Cap. 3 - Pag. 98  

Cap. 3 - Pag. 99                                      

Lo stile letterario, col suo valore precipuo di espressione univoca, inteso come tecnica artistica di estroversione o trasfigurazione di pensiero e sentimenti viene compromesso e svalutato non solo dai nuovi mezzi concorrenti come il cinema e soprattutto la televisione, ma modificato in se stesso, nelle viscere, dai sistemi creativi moderni relativi ai calcolatori, che escludono parzialmente non solo la priorità dell’opera umana, ma propongono una concezione estetica e di contenuto prefabbricato o aleatorio o addirittura schematizzato e ripetitivo. Tutto avviene in seno al gioco arido e asettico dei terminali. Diacronia, cronologia, posposizioni, scelta lessicale, inventiva, creatività scaturiscono da un cervello artificiale, specie nel campo giornalistico. Il computer stabilisce la forma e l’ampiezza delle notizie in base a moduli predeterminati per farla in barba ai costi.

LA MECCANIZZAZIONE DELLA STAMPA
Ma come avvenne la meccanizzazione della stampa gutenberghiana? FIRMIN DIDOT (famoso tipografo che determinò la metrica tipografica e

finanziò la prima macchina automatica per la carta di Robert) riprese gli esperimenti dello scozzese WILLIAM GED di Edimburgo che ideò il sistema per realizzare una copia della pagina di caratteri composti, onde poterla riutilizzare a favore di eventuali ristampe in maniera da riadoperare i caratteri per altri lavori. Il sistema consisteva nel formare una impronta di gesso sulla superficie dei caratteri composti in pagina. La matrice ottenuta, negativa, serviva per ricavarne la seconda, positiva, dalle caratteristiche di stampabilità pressoché identiche alla pagina composta di caratteri mobili. Il metodo, oggi in disuso per la stampa, prende il nome esplicito di stereotipia. Da questo sistema si ricavò quello, in largo uso nei decenni passati, per la fabbricazione dei timbri, oggi compromesso dalla tecnica fotopolimerica (vedi paragrafo specifico). Stereotipico era pure il sistema usato in passato da tutte le officine dei quotidiani per ottenere le matrici curve monoblocco delle rotative, ricavate dalla pagina di piombo assemblata con cliché zincografici. Finalmente il vecchio torchio di legno fu sostituito con torchi in lega, capaci di stampare