L’antica
cultura sudarabica fiorì (come dice anche il nome) nel saliente
meridione della Penisola Araba (odierno Yemen) tra il 1200 a.C. ed il
628 d.C. Limitata dal Mar Rosso e dall’Oceano Indiano, nonché dal
grande deserto centrale arabico (Rub ‘al-Khali), essa ha avuto nei
tanti secoli della sua storia uno sviluppo generalmente isolato tanto
nelle vicende politiche e sociali, che nelle manifestazioni del pensiero
e dell’arte, anche se non vanno dimenticati i suoi legami di
parentela, soprattutto linguistici, con le altre popolazioni semitiche
del Vicino Oriente antico (Mesopotamia, Siria, Palestina).
La famosa "carovaniera dell’incenso" che, convogliando aromi
e spezie dall’Arabia meri

"Dune di sabbia"
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dionale sino al Mediterraneo, ne favorì sviluppo e
ricchezza, rappresentò l’unico vero legame con l’esterno di questa
civiltà, e determinò il motivo della celebrità dell’Arabia Felix
nel mondo antico. Ma da quest’unica finestra (aperta, sembra, sino dal
IX-VIII secolo a.C.) non entrarono sostanziali influenze dal nord, se
non a partire dall’era cristiana, quando la forza di coesione ed il
tradizionalismo locali cominciarono a vacillare.
I più recenti studi sembrano dimostrare che i Sudarabici vennero dal
deserto all’inizio dell’età del Ferro (c. 1200 a.C.). Stanziatisi
ai piedi delle alte montagne yemenite, prosperarono presto grazie alla
loro grande abilità nel gestire a fini agricoli le acque monsoniche che
provenivano dall’altopiano e, poco dopo, nell’intercettare appunto
il flusso dei commerci carovanieri che transitava in quelle zone.
Il regno di Saba, il primo a fiorire, fu potente e conosciuto in tutto
il mondo antico. Esso si espanse fino a divenire un vero e proprio
impero, giungendo la sua egemonia ad interessare ad est i territori al
confine con l’Oman e a ovest l’Eritrea e il Tigrai etiopico. La sua
supremazia conobbe un offuscamento intorno al VI secolo a.C., quando
nello Yemen comparvero, insieme a quello di Saba, regni indipendenti
più piccoli (quelli dei Minei, Qatabaniti, Hadramiti), ciascuno
caratterizzato da dialetti e culture particolari.
Probabilmente ad un’invasione di nomadi fu dovuto un periodo di
declino di tutti i regni sudarabici negli ultimi secoli del I millennio
a.C. Ma, già dal I secolo d.C. fa la sua comparsa un nuovo regno,
quello di Himyar, che, dopo alterne vicende militari, ebbe a partire dal
300 d.C. indiscussa egemonia su tutti gli altri stati. In questo periodo
i nemici da battere sono gli Abissini |
che a varie mandate sbarcano dall’Africa in Yemen
e, con il pretesto di instaurare o restaurare il Cristianesimo, riescono
a limitare seriamente il potere di Himyar.
In effetti, è in questo periodo che, rinnegati gli dei aviti, che tanto
e per tanto tempo avevano influito sulla letteratura, l’architettura,
l’arte, è adottato in Sudarabia il Monoteismo, inteso prevalentemente
nella sua versione giudaica. L’avvento dell’Islam (628) porrà un
termine definitivo alla civiltà dell’Arabia Felice.
Lo studio archeologico delle antichità sudarabiche, avviato soltanto in
tempi recenti, sta rivelandosi particolarmente fecondo sia per l’inaudita
ricchezza dei siti e dei monumenti yemeniti, che per la novità dovuta
alla loro ancora scarsa esplorazione. La fama che l’Arabia Felice e la
regina di Saba ebbero nell’antichità, fama che non solo in Oriente,
ma anche in Europa sorpassò indenne la barriera dei secoli bui, pare
oggi ampiamente giustificata dalle scoperte di quest’ultimo ventennio,
scoperte che in buona parte si devono alla Missione Archeologica
Italiana dell’Orientale di Napoli e dell’IsIAO di Roma.
deserto"

"Tuareg che setaccia la sabbia
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