Raffaele Raimondo

       
                Lo storico Raffaele Raimondo

Ho un ricordo benevolo di questo personaggio che ebbi la fortuna di conoscere anni or sono. Ci accomunava il fatto di essere rapiti dalla cultura anche senza aver seguito studi regolari.
"Prefesso' - gli dissi una volta - che state preparanno?
"Nun songo prefessore"
tuonò la sua voce stentorea, ma insolitamente dolce. Egli aveva sentito sotto pelle l'ammirazione che provavo per lui.
"Pecché - aggiunsi  - i prefessure fanno meglio 'e vuie?".
Senza saperlo avevo colpito nel segno. Solo quando  vibrano certe corde, anche nelle persone poco emotive e piuttosto sanguigne gli occhi si illuminano, quindi cominciano a brillare.
"Che te serve?" disse un po' alla torrese, improvvisamente  inconsapevole, incerto.
"Niente, so' vvenuto a me congratula' e basta".

Non disse nulla. Capii solo che accadeva un fatto per lui  non molto consueto dalle nostre parti. "Itinerari torresi" con la dedica che volle per forza regalarmi mi dettava la sua commozione, non solo, la sua gratitudine.

In seguito, però, Raffaele Raimondo ha ottenuto i meritati riconoscimenti anche di critica, perché quelli di pubblico non glieli aveva mai negati nessuno, sin dai primi articoli su "La Torre".
Riporto una sua breve biografia tratta, insieme alla foto sopra, da "Uomini e fatti dell'antica Torre del Greco".

Nacque a Torre del Greco il 16 giugno 1912 da Raffaele e da Rosa Puglia. Compì i regolari studi elementari del tempo conseguendo un diploma di scuola media inferiore (Scuola Tecnica). Figlio unico, per l’avversione del genitore a mandarlo a Napoli non aveva intrapreso studi superiori.
Aveva frequentato, pero, con profitto notevole la R. Scuola di Incisione sul Corallo e di Disegno Artistico Industriale, diretta dal prof. Enrico Taverna che lo ebbe come il suo più caro allievo. Da questi apprese l’arte del disegno per la quale aveva spiccate attitudini.
Giovanissimo prese a partecipare attivamente alla vita artistica della città, distinguendosi per le prestigiose «luminarie» ideate e realizzate con maestria, precisione e senso artistico da tutti riconosciuti; a Torre del Greco per le feste dei «Quattro Altari», a Napoli per quelle di Piedigrotta o per quelle in onore di S. Vincenzo alla Sanità. Queste sue opere, in un certo senso «effimere» perché destinate a durare poche stagioni, hanno girato tutto il mondo attraverso l’attivita della famosa ditta torrese Nicola del Gatto R. figli. Impiegato dello Stato ha lavorato per lungo tempo come disegnatore superiore presso 1’Ufficio Tecnico Erariale di Napoli.
Dal 1966 al 1978 ha prestato la sua collaborazione, con 1’impegno che lo distingueva, alla vita del locale giornale «La Torre». Gli «Itinerari Torresi» ne furono il frutto. Il libro stampato in due edizioni - 1973 - 1977 - ha avuto lusinghiero riconoscimento di pubblico.
Dal 1978 al 1982, fino a pochi giorni prima della morte, avvenuta il 18 settembre, lavorò alla stesura di "Uomini e fatti dell'antica Torre del Greco" prestigiosa opera pubblicata postuma.