L'Immacolata
di fine millennio:
8 dicembre 2000 (Foto:
LUIGI MARI)
Il
culto dell'Immacolata Concezione risale per i Torresi al 500, quando già
la Cappella principale della navata di destra della Basilica di S. Croce
era dedicata alla Vergine: la sua immagine, infatti, splendeva nell'Altare
della Cappella, che ospitava inoltre delle nicchie con otto statue di
legno ove erano riposte le reliquie dei Santi patroni di Torre.
Le statue venivano portate in processione per la città il 3 maggio di
ogni anno, in occasione, appunto della Festa dei Corpi Santi. In seguito
all'eruzione del Vesuvio del 1794 la Chiesa di S. Croce fu ricostruita ed
il Beato Vincenzo Romano volle che l'Immacolata rimanesse nella sua
collocazione originaria risalente al 500.
Nel 1849 Papa Pio IX, in occasione della festa dell'esaltazione di S.
Croce, entrò benedicente in Chiesa, e lasciò in dono all'Immacolata due
pianete uguali di seta celeste, impreziosite da ricami in oro: una lapide
posta in fondo alla Chiesa nel 1920 testimonia l'evento.
Oggi le pianete sono esposte nella sala museo di S. Croce, nei colori
liturgici verde e viola. L'8 Dicembre del 1861 una terribile eruzione
vesuviana, seguita da un violento terremoto, sconvolse Torre del Greco. Si
trattò di un'eruzione disastrosa e rovinosa, per cui la città venne
fortemente danneggiata. Gli storici raccontano che i torresi si rivolsero
all'Immacolata facendole voto di portare la sua immagine in processione su
un carro trionfale. I testimoni sono concordi nel dire, che la lava si
arrestò prodigiosamente. Al di là di qualsiasi possibile spiegazione
scientifica di tale fenomeno, i torresi attribuirono all'intervento della
Madonna l'arresto della lava, per cui l'anno seguente, 1862, solennemente
sciolsero il voto. Alla processione partecipò l'intera città. Oltre alle
testimonianze degli storici di cui Francesco Balzano e il napoletano
filoborbonico Giacinto De Sito, ricordiamo il racconto dei fratelli
torresi Giuseppe e Francesco Castaldi, i quali, nella loro "Storia di
Torre del Greco" narrarono della terribile eruzione da testimoni
oculari.
L'eruzione e i terremoti terminarono del tutto il 31 dicembre di
quell'anno, e così i torresi poterono rimpatriare ed iniziare la
ricostruzione della città, quasi completamente diroccata. Quella festa fu
grandiosa, come testimonia la rivista dell'epoca "La scienza e la
fede": la chiesa principale restaurata fu ornata da arredi
preziosissimi; l'immagine dell'Immacolata, collocata per la prima volta,
sul carro trionfale, fu rivestita con una ricchissima veste nuova,
ricamata in oro a gran rilievo, nei colori rosso e bianco, dono di tutto
il popolo era splendida, la chiesa affollatissima. Ai balconi e alle
finestre di tutte le case erano appesi drappi di seta e le strade erano
cosparse di fiori.
Il carro uscì dalla Chiesa alle 11,00 quando, l'anno prima, si avvertì
la prima scossa di terremoto, e rientrò alle 2,00 del pomeriggio, quando
la terra si aprì a vomitare lava di fuoco e bitume. In quell'anno venne
costruito un monumento a Capotorre a ricordo dell'eruzione.
Nel 1904, ricorrendo il cinquantesimo anniversario della definizione
dogmatica dell'Immacolata Conce- zione.
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Il Balzano fece erigere un monumento
alla Vergine su quella parte di Torre dove la lava si arrestò.
Nel
1954 in occasione del centenario della promulgazione del dogma
dell'Immacolata venne proclamato l'anno mariano e fu lanciata l'iniziativa
di incoronare l'antica statua della Madonna.
Come era facile immaginare il
popolo torrese accolse con gioia la proposta e partecipò entusiasta alla
donazione dei propri oggetti d'oro che vennero utilizzati per la
realizzazione della corona.. Anche se in alcuni casi erano gli unici
oggetti d'oro posseduti i fedeli furono ben felici di vederli risplendere
sul capo della Vergine.
Il 23 giugno di quell'anno il Cardinale Marcello Mimmi, Arcivescovo di
Napoli, incoronava solennemente la prodigiosa immagine dell'Immacolata in
Piazza S. Croce, tra una marea di popolo esultante. L'ultima data da
ricordare, il 1961, centenario della storica eruzione.
L'8 dicembre di quell'anno il Comune di Torre del Greco offrì in dono
all'Immacolata un calice d'argento dorato con coralli; nello stesso giorno
venne posta una lapide sulla facciata della sagrestia di S. Croce, a
ricordo del centenario dell'eruzione.
Il carro dedicato all'Immacolata fu costruito per la prima volta a Torre
del Greco nel 1862, ma già esisteva in altri paesi prima d'allora, come a
Napoli dove veniva costruito il carro detto di Battaglino, o in Sicilia,
dove vi era il carro della Zita. Attualmente la realizzazione del carro
passa attraverso varie fasi: la prima è il progetto grafico, affidato ad
un artista locale sulla base di un tema diverso ogni anno. Inizia poi la
vera e propria costruzione, che parte dal basamento di legno e dalle
decorazioni in cartapesta ed altro materiale, questa lavorazione si svolge
in un apposito laboratorio artigianale.
L'ultima fase inizia quindici
giorni prima della festa nella Basilica di S. Croce, proprio in
prossimità della Cappella dell'Immacolata. Qui si lavora alla struttura
portante formata da lunghi pali che servono a sorreggere il castelletto
con lo "scivolo" su cui si poggerà la statua della Madonna. Il
carro, di imponenti dimensioni, è lungo 10 metri, largo 2,80 metri e alto
6 metri. Il giorno 6 dicembre, in tarda serata, la statua viene
posizionata sul carro che, il giorno successivo, è trasportato da
numerosi volontari dalla navata di destra a quella centrale della Chiesa.
Il giorno 8, alle ore 4,30 del mattino, inizia la prima messa, e
nonostante l'orario la Basilica è già gremita di popolo.
Il carro esce dalla Chiesa alle 11,00 ora nella quale fu avvertita la
prima scossa nel 1861. Esso è sostenuto da circa 150 uomini in camice
bianco tra gli applausi della folla che invade la piazza e il volo dei
colombi appositamente lanciati dal carro. Il carro è preceduto dalla
banda musicale, dalla Arciconfraternita del SS. Sacramento e dal Preposito
curato con alcuni sacerdoti e seguito dal sindaco e dalle autorità
comunali con il gonfalone della città. Seguono dei piccoli carri,
costruiti dai fedeli e portati sulle loro spalle.
L'Immacolata attraversa la città, tra due ali di folla festosa, tra una
pioggia di bigliettini inneggianti e petali di fiori, e i balconi sono
tradizionalmente rivestiti di coperte di damasco, seta e merletti. Il
carro rientra in Chiesa alle 14,00, ora in cui come già detto, nel 1861
la terra si aprì a vomitare lava di fuoco, e resta esposto in chiesa per
8 giorni. Precedono la solennità dell'Immacolata i dodici sabati e la
solenne novena, ed inoltre la domenica che precede la festa vi è da parte
delle autorità locali e del popolo l'omaggio floreale alla Madonna. |