Indice

1° PALIO DELLE CONTRADE
 Nelle pagine seguenti le notizie e tutte le foto del Palio


Entra

ECCO,  INTANTO,  LE  10  CONTRADE  DI  TORRE  DEL  GRECO:

FIORILLO-MIGLIO D’ORO -  Lungo i confini litoranei con Ercolano, i Signori Fiorillo, che vollero richiamare il loro casato raffigurando proprio un piccolo fiore nello stemma di famiglia, avevano lì ampi possedimenti, confinanti a nord con quel tratto di strada panoramico tra Ercolano e Torre del Greco, denominato ”Miglio D’Oro”. Qui si dipanavano ville e dimore lussuose.

CALASTRO  - Posta ad est, a gomito con Ercolano, era con ”Sola” o ”Sora”, uno dei due nuclei abitativi che avrebbero poi dato origine a Torre del Greco. Deriva il suo nome da ”calistum” = ”bella sponda” o anche piccola cala-insenatura, per il riparo delle imbarcazioni. E’ una piccola oasi, dove si possono ancora cogliere, come una volta, attimi di prezioso silenzio.

BORGO MARE  - Identifica I’approdo di Torre del Greco, dominato dall’antico ”Castello” e attiguo alla storica ”Fontana”, un tempo testimone di struggenti addii e di commossi abbracci, quando le barche coralline partivano a pesca di corallo, o ne facevano ritorno. E quel non lontano nugolo di case e viuzze, sospese tra le attuali via XX Settembre, via Fontana e Corso Umberto, una volta ”Borgo”, dov’era la nobile dimora del leggiadro amore di Re Alfonso D’Aragona, Lucrezia D’ Alagno.

TAURANO -  L’ attuale Montedoro era in realtà ”Montetoro” e più anticamente ”Taurano”. II toro, simbolo di forza e di vitalità, era accostato, nell’ immaginario mitologico, a Bacco, dio del vino. Duemila anni fa Taurano era gia rinomata presso i romani, per i suoi prelibati vitigni, coltivati tra i gialli cespugli delle ”odorose ginestre”.

SANTA CROCE La antica parrocchiale venne ricostruita nel 1825 dal Beato Vincenzo Romano, suo preposito curato, dopo la catastrofica eruzione vesuviana del 1794. ”Basilica Pontificia”, si appoggia alla possente, invitta torre campanaria, il cui ordine irferiore è stretto nella morsa basaltica della violenza vulcanica. E’ la Chiesa Madre dei torresi ed intorno ad essa i cresciuta, si e sviluppata e si raccoglie la civiltà di Torre del Greco. E’ per questo che il Sacro Tempio identifica tutto il centro storico.

CAPPUCCINI MALAFRONTE - I Signori Malafronte, che nei pressi della parrocchiale di Santa Croce, avevano la loro magione, hanno dato il loro nome a tutto il dedalo di stradine che la circonda. Poco più su, troviamo il convento dell’Annunciata, che a sua volta ha contraddistinto la località ”Cappuccini”, che si inerpica fino a ”Taurano”.

CAVALLO - L’ odierna località ”Cavallo”, in realtà si chiamava ”Catallo”. E per catallo si intendeva il censo corrisposto alla Mensa Arcivescovile di Napoli, proprietaria degli estesissimi appezzamenti che dalla ”Strada regia delle Calabrie” e oltre, arrivavano a lambire la sommità del Vesuvio. Anche li, infatti, ritraviamo la corruzione di ”catallo”, nell’ ”Atrio del Cavallo”, fiumana di lava vulcanica pietrificata.

TORRE Dl BASSANO - E’ la torre che da il nome a Torre del Greco, costruita nel ’500 sul mare in cima ad un promontorio di lava vesuviana. Vigilava sulle incursioni dei pirati barbareschi. La zona che la circonda era chiamata ”Sola” o ”Sora” e insieme a ”Calastro”, localizzata ai confini con Ercolano, ha costituito uno dei due insediamenti che avrebbero poi originato ”Turris Octava” - ”Torre del Greco”.

CAMALDOLI - TRE GAPPELLE L’antico Colle con il Convento dei Padri Camaldolesi, dave dimorava di tanto in tanto S.Alfonso Maria De’ Liguori, la Cappella della Sacra Famiglia -”Cappella Carotenuto”, la Cappella Nuova”, la Cappella di S.Gennaro-”Cappella Vecchia”, identificano questa vasta area agreste, ubertosa e profumata degli umori resinosi delle pinete

INCINO LA BRUNA - La ”Torre di Incino”, più comunemente conosciuta come ”Tone Scassata”, baluardo di avvistamento dei pirati saraceni, posta sul mare ai confini con la ”Torre dell’ Annunciata”, ha identificato tutta la vasta area sulla quale sorge. Essa è attigua a quella altrettanto estesa, nella quale si trova la Cappella della Madonna di S. Maria La Bruna, che a sua volta, ha dato il suo nome a tutta quella località ed il cui culto era comune ai contadini e ai marinai del posto.