Anno I
Febbraio 2002 
n. 2

Pag. 4 di 16

Il regno della regina
di
Saba e l’antico Y
emen
La Missione Archeologica Italiana dell’Orientale di Napoli alla ricerca del regno di Saba, excursus storico culturale dell’antica civiltà sudarabica

di Alessandro de Maigret

L’antica cultura sudarabica fiorì (come dice anche il nome) nel saliente meridione della Penisola Araba (odierno Yemen) tra il 1200 a.C. ed il 628 d.C. Limitata dal Mar Rosso e dall’Oceano Indiano, nonché dal grande deserto centrale arabico (Rub ‘al-Khali), essa ha avuto nei tanti secoli della sua storia uno sviluppo generalmente isolato tanto nelle vicende politiche e sociali, che nelle manifestazioni del pensiero e dell’arte, anche se non vanno dimenticati i suoi legami di parentela, soprattutto linguistici, con le altre popolazioni semitiche del Vicino Oriente antico (Mesopotamia, Siria, Palestina).
La famosa "carovaniera dell’incenso" che, convogliando aromi e spezie dall’Arabia meri


            "Dune di sabbia"

dionale sino al Mediterraneo, ne favorì sviluppo e ricchezza, rappresentò l’unico vero legame con l’esterno di questa civiltà, e determinò il motivo della celebrità dell’Arabia Felix nel mondo antico. Ma da quest’unica finestra (aperta, sembra, sino dal IX-VIII secolo a.C.) non entrarono sostanziali influenze dal nord, se non a partire dall’era cristiana, quando la forza di coesione ed il tradizionalismo locali cominciarono a vacillare.
I più recenti studi sembrano dimostrare che i Sudarabici vennero dal deserto all’inizio dell’età del Ferro (c. 1200 a.C.). Stanziatisi ai piedi delle alte montagne yemenite, prosperarono presto grazie alla loro grande abilità nel gestire a fini agricoli le acque monsoniche che provenivano dall’altopiano e, poco dopo, nell’intercettare appunto il flusso dei commerci carovanieri che transitava in quelle zone.
Il regno di Saba, il primo a fiorire, fu potente e conosciuto in tutto il mondo antico. Esso si espanse fino a divenire un vero e proprio impero, giungendo la sua egemonia ad interessare ad est i territori al confine con l’Oman e a ovest l’Eritrea e il Tigrai etiopico. La sua supremazia conobbe un offuscamento intorno al VI secolo a.C., quando nello Yemen comparvero, insieme a quello di Saba, regni indipendenti più piccoli (quelli dei Minei, Qatabaniti, Hadramiti), ciascuno caratterizzato da dialetti e culture particolari.
Probabilmente ad un’invasione di nomadi fu dovuto un periodo di declino di tutti i regni sudarabici negli ultimi secoli del I millennio a.C. Ma, già dal I secolo d.C. fa la sua comparsa un nuovo regno, quello di Himyar, che, dopo alterne vicende militari, ebbe a partire dal 300 d.C. indiscussa egemonia su tutti gli altri stati. In questo periodo i nemici da battere sono gli Abissini

che a varie mandate sbarcano dall’Africa in Yemen e, con il pretesto di instaurare o restaurare il Cristianesimo, riescono a limitare seriamente il potere di Himyar.
In effetti, è in questo periodo che, rinnegati gli dei aviti, che tanto e per tanto tempo avevano influito sulla letteratura, l’architettura, l’arte, è adottato in Sudarabia il Monoteismo, inteso prevalentemente nella sua versione giudaica. L’avvento dell’Islam (628) porrà un termine definitivo alla civiltà dell’Arabia Felice.
Lo studio archeologico delle antichità sudarabiche, avviato soltanto in tempi recenti, sta rivelandosi particolarmente fecondo sia per l’inaudita ricchezza dei siti e dei monumenti yemeniti, che per la novità dovuta alla loro ancora scarsa esplorazione. La fama che l’Arabia Felice e la regina di Saba ebbero nell’antichità, fama che non solo in Oriente, ma anche in Europa sorpassò indenne la barriera dei secoli bui, pare oggi ampiamente giustificata dalle scoperte di quest’ultimo ventennio, scoperte che in buona parte si devono alla Missione Archeologica Italiana dell’Orientale di Napoli e dell’IsIAO di Roma.
 deserto"

"Tuareg che setaccia la sabbia del