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Nella mia terra vesuviana sono molto diffusi gli avvisi murali di decesso. Non sappiamo soffrire ancora da soli. Disdegnamo, chissà ancora per quanto, la massima di Mark Twain: Il dolore può bastare a se stessi, ma per vivere a fondo una gioia bisogna dividerla con gli altri. La solidarietà contro gli oppressori ci insegnava a fare tutto insieme. Uno stampato, l’avviso di lutto, non molto frequente nella mia bottega di Via Purgatorio a causa dell’emotività della mia consorte Rosaria, la quale, puntualmente, si scioglie, all’atto della commissione, in elegiaci convenevoli con il richiedente.
In più, alla consegna, si abbandona in lamentose querimonie con tale partecipazione che alla fine insorge l’inadempienza remunerativa sulla ipotetica base della carità cristiana.
GLI STAMPATI «DELLA STRADA»

Nella vasta gamma di lavori commerciali vi è quell’insieme di stampati che rappresentano una sorta di messaggio popolare relativo a gare sportive, manifestazioni folkloristiche, promozioni commerciali, e via discorrendo. Dall’avviso murale alla locandina, dal volantino alla cartolina

pubblicitaria. Di questi stampati si fa largo uso nel circondario vesuviano, nella metropoli e nei centri più densi di popolazione. Questi siti palpitano di iniziative culturali di livello popolare. La produzione è favorita pure dal clima e dalla maggiore tolleranza sull’imbrattamento urbanistico. E’ probabile che la natura di questi stampati abbia avuto origine proprio sotto il Vesuvio, dove le tradizionali feste popolari hanno radici addirittura pagane. L’ambiente colorito e climaticamente confortevole della strada contribuisce al perpetuarsi di questi esternamenti dionisiaci, dove si vedono planare sulle teste aligeri messaggi, là dove, quando sono di carattere religioso, sembrano provenire, dedaleggiando, dai meandri del cosmo, proprio dall’aldilà.
Caro popolo di festaioli, il nostro, di crapule e cioncate pure sui cigli delle strade; di abbuffate di taralli con sugna e pepe, di frattaglie di maiale, di lupini e semi di zucca o arachidi tostate (’o spassatiempo); di torrone d’Ospedaletto e di castagne di Montevergine. E così vola tutto dall’alto, intorno al Vesuvio, oltre alla cenere vulcanica: volantini, tagliandini inneggianti la gloria dei Santi,