Recentemente
abbiamo assistito ad una diatriba tra due ministri del Governo
Amato, quello della Sanità e quello dell’Ambiente.
Il fatto in se non desta particolare preoccupazione, se si considera
l’aspetto puramente dialogativo e di confronto di due pareri
diametralmente opposti. Ciò che invece appare allarmante è che due
ministeri, parimenti fondamentali per la salute del cittadino,
prendano posizione in maniera così netta e antitetica su di un
problema tanto diffuso sul territorio. A titolo puramente
informativo, è bene precisare il significato della parola
elettrosmog e quali sono gli aspetti tecnico-sanitari da cui
desumere l’esistenza di un pericolo reale per la nostra salute. Su
di una cosa penso siano tutti d’accordo, addetti ai lavori e non,
che gli impianti di diffusione dei segnali radio, televisivi ed
elettrici in genere, creano, in uno spazio perimetrale prospiciente
alla struttura stessa, un campo elettromagnetico a conformazione
sferica, la cui estensione dipende dalla potenza dell’impianto
preso in esame.
A mio avviso il problema di rischio per la salute esiste ed è
reale. Bisogna partire dalla considerazione che il nostro corpo è
costituito da cellule e che ogni singolo elemento, costituente le
stesse, è riconducibile ad una dimensione atomica. In parole povere
gli elementi basilari della nostra struttura corporea sono atomi.
Ciò che crea un razionale collegamento tra atomi, cellule e campi
elettromagnetici risiede nel fatto che gli elettroni che gravitano
esternamente all’atomo ed i meccanismi di funzionamento delle
membrane cellulari, avvengono con modalità elettriche. Faccio
riferimento con ciò ai campi elettromagnetici per i nucleari ed ai
canali ionici presenti sulle membrane cellulari, fondamentali per la
sopravvivenza della cellula stessa.
E’, a mio avviso, impensabile ipotizzare che non vi sia alcun’influenza
tra campi elettromagnetici dei ripetitori radio-televisivi ed i
meccanismi di funzionamento elettrici a livello microcellulare.
Errata inoltre, è la giustificazione del Ministro Veronesi, secondo
il quale questo nesso causa-effetto tra campi elettromagnetici non
è verosimile in quanto scientificamente non dimostrato. E’
evidente che studi in tal senso non sono mai stati eseguiti o
tecnicamente non eseguibili, ma al di là delle mere congetture e
delle

Antenne sul Vesuvio
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socratiche
affermazioni, ritengo che nel dubbio debba sempre prevalere il buon
senso. Non ha importanza se i casi di leucemia determinati da campi
elettro-magnetici siano statisticamente irrilevanti, ciò che conta
è prevenire altri casi, anche se ad ammalarsi fosse un solo
individuo. La soluzione più razionale è quella d’isolare dai
centri abitati le strutture che emettono onde elettromagnetiche, e
nel contempo, avviare una ricerca seria che determini la reale
connessione tra malattie tumorali ed emissioni nocive alla nostra
salute.
E’ stupido ed irresponsabile rimanere ad attendere che le persone
ammalate divengano in numero tale da essere prese statisticamente in
considerazione. Una volta tanto muoviamoci seguendo il buon senso,
lasciando da parte le manipolazioni politiche ed i mancati
fondamenti scientifici.
Ricordiamoci che anche la scienza può sbagliare e non deve farlo a
scapito della salute delle persone.
Luigi Intoccia |