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mai nelle grinfie dei monaci...E’ superfluo aggiungere che la copiatura avveniva sia attraverso il lavoro individuale che dietro dettatura del bibliotecario. E quante volte, c’è da immaginarselo, un po’ per il tedio, un po’ per il sonno, l’uno avrà dettato patate e l’altro avrà scritto cipolle.
In ogni modo i monaci avevano libero arbitrio di purgare, modificare, intrapolare o estrapolare. Gia ai tempi dei romani, però, esistevano officine scrittorie frequentate da schiavi. Dall’anno uno ab urbe condita, al 1450 dell’Era Cristiana gli amanuensi hanno rappresentato il lungo periodo di preludio della storia della stampa, perché, appunto, sono stati i precursori pazienti e un po’ secchioni, delle arti grafiche. Fu probabilmente il loro superlavoro a suggerire 1’invenzione a Gutenberg. Gia dal VII secolo, intanto, esistevano delle sparute officine laiche che si moltiplicarono, nel tempo, molto lentamente.
NON DI SOLO AMANUENSE
Non bisogna dimenticare, però, che uno dei primi sistemi di stampa fu inventato dai cinesi. Gli orientali adoperarono dapprima caratteri di terracotta per

stampare i loro singolari giornali. Nel VII secolo apparvero i primi caratteri di rame e altre leghe. Il metodo si rivelò problematico se si considera che 1’alfabeto cinese comprende circa cinquemila segni. Così, mai scoraggiati, inventarono la stampa tabellare, altrimenti detta xilografia. Essa consiste (perché raramente ancora si pratica) nell’utilizzare come matrice una tavoletta per lo più di legno incisa a mano. Il risultato era pressappoco simile a quello dei clichè zincografici, ottenuti con l’ausilio di un negativo fotografico, la luce attinica e la morsura d’acido, adoperati tutt’oggi dalle tipografie tradizionali (oggi 2002 raramente. N.d.r.) Idonea per la riproduzione di immagini, la xilografia non risolveva il problema della composizione alfabetica. Diffusasi pure in Europa non cadde in disuso, infatti dopo l’invenzione della stampa a caratteri mobili venne utilizzata come ausilio alla nuova scoperta per illustrare le opere stampate, data la sua ottima compatibilità col torchio. E’ pur vero che sulla tavoletta era possibile incidere quante lettere dell’alfabeto si volesse, ma a parte la laboriosità del sistema, la matrice, essendo monoblocco, non