Cap. 7 - Pag. 268

Cap. 7 - Pag. 269 

In più le cartiere producono tonnellate di cartoncino destinato agli astucci contenenti ogni tipo di mercanzia, dai prodotti alimentari a quelli medicinali, Infine spendiamo qualche parola per 1’utilissimo cartone ondulato da imballo, indispensabile per 1’uso di ogni sorta di spedizione merceologica a livello planetario. Ne riparleremo più avanti nel paragrafo relativo alla cartotecnica.
LA CULTURA NAPOLETANA
PRIMA DI GUTENBERG

Conclusa la breve panoramica sulla carta e necessario trattare, sebbene a grossi tratti, 1’argomento tecnico relativo agli inchiostri. Prima, però, con la scusa di rilassarci, facciamo un’altra sosta nella storia. Gli inchiostri da stampa vengono prodotti oggi in milioni di tonnellate 1’anno per tener testa alla domanda della, sebbene concorrenziata, era della carta. Produzione di colori di gran lunga superiore a quella secolare, atta alla copiatura dei codex. Una esigua quantità d’inchiostro, ricavata da materie vegetali, veniva prodotta ancora ai tempi di Roberto d’Angiò, alias il Saggio, il quale, come Federico II, sembra favorisse la cultura napoletana

durante il suo Regno. Fu in quel periodo che Giovanni Boccaccio scrisse alcune sue opere durante il soggiorno napoletano. In quel tempo numerosi letterati italiani insegnarono all’Università di Napoli, compreso chi ci denigrava, come Cino da Pistoia, ad esempio, che immortalò qua e là versi e pareri non del tutto edificanti per Napoli. Roberto il Saggio mise assieme una vasta biblioteca di codici di ogni tempo, così gravosamente copiati dalle officine scrittorie. Il re, bontà sua, mise pure a disposizione un vasto ambiente di lavoro per copisti e miniaturisti laici. Per i sovrani è stato sempre facile affermarsi in ogni campo, da qui dev’essere derivata la nostra locuzione popolare: La flatulenza del capo non olezza, più colorita nella sua versione originale: ’O pirito d’ ’o masto nun fete. Non dimentichiamo che Napoli, a differenza di Londra, Parigi o S.Francisco, vanta una vasta letteratura popolare caratterizzata da lazzi scurrili, prosaicità facete o trivialità da portuali, che attingono da un bisogno atavico di rimuovere (con tali innocue trasgressioni) quella conflittualità osservanza - inadempienza, circa le solite normative divino-terrene di una cultura