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dottrina cristiana. Fino al XV secolo, che vedrà la scoperta del Nuovo Mondo e quella della stampa a caratteri mobili, la cultura napoletana s’incentrava sugli studi teofilosofici, quindi furono ben scarse le opere prosastiche o in versi degne di rilievo. Vigeva la poesia provenzale importata dagli stessi angioini, la quale influì non poco, secondo i filologi, sullo insorgere della poesia popolare napoletana, che si affermerà definitivamente solo nel Cinquecento, in pieno periodo della scoperta della stampa. Intanto gli scriptorum erano in pieno fulgore. Era 1’esplosione pirotecnica conclusiva di un’arte plurisecolare destinata di lì a poco ad estinguersi, o a sopravvivere come i fuochi fatui nelle scuole elementari sotto i1 nome di calligrafia o bella scrittura, per incenerirsi completamente nel secondo dopoguerra. Non di meno, di stabile affermazione era la miniatura, essenzialmente legata ai codici danteschi. Molto nota la Divina Commedia miniata a Napoli in quel periodo e conservata gelosamente presso la Biblioteca dei Gerolomini. Si tratta di un codex molto discusso, copiato, sembra, da un altro codice toscano realizzato appunto da

scribi fiorentini. Quest’opera, detta pure filippina, nacque dalla stretta collaborazione di un provetto amanuense ed un esperto miniatore. Il genere di letteratura artistica miniata si propagò in molte province del Regno, i cui operatori erano attratti dalla cultura artistico-letteraria degli angioini.
INCHIOSTRI GRAFICI E LORO USO
Anticamente, pure all’epoca degli angioini, l’inchiostro, come ho gia detto, veniva fabbricato per lo più con materie vegetali. Il nerofumo, come pigmento, da sempre viene prodotto tramite combustione da fiamma. I cinesi, ancora una volta, sono stati maestri nella produzione degli inchiostri. Alcune pergamene, ad esempio, venivano scritte con inchiostro oro o argento, fabbricato con l’impasto delle polveri degli stessi metalli. Il più famoso strumento di scrittura fu lo stilo, da cui derivano stile, stilistica, stilografica, ecc. Un altro rudimentale strumento fu il calamo, da cui: calamaio. Infine si ebbe la penna di volatile, usata per centinaia d’anni. Il nero, per millenni, e stato l’inchiostro da scrittura e tipografico più usato.
Oggi le industrie per la produzione di inchiostri da