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Argomento presente: « Recupero degli spazi perduti. »
ID: 1572  Discussione: Recupero degli spazi perduti.

Autore: ciccio raimondo  - Email: ciccioraimondo@libero.it  - Scritto o aggiornato: domenica 10 aprile 2005 Ore: 15:23

Amici del forum,
leggendo il tema di questo convegno-dibattito e cioè il recupero degli spazi perduti, il pensiero corre veloce al celebre romanzo di M. Proust "Alla ricerca del tempo perduto" Senonchè qualcuno potrebbe obiettare che da una parte si parla di spazio e dall'altra di tempo.
I due concetti vanno veramente sempre assieme. Lo stesso scrittore in un'altra sua opera "La Prisonniere" così li unisce: L'amore è lo spazio e il tempo resi sensibili al cuore.
La frase sembra oscura ma è invece assai chiara. In effetti l'amore unifica i due concetti in maniera assai forte. Per chi ama non esiste alcuna barriera temporale nè spaziale. E non devo qui descrivere degli esempi. Ciascuno di noi è portatore di esperienza amorosa, si intende secondo le proprie capacità. Chi non ha sperimentato che la lontananza spaziale spessissimo avvicina molto di più due amanti fino ad annullarsi? O chi non ha sperimentato la sensazione di nullità del tempo stesso che è trascorso in un amore che non conosce limite temporale? Qualcuno potrebbe, anzi senz'altro si starà domandando se per caso io non stia uscendo dal tema. Al contrario io credo che la riflessione più importante su cui argomentare questa sera sia proprio incentrata sul concetto di amore, in questo caso di amore verso la propria patria, la propria città.
Le immagini che noi mostriamo al pubblico e a noi stessi documentano infatti assai chiaramente ed oggettivamente e il trascorrere del tempo e la perdita degli spazi che noi lamentiamo. I luoghi di cui si parla non sono più fruibili in alcun modo.
La città, e cioè la maggior parte dei cittadini, sembra averli dimenticati ed in effetti li ha dimenticati, li ignora totalmente e non li ama.
Molti concittadini hanno perso contatto con questi spazi in seguito a quello che personalmente considero lo sconvolgente disastroso fenomeno socio-ambientale che si è verificato a Torre del Greco dalla fine degli anni cinquanta e che ancora oggi non vede la via di un suo affievolimento e che esso stesso è causa dei periodici convegni come quello che ci vede qui riuniti questa sera. Sono anni che la nostra associazione ha cercato, con scarsissimi risultati, di sensibilizzare gli uomini delle passate amministrazioni affinchè ponessero la loro sollecitudine amministrativa alla difesa, alla conservazione, alla tutela del patrimonio comunale costituito da edifici storici, da spazi fruibili per tutta la comunità. Ma è mancato, a mio avviso, quel quid di cui si parlava prima: l'amore prima verso se stessi e poi verso le "cose". Che ci sia stato degrado culturale per mancanza d'amore è indubbio. L'amore per il danaro pubblico o di quello offerto dalla più libera e sfrenata speculazione edilizia ha accecato parecchi uomini pubblici e uomini privati e spesso i privati erano anche pubblici ed essi sì hanno privato i privati dei luoghi pubblici di cui adesso si parla. Un potere impotente; sembra essere una contraddizione, un giuoco di parole, ma non lo è.
In effetti questi uomini di "potere" nel senso più ampio, vale a dire non necessariamente politici, sono stati come incantati, pietrificati, nella loro azione a favore del pubblico interesse, dallo sguardo gelido della Medusa (progesso) ed hanno dimenticato 'a via d' casa comune.
Voglio sperare che, "novello Ulisse", ciascuno di noi senta il bisogno di tornare ad Itaca per fare piazza pulita di Proci e starsene ancora un poco con Penelope, la fedele. Ritorna qui il concetto di amore che non conosce limite spazio-temporale. Ma non è soltanto per amore che questi spazi e questi luoghi dovranno essere recuperati, ma per bisogno urgente. Guai a quegli amministratori che non avranno a cuore la soluzione di questi "problemi". Se non per amore, lo facciano per interesse e saranno lodati assai per questo da tutti i cittadini di Torre, di qualsiasi parte politica e quantunque attualmente la maggior parte inconsapevoli. Si dice comunemente che sapere è potere.
L'associazione Pro loco ha svolto e svolge, bene o male, opera di conoscenza circa questi aspetti importantissimi della vita cittadina. Gli uomini di potere devono anche "sapere" e adesso sono informati. Ma le "primalità" non sono due. Campanella ci ricorda che esse sono il Nosse, il Posse e il Velle. E qui credo che bisogna fermare la nostra attenzione sul Velle, sul volere, su quello buono! E poichè siamo in clima natalizio non posso che augurarmi che i nostri novelli amministratori pongano la loro intelligente attenzione, visitando presepi pubblici o privati sul messaggio cristiano che pende dalle mani di angeli cantori: Gloria in excelsis Deo et pax hominibus bonae voluntatis dove la volontà buona è assai più importante di scienza e potere! Perciò largo alla buona volontà degli amministratori e non si perda altro tempo nel recupero degli spazi perduti! Amen

Francesco Raimondo

intervento letto la sera del 14 dicembre 1995 nella saletta dell'albergo S. Teresa in Torre del Greco

 
 

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