che dico, una razza unica al mondo, non peggiore né migliore delle altre razze, ma sicuramente singolare. Unica. Le voglio bene, è la mia razza, nel bene e nel male, guai a chi me la tocca.
Dio, se dovesse esistere la metempsicosi fammi rivivere qui, anche da cane, da uccello; è qui che vorrei ri-giorire e ri-soffrire per ri-morirne.

Ciccio, Ti abbraccio
Giggio


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