| Il Bar Santopietrodi Peppe d’Urzo
 Chi
      non conosce nella nostra città il celebre e notorio Bar Santopietro al
      corso Vittorio Emanuele, quasi di fronte alla villa comunale? Chi non ha
      gustato un buon caffè o sorseggiato un drink nel locale di don Luigi
      Santopietro?Probabilmente in pochi si sono persi questo privilegio... Il bar da sempre
      è stata una "mile stone" ed un punto d’incontro per tante e
      tante persone.
 L’attuale titolare è Luigi Santopietro, nato a
      Boscotrecase (ridente cittadina e comune della Campania in provincia di
      Napoli – 11.299 ab. – a 86 mt. s.m., alle falde sud orientali del
      Vesuvio; distrutto dalle eruzioni del 1631 e del 1906) il 10/04/1922 da
      Ciro e Rosa Vitello. Dopo le scuole elementari lavorò nelle centrale dell’Ilva
      (fabbrica ferriera) a Torre Annunziata, come operaio tornitore.
 Durante la seconda guerra mondiale i suoi ricordi vanno ai bombardamenti aerei
      con i bombardieri che sorvolano i paesi vesuviani e sganciavano quegli
      ordigni micidiali che causavano lutti e rovine; questi spettacoli visti da
      lontano, gli sono rimati impressi negli occhi, in quegli occhi giovanili
      ed impotenti di fronte agli irragionevoli scempi della guerra.
 Militare in Esercito a Torino; dal lento dopoguerra, trova occupazione 
		in una fabbrica (messa su dalla famiglia) di sandali ("zoccoletti") e 
		giubboni di pelle; per le suole venivano utilizzati pneumatici degli 
		zatteroni nel porto di Salerno; non erano altro che residui bellici.
 
 La
      prima pasticceria/gelateria fu aperta agli inizi degli anni ’50 in via
      Annunziatella a Boscotrecase; la seconda, dopo 5 anni, sempre nella stessa
      strada, con locale più grande e provvisto di laboratorio e giardino,
      coadiuvandovi col fratello Giuseppe.Luigi conobbe la sua compagna di vita
      in quel di Anzio (cittadina laziale – 32.383 ab. – in provincia di
      Roma; porto soprattutto peschereccio e stazione balneare, con grande porto,
      del Lazio; patria di Nerone e di Caligola), Maddalena Catracchia, nata ad
      Ausonia (FR) il 06/03/1938,
      da Lorenzo e Algisa Medici. Ella abitava ad Anzio con la sua famiglia (il
      padre era Maresciallo dei Regi Carabinieri), quando il 22/01/1943 vi
      sbarcarono sulle spiagge le truppe anglo/americane per quella che doveva
      diventare una delle più sanguinose campagne della seconda guerra mondiale,
      conclusasi con la liberazione di Roma. Prima e dopo lo sbarco si
      alternarono numerosi e terribili incursioni aere che molto danneggiarono
      le innocenti cittadini Laziali. Maddalena lavorò nella "Palmolive",
      industria edificata dagli americani nel 1946 in quel di Nettuno (Roma);
      era la centodiciannovesima operaia.
 
    
      Anzio: piazza Pia, truppe inglesi in transito,anno: 1943 (la freccia indica l’abitazione dei
 Catracchia.
 Dopo il
      fidanzamento, i due convolarono a nozze ad Anzio in data 28/04/1965,
      andando ad abitare, poi, a Boscotrecase. Dalla loro unione sono nati:
      Ciro, programmatore di computer a Roma, e Lorenzo, a cui è demandata la
      prosecuzione dell’attività paterna del bar al c/so V. Emanuele col nome Luigi, che
      costituisce l’immensa gioia dei nonni materni e paterni. Don Luigi
      venne a Torre nel 1967, dopo aver escluso e rifiutato un locale di
      bar/pasticceria a
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 Luigi Santopietro all’interno del bar coi figli (anni ’70)
 
		Pompei; acquistò il negozio, prelevandolo ad un certo "Enrico ’u  
		caffettiere", Enrico Palomba(detto anche "’U uagliuniere"), padre di
      Salvatore, ex medico veterinario del Comune di Torre del Greco; il bar aveva una sala
      interna con biliardi e tavolini all’esterno. Di domenica si poteva
      ascoltare musica lirica e classica; qui, uno dei primi biliardi (marca
      "Pietro Mari") fu inaugurato da: Bartolo D’Elia, Luigi
      Imperato, Silvio Cacace e Domenico Cirillo, detto: "Mimi ’u nunziatese". 
		Si narra anche che, all’interno del bar, si siano tenute
      sedute e riunioni di dirigenti e soci della nascente Polisportiva Turris
      in cerca di una sede che in seguito fu trovata nell’ex
      circolo della Loreto Storace, poi Dopolavoro Ferroviario, e al presente
      "Alfabeta" (libreria). Vi sono state alcune innovazioni e
      ristrutturazioni all’attuale negozio: nel 1967, 1988 e 2003, quest’ultima
      in stile classico e accurata, elegante ed accogliente. Negli anni ’70
      fuori al bar erano collocati tavolini e sedie per il ristoro di numerosi
      clienti; l’arredo esterno fu, poi, tolto. Don Luigi è stato uno
      specialista nell’arte della gelateria; da ricordare sono  il "limone
      africano" e il "cioccolato al limone". Vari personaggi sono
      entrati nel bar Santopietro: i f/lli Carlo e Aldo Giuffré, Mario Merola,
      E. Montesano, Sassolino e tanti altri attori che si sono esibiti al
      cine/teatro "Corallo" in villa comunale.
 
  
	La moglie alla
      cassa; con un gruppo di giovani  fuori il locale (anni ’80)
 
 Egli è
      un arzillo pensionato, sempre allegro, simpatico ed incline allo scherzo;
      persona garbata e a modo; elegante, indovina sempre le cravatte che
      indossa; appassionato di calcio e di biliardo; a tal proposito mentre
      era intento a giocarvi sul circolo "Kennedy", al c/so V.
      Emanuele n. 153 (attuale "Maxi"), il tavolo da biliardo
      improvvisamente si sollevò dal pavimento: era il 23 novembre del 1980,
      infelice data del terremoto in Irpinia; il panico si trasformò in un
      fuggi fuggi generale; tifosissimo del Napoli, le cui gioie e sofferenze 
		sono mitigate con gocce di coramina ed esperto intenditore di totocalcio,
      totip, lotto, ecc.
 Da un po' di tempo il carissimo don Luigi ha passato
      il testimone al figlio Lorenzo che sta portando, con orgoglio e fierezza,
      avanti il marchio "Santopietro", uno dei più famosi bar della
      nostra amata città.
 Gli insegnamenti ed i segreti del diletto genitore
      gli serviranno per seguire l’esempio di un uomo, anzi di un galantuomo
      onesto e lavoratore, da tutti conosciuto e ben stimato per i suoi
      autentici valori professionali ed umani.
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