La Storia di Torre del Greco
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Il settore della Tabula Peuntingeriana che mostra parte della Campania con la strada costiera
tra Napoli e Nocera.

I  SECOLI  BUI  CON
BARBARI  E  BIZANTINI.
BELISARIO
RIPOPOLA  NAPOLI
CON ABITANTI DI SOLA.
Seguirono tempi oscurissimi, per i quali le notizie sono scarse, frammentarie e incerte. La zona. rimase pressoché deserta: pochi scampati ebbero il coraggio di ritornare sui luoghi della sciagura per rimettere in vita le campagne. Unica realtà. viva in tanto squallore dovette essere la strada costiera necessariamente rifatta, nei punti distrutti dalla colata di fango solidificatasi ad un’altezza di più o meno di 20 metri, per riattivare le comunicazioni col sud, come possiamo apprendere osservando La famosa Tabula Peutingeriana (cosi chiamata dal tedesco Konrad Peutinger che nel 1507 l’acquisto) copia medioevale di una mappa stradale militare romana del III-V secolo d.C. di tutto il territorio dell’Impero, che porta tracciata anche tale strada con i nomi indicativi di distanze delle scomparse Ercolano e Pompei e da due colonne stradali l’una indicante il termine del IV miglio romano da Napoli, del tempo dell’imperatore Teodosio I (fine sec. IV) rinvenuta a S. Giovanni a Teduccio (e conservata nella chiesa Parrocchiale di tale località), l’altra indicante il termine del VI miglio romano, del tempo di Massenzio e di Costantino il Grande (inizi sec.IV) rinvenuta a Resina (e conservata nel Museo Nazionale di Napoli).

A poco a poco, e sotto la minaccia di altre eruzioni, riprese la fiducia e risorsero lungo la strada i primi poveri gruppi di abitazioni e le prime botteghe per i viandanti e qualche Villaggio (1) . L'impero Romano d’Occidente crollava sotto la furia dei barbari invasori nel V secolo mentre quello d'Oriente, con capitale Costantinopoli, rimaneva in vita. Calavano in Italia i Visigoti, gli Unni i Vandali, gli Eruli guidati da Odoacre, gli Ostrogoti con Teodorico. Centro di questi ultimi: l’imperatore d’Oriente Giustiniano Inviò nel 535, per la riconquista dell’italia, il generale Belisario che ingaggiava una durissima guerra risalendo la penisola dalla Sicilia ed entrando vittorioso in Napoli, dopo lungo assedio nel 536: sottoponeva poi tale città, per vendetta, ad un saccheggio e ad un feroce massacro di nemici e di molti cittadini inermi; rimproverato dal Papa e penttito vedendo le case vuote, decise di recuperare la popolazione, raccogliendo da diversi villaggi, dei dintorni, uomini e donne, cioè cumani, puteolani e molti altri venuti dal1a Liburia (Terra di Lavoro), da Playa (il territorio vesuviano), Sola Piscinula, Trocchia, Somma ed altri villaggi ancora (2). Il barbaro goto Totila riprendeva quasi tutta 1’ltalia e attaccava nel 542 ancora Napoli, ne distruggeva le mura e il territorio circostante; intervenuti ancora una volta, i Bizantini, con il, generale Narsete battevano e uccidevano nel 553 il sucessore Teia in battaglia alle falde del Vesuvio, restituendo l'Italia tutta all’Impero.

1) Plinio il Giovane: Lettere VI,16 e 20; Maxcello Gigante: Il fungo su1 Vesuvio. 1989
2) Giov. Alagi: La zona vesuviana dal I al IV sec.d.C. 3) Antonio Muratori: Cap. XVI della "Storia Miscella” in Rerum Italicarum Scriptores”, Tomo I, fol.107.