Toponomastica torrese

Abbasciammare

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Alla toponomastica cittadina si sommava quella locale, di quartiere. 

Adopero i verbi al passato perché non sono certo della permanenza attuale di questi toponimi,

Mi piace pensare che si usino ancora.

Abbasciammare:

 

 Il quartiere fu costruito sulla lava del 1794, ad opera dell'architetto napoletano Ignazio Di Nardo. Prima della Unità d’Italia, la strada si chiamava strada Marina. Dopo divenne Corso Garibaldi.

Ncoppifierri:

 

 Via Unità Italiana. Il tratto di strada parallelo al Corso Garibaldi, soprastante la ferrovia. 

Questa denominazione era anche usata per quel tratto di Corso Cavour dove le case, risparmiate dalla eruzione del 1794, risultano sottostanti alla strada.

Ncoppumuntone:

 A sinistra procedendo verso levante. Una volta esisteva un’area inedificata, tra la ferrovia e Corso Garibaldi. Era inevitabile che col boom edilizio venisse occupata da una costruzione. 

La denominazione, probabilmente, derivava dall’uso di depositare a munnezza, in tutta libertà sciolta, a formare nu muntone, fino al passaggio, non quotidiano, del camio r’a munnezza.

Sottuponte:

 

 

All'estrema sinistra di Corso Garibaldi. Largo Gabella del Pesce. La denominazione deriva dalla presenza di due ponti sotto la ferrovia. La dizione completa era sottuponticavino. Chi era Cavino?

Ammontuscaro:
 (Foto in alto)

La zona di via Principal Marina, tra Corso Garibaldi e il mare, dove c’erano i munazzeri che costruivano vuzzi e paranze. Scaro sta per scalo, approdo e quindi riva.

Ntucantiere:

 

Il cantiere era un complesso edilizio industriale, fatiscente ai miei tempi di ragazzo, a valle di via Principal Marina. Molti i tentativi di recupero ma sempre falliti a seguito delle libecciate eccezionali che si abbattevano sulla scogliera non protetta dal molo né da scogli frangiflutti.

U scarillo r’a Patana:

 

 

A destra di ammontuscaro, lungo la costa. La piccola insenatura a levante del promontorio della scarpetta, dominata dal terrazzo del ristorante di Giagante. I geologi hanno definito scoglio della Patana quel promontorio lavico dell'eruzione del 1794.

Ncoppascarpetta:

 

 

Proseguendo lungo la costa. Era il promontorio di Largo Portosalvo, quello che una volta era un cantiere navale. Il nome indica lo scivolo, la scarpata, realizzato nella roccia per il varo di grossi bastimienti. Quello era un avvenimento esaltante e ricco di suspense per l’imprevedibilità dell’esito. La discesa sui vasuli terminava con il salto dalla scogliera. Dopo c’era l’urlo liberatorio e campane e tofe e pastarelle.

Ncoppucafè:

 

 La parte estrema a ponente di Corso Garibaldi, prima della scesa della banchina. Lì c’era un caffè, l’unico del quartiere. Gli altri punti d’incontro erano i tre saloni di barbiere e la strada.

A scesa r’a banchina:

 

Il tratto di strada in discesa che da Corso Garibaldi arriva alla spiaggia del porto. Sul lato destro c’erano i magazzini per il catering delle paranze e delle curalline, i velaiuoli e i venditori di cimme e rezze.

Ncoppabanchina:

 

Una volta esisteva la banchina, un pontile di legno per l’attracco di piccole barche. La passeggiata nel porto si concludeva sulla banchina, col mare a destra, a sinistra e sotto le tavole dell’impalcato. Sul lato a levante della banchina, dove c’era a cantina r’u Turcone, tra scogli e pietre, si gettava in mare il fiume sotterraneo Dragone. Lì si pescavano, con un po’ di fortuna, le anguille con l’ombrello.

Sottufronte:

 

È sinonimo di abbasciupuorto. Il termine fronte, deriva dal latino "fronterium", il luogo che fronteggia un fiume, un mare.

Abbasciupuorto:

Il litorale all’interno del porto, quello dei cantieri e della banchina, quello della nera rena dove una volta si potevano fare i bagni, tra una paranza in costruzione e una doppia fila di vasuli per il varo di un bastimiento, tra l’odore di stoppa e pece e evera ‘i mare.

Ntupuorto:

Sinonimo di abbasciupuorto.

Ncoppupuorto:

La passeggiata sul molo, lato interno del porto.

Aretupuorto:

Sugli scogli frangiflutti verso il largo, dietro al molo.

Ammontupuorto:

All'estremità del molo, dove c'èra il faro, a lanterna.