Beato Vincenzo Romano


  Papa Voitila ed il Beato Vincenzo (G. Ciavolino)

I testi e le foto che seguono sono stati riprodotti dalla pubblicazione "Organizzare la speranza" Supplemento al N. 3 de "La Città" 1991 edizione a cura del Comune di Torre del Greco, per gentile concessione dell'autore Carlo Ciavolino.

BREVE BIOGRAFIA DEL BEATO

Domenico Vincenzo Michele Romano nasce a Torre del Greco il 3 giugno 1751 in via Piscopia, poco lontano dalla Parrocchiale di S. Croce, dove viene battezzato il giorno dopo, da Nicola Luca, agricoltore di severi principi cristiani e da Maria Grazia Rivieccio, pia donna di casa. Al primo nome gli è preferito il secondo, per la particolare devozione della famiglia al santo spagnolo Vincenzo Ferreri.
Vincenzo comincia già dalla fanciullezza a manifestare la sua propensione per le "cose di chiesa" tanto che ai giochi consueti dei suoi coetanei, preferisce erigere in casa piccoli altari, improvvisare processioni, recitare pregheire o canzoncine religiose.
Il padre vorrebbe farne un orefice ma il giovanetto mostra una sempre maggiore inclinazione religiosa che e già fermissima vocazione sacerdotale, intanto assecondato dal fratello Pietro, maggiore di 12 anni e religioso dei Padri dottrinari, nonché dal suo precettore, D. Agostino Scognamiglio, presso il quale il piccolo Vincenzo si reca quotidianamente dopo le lezioni di catechismo in S. Croce.
L'ingresso in seminario non e facile. I tempi non sono propizi: troppi religiosi e troppi seminaristi affollano la Diocesi. Da un lato la politica laicistica del Governo Reale, dall'altro le restrizioni alle nuove ammissioni in Seminario imposte dal Cardinale Antonino Sersale, precludono a Vincenzo in un primo momento la via della formazione sacerdotale.
Anche il successivo tentativo presso i Gesuiti va a vuoto, poiché nonostante l'esito positivo della domanda, proprio in quei giorni del 1765 i Gesuiti sono espulsi da Napoli.

 Ma poco dopo, il provvidenziale intervento del duca Di Martino, amico del suo precettore D. Agostino, consente al giovanetto Vincenzo Romano di sostenere gli esami di ammissione al Seminario Diocesano di Napoli, che per disposizione dello stesso Cardinal Sersale sono particolarmente severi, ma che il quattordicenne fanciullo torrese supera senza esitazione, ricevendo i lusingati elogi degli esaminatori.
Gli anni successivi sono per il seminarista Vincenzo Romano tutti un fervore di fede e di studi sotto la guida di D. Mariano Arciero, sacerdote di grande ingegno e "di eroiche virtù e apostolo del catechismo nell'Italia Meridionale", morto in onore di santità e dichiarato Venerabile.
Il giovane è additato ad esempio dai Superiori, che non mancano occasione per elogiarlo. Sabato 10 giugno 1775 l'ormai ventiquattrenne Vincenzo è ordinato sacerdote nella antica Basilica napoletana di S. Restituta, eretta dall'Imperatore Costantino. Il giorno dopo, domenica, festa della SS. Trinità, nella Parrocchiale di S. Croce nella sua Torre del Greco, il novello sacerdote celebra finalmente la sua prima messa, circondato dall'affetto e dalla commozione dei Torresi ed in una atmosfera pregna di fede e di partecipazione.
Il sogno di Vincenzo s'è finalmente avverato. Inizia da quel giorno la sua intensa vita pastorale, vissuta con profondissima fede, in piena umiltà, senza mai risparmiarsi. Il 15 giugno del 1794 una terribile e catastrofica eruzione del Vesuvio sconvolge e distrugge quasi tutta Torre del Greco. La lava ignea inghiottisce la Parrocchiale di S. Croce lasciando emergere dalla roccia fumante solo i due ordini superiori del cinquecentesco, poderoso campanile, che da allora assurge a simbolo della rinascita della città del corallo.
La immane tragedia non piega l'animo fiero e indomito dei Torresi che, come gia in passato, si pongono subito all'opera di ricostruzione. Si preoccupa che non manchi mai loro il conforto religioso e il pane divino. Per le loro famiglie si prodiga in ogni modo per alleviare disagi e sofferenze morali e materiali. Adotta con determinazione e costanza il metodo della "sciabica", raccogliendo in preghiera la gente per le strade e i vicoli della città. Condensa in un volumetto il "metodo pratico" ed efficace di seguire la S. Messa.
La sua pastorale, la sua catechesi sociale, efficace e "diretta", imbevute di grande spiritualità sull'esempio di S. Alfonso Maria De' Liguori, sono fortemente anticipatrici di quelle attuate ai nostri tempi dalla Chiesa Cattolica. Il 1° gennaio 1825 D. Vincenzo, in seguito ad una caduta in casa si frattura il femore sinistro. Comincia con questo banale incidente tutta una serie di più o meno gravi malanni che piegano e compromettono progressivamente la pur solidissima fibra fisica dell'umile Parroco di S. Croce, che ora si trascina, tra grandi sofferenze fisiche e appoggiandosi ad un povero bastone, nella sua mai interrotta missione pastorale.