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serigrafici hanno come prerogativa l’intensità e la coprenza, per cui i colori fondamentali non si fondono bene per ottenere i toni intermedi.
TOTONNO PEZZE ’NCULO
E VICIENZO PIERE PE’ TTERRA

L’arte serigrafica si è dequalificata sul nascere, a Napoli; il motivo lo troverete da soli nella storiella che segue. Un minimo impianto serigrafico si limita, si può dire, al solo materiale di consumo: telaio e inchiostro. Molti circumvesuviani hanno annoverato questo mestiere tra le migliaia improvvisati da secoli. Questo contribuisce al degrado (noi diciamo lo sputtanamento) di certo lavoro specialistico, perché le ditte regolari, soggette ad oneri vari, si vedono anch’esse costrette a mirare alla quantità, a discapito del pregio qualitativo. Ed eccoci arrivati a Totonno pezze ’nculo e Vicienzo piere pe’ tterra. Tutti sanno che i soprannomi riflettono la personalità, il mestiere, la condizione di un individuo, quindi potete già farvi un’idea della morale della favola. I due tipografi in questione erano ubicati sulla stessa strada l’uno di fronte all’altro. La spietata lotta commerciale durava da ben cinque lustri. Non si

contavano le aggressioni fisiche, le rappresaglie, i boicottaggi. Sulle due fazioni nacque un vero mercato nero, giochi d’azzardo, ecc. Si scommetteva su chi rompeva prima la testa all’altro, sul numero dei clienti che entravano in ciascuna bottega nell’arco della giornata e via discorrendo. Scrivani e assistiti lavoravano a tutto spiano, tra cabala e smorfia. Insomma nacque un’attività economica che arrotondava i magri stipendi del vicinato. Intanto i due durante le tregue lavoravano come turchi, poiché a mano a mano che i costi si riducevano, la clientela diveniva sempre più nutrita. Quando le prestazioni raggiunsero il costo zero Totonne pezze ’nculo e Vicienzo piere pe’ tterra dilapidarono tutte le loro risorse e mandarono le famiglie sul lastrico. Quella strada morì nel senso commerciale. I “bancarellari” tentarono nuovi siti. Gli scommettitori ripiegarono con il toto nero. In tutto il quartiere aleggiava un’aria di detrimento. I due ambulavano nel quartiere, boccheggianti per l’inedia, dimessi e malnutriti, il viso grinzoso ed emaciato. Un giorno si incontrarono. Non si azzuffarono, non avevano altra forza che quella della