Anno I
n. 2 - giugno 2001 

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E L E T T R O S M O G

Recentemente abbiamo assistito ad una diatriba tra due ministri del Governo Amato, quello della Sanità e quello dell’Ambiente.
Il fatto in se non desta particolare preoccupazione, se si considera l’aspetto puramente dialogativo e di confronto di due pareri diametralmente opposti. Ciò che invece appare allarmante è che due ministeri, parimenti fondamentali per la salute del cittadino, prendano posizione in maniera così netta e antitetica su di un problema tanto diffuso sul territorio. A titolo puramente informativo, è bene precisare il significato della parola elettrosmog e quali sono gli aspetti tecnico-sanitari da cui desumere l’esistenza di un pericolo reale per la nostra salute. Su di una cosa penso siano tutti d’accordo, addetti ai lavori e non, che gli impianti di diffusione dei segnali radio, televisivi ed elettrici in genere, creano, in uno spazio perimetrale prospiciente alla struttura stessa, un campo elettromagnetico a conformazione sferica, la cui estensione dipende dalla potenza dell’impianto preso in esame.
A mio avviso il problema di rischio per la salute esiste ed è reale. Bisogna partire dalla considerazione che il nostro corpo è costituito da cellule e che ogni singolo elemento, costituente le stesse, è riconducibile ad una dimensione atomica. In parole povere gli elementi basilari della nostra struttura corporea sono atomi. Ciò che crea un razionale collegamento tra atomi, cellule e campi elettromagnetici risiede nel fatto che gli elettroni che gravitano esternamente all’atomo ed i meccanismi di funzionamento delle membrane cellulari, avvengono con modalità elettriche. Faccio riferimento con ciò ai campi elettromagnetici per i nucleari ed ai canali ionici presenti sulle membrane cellulari, fondamentali per la sopravvivenza della cellula stessa.
E’, a mio avviso, impensabile ipotizzare che non vi sia alcun’influenza tra campi elettromagnetici dei ripetitori radio-televisivi ed i meccanismi di funzionamento elettrici a livello microcellulare.
Errata inoltre, è la giustificazione del Ministro Veronesi, secondo il quale questo nesso causa-effetto tra campi elettromagnetici non è verosimile in quanto scientificamente non dimostrato. E’ evidente che studi in tal senso non sono mai stati eseguiti o tecnicamente non eseguibili, ma al di là delle mere congetture e delle


                                           Antenne sul Vesuvio                       


              Antenne sul Vesuvio

socratiche affermazioni, ritengo che nel dubbio debba sempre prevalere il buon senso. Non ha importanza se i casi di leucemia determinati da campi elettro-magnetici siano statisticamente irrilevanti, ciò che conta è prevenire altri casi, anche se ad ammalarsi fosse un solo individuo. La soluzione più razionale è quella d’isolare dai centri abitati le strutture che emettono onde elettromagnetiche, e nel contempo, avviare una ricerca seria che determini la reale connessione tra malattie tumorali ed emissioni nocive alla nostra salute.
E’ stupido ed irresponsabile rimanere ad attendere che le persone ammalate divengano in numero tale da essere prese statisticamente in considerazione. Una volta tanto muoviamoci seguendo il buon senso, lasciando da parte le manipolazioni politiche ed i mancati fondamenti scientifici.
Ricordiamoci che anche la scienza può sbagliare e non deve farlo a scapito della salute delle persone.

                             Luigi Intoccia