NICOLAS DE CORSI
La biografia di De Corsi è emblematica per definire il
carattere e comprendere la pittura di questo ”nobile - zingaro”. E’ una
vita da vagabondo quella vissuta dal pittore fino all’incontro con Napoli. In
questa città finalmente egli trova l’approdo ideale, il luogo dove mettere
radici. Tuttavia Torre del Greco, ben presto, occuperà un posto privilegiato. L’incanto
del posto, la festosa allegria degli scugnizzi, la serenità di una cittadina
che viveva di corallo e mare; questi gli ingredienti che rendono agli occhi di
De Corsi unico un paese di provincia.
In particolare, la simbiosi Torre del Greco- mare, cosi naturale, è per il
pittore un connubio magico. Per chi aveva sempre cercato di compenetrare e
rappresentare quella sconfinata distesa di acqua, la città dovette apparire un
piccolo paradiso. Quando il pittore arriva nella città del corallo, nel 1900,
ha solo 18 anni. Vi giunge per trascorrere un periodo di vacanza con la madre.
Ci ritornerà ogni anno, fino al 1934, quando si stabilisce definitivamente in
città. Essendo poco più che adolescente al momento del suo arrivo a Napoli, lo
si può considerare un pittore in fieri, la cui formazione avviene quasi
esclusivamente in ambito partenopeo.
Naturale, quindi, che egli rivolga lo sguardo alla scuola di Posillipo ed elegga
suoi modelli Casciaro e Dalbono, le cui influenze sono evidenti nella sua prima
produzione, durante la quale il pittore cerca ancora di elaborare un linguaggio
autonomo. La pennellata e il modo di rendere il mare sono molto vicini a quelli
di Dalbono, ed anche la rappresentazione del cielo, uno dei suoi marchi di ”fabbrica”,
non ha raggiunto la qualità del periodo maturo.
Eppure sono gia presenti alcuni degli elementi che ritorneranno nella sua
produzione; su tutte la scelta iconografica, che rende il paesaggio marino
assoluto protagonista, mentre le figure assumono il ruolo di contorno, di
semplici comprimari, partecipi dello spettacolo della natura. I colori, altro
elemento caratterizzante della sua arte, non hanno ancora raggiunto la solarità
che riempie i suoi dipinti di un inebriante sapore mediterraneo.
Col passare degli anni, tuttavia, il giovane artista acquisisce il ”mestiere”
necessario per esprimere in maniera completa i suoi sentimenti nei confronti del
mondo e del mare in particolare. Le barche di pescatori si perdono nell’azzurro
del cielo e del mare, offrendo a De Corsi la ”materia prima” delle sue
composizioni. Queste scene di vita semplici, sussurrate e non urlate,
rispecchiano in pieno il carattere dell’artista che, rinunciando al guadagno
facile producendo per mercanti, diventa unico padrone della sua ispirazione.
Tuttavia, De Corsi non si ferma ai primi lusinghieri risultati. Vuole entrare
nella natura, comprenderla e domarla. Verso la metà degli anni venti, il ciclo
dedicato a Venezia apre nuove possibilità al pittore che al ritorno, con la
serie di notturni dedicati alla festa dei Quattro Altari, offre una visione allo
spettatore di incomparabile suggestione. Gli squarci di luce nel buio della
sera, improvvise vampate di vitalità, irrompono con prepotenza nella
composizione, che coglie in pieno il clima di festa dimostrando la maturazione
avvenuta in questi anni.
De Corsi non e più il ragazzo che si ripropone di penetrare nell’anima di una
città, Torre del Greco, per carpirle il segreto che la lega al mare; è
diventato egli stesso parte integrante di quella realtà, diviene il ”poeta
del colore e calore” di Torre del Greco. Nelle sue opere esteriorizza il
proprio mondo interiore. I colori della sua tavolozza sono i colori della sua
città d’adozione. E’ finalmente divenuto parte integrante della città, al
punto che Silvano Villani nel parlare del maestro afferma ”...e chi lo
muove da li (Torre del Greco), attenta alla sua vita. Ha più di settant’anni,
ed è tutt’uno col paesaggio, con la gente, con l’anima di Torre.”
E così De Corsi continuerà sino alla morte. Con la sua tavolozza e i pennelli
insieme ai pescatori.
Anche se la tavolozza, dopo la guerra, ha perso parte della sua vivacità. I
dipinti divengono più meditati, più riflessivi. Sembra quasi che vi sia nella
scelta dei colori la consapevolezza del crepuscolo che inesorabile si avvicina.
E tuttavia non è possibile smettere di dipingere. E’ diventata la sola
ragione di vita, insieme al mare.
Si dice che le persone non muoiano, ma rimangano incantate. Se è vero, De Corsi
deve aver rivolto il suo ultimo sguardo al mare.
BIOGRAFIA
1882
N. De Corsi nasce a Odessa. II padre, italiano, era console nella città, mentre
la madre, Emma Suppinich, russa.
1883
Muore il padre.
1885
La madre si sposa in seconde nozze col nobile spagnolo Gutierrez, anch’egli
console presso lo Zar.
1886-1887 ca
La famiglia si trasferisce a Madrid. Sono questi gli
anni fondamentali per la sua formazione. Girovaga per la Spagna con un gruppo di
zingari. Di questo periodo sono anche le sue prime esperienze pittoriche.
1896 - 1898 ca.
Non ancora ventenne De Corsi, con la madre (anche il patrigno e morto), si reca
in Italia, prima a Roma e poi a Napoli. Nella capitale frequenta la libera
Accademia di S. Luca dalla quale pero viene allontanato. Successivamente si
iscrive alla scuola serale del Circolo Artistico di Roma.
1900
Nicolas De Corsi con la madre si reca in villeggiatura a Torre del Greco,
soggiornando nel Palazzo Savastano di via Beneduce. Inizia cosi il rapporto con
la città che durerà fino alla morte del pittore.
1900 - 1904
De Corsi frequenta I’ambiente artistico partenopeo, inizia ad esporre le
proprie tele e ottiene sin dagli esordi un buon successo. I suoi modelli in
questo periodo sono i pittori Dalbono e Casciaro. Inoltre l’artista stringe
amicizia con lo scultore Vincenzo Gemito.
1904
Esposizione alla Promotrice Salvator Rosa con ”La Parata di Natale” e ”Marina”
(serie di di- segni su carta)
1906
Espone cinque tele alla Mostra Nazionale di Belle Arti a Milano. Nell’occasione,
il Re Vittorio Emanuele III compra il suo dipinto ”Luna sul porto di Napoli”
1909
E presente a Parigi al Salone d’Autunno, nel padiglione riservato all’arte
moderna italiana.
1910
Espone a Venezia alla IX Mostra Internazionale.
1911
Espone alla Promotrice Salvator Rosa con ”Autunno” ”Marina di Portici”
e ”Plenilunio”
1913
Personale a S. Paolo del Brasile, dove ottiene un clamoroso successo. Alcune
sue opere vengono acquistate dalla Pinacoteca di Stato Brasiliana. Sempre nello
stesso anno, avviene l’incontro con l’uomo che diverrà il suo mecenate, il
Conte Giuseppe Matarazzo di Licosa
1914 - 1920
Con lo scoppio della guerra, De Corsi diminuisce la sua presenza nelle
mostre di carattere nazionale e internazionale, salvo alcune importanti
eccezioni. Nel 1917 alla Promotrice Salvator Rosa espone il dipinto ”Villa
Lucia”. Verso il 1920 De Corsi utilizza ormai un suo linguaggio originale,
autonomo rispetto ai suoi modelli ideali
1926
Espone a Parigi al Les Salons aux Champs Elysees
1929
Partecipa alla I. mostra del Sindacato provinciale fascista campano (Regata
a Venezia; Canal Crande)
1930
E presente alla l’ Quadriennale di Roma. Tuttavia I’anno e segnato in
maniera tragica dal- la morte della madre, un vuoto che il pittore non saprà
mai più. colmare.
1932
IV mostra del Sindacato provinciale fascista campano (Tramonto; Cantiere in
riposo)
1934
De Corsi decide di trasferirsi definitivamente a Torre del Creco, prendendo
alloggio alla Spiaggia del fronte. E’ presente alla VI mostra del Sindacato
provinciale fascista campano (Temporale e Marina)
1935
Vll’ mostra del Sindacato provinciale fascista campano (Napoli nuova; Sole d’autunno)
1938
De Corsi si trasferisce nei pressi del Municipio in via del Plebiscito, dove
si stabilirà definitivamente
1940
De Corsi e sfollato a Vico Equense a causa dello scoppio del secondo
conflitto mondiale.
1945
Il pittore ritorna dall'esilio volontario per continuare a dipoingere il
"suo mare".
1949
II pittore ritorna dall’esilio involontario, per continuare a dipingere il ”suo”
mare.
De Corsi si ammala gravemente. Grazie all’intervento del Conte Matarazzo, che
non bada a spese per guarirlo, il pittore si salva.
1956
All’età di settantaquattro anni, muore Nicolas De Corsi a Torre del Greco