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Quando Boccia "vestiva le bambole"

di Peppe D'Urzo

Dal cilindro dei ricordi un'altro importante "trait de rue": corso Umberto I (dedicato al re d'Italia dal 1878 al 1900, figlio di Vittorio Emanuele II e di Maria Adelaide d'Asburgo) anticamente denominato Via Borgo. Da via Beato Vincenzo Romano per raggiungere piazza Luigi Palomba bisogna attraversare (e passare per "'ncopp 'a guardia") questa "historical main street" costeggiata da antichi e nobili fabbricati, vicoli, vicoletti, scaloni e negozi, e per la quale una volta viaggiava il non dimenticato tram.
Le reminescenze vanno al periodo in cui una insegna di un negozio colpiva l'attenzione e la fantasia di tante persone che ivi abitavano e transitavano.
Trattasi dell'esercizio di Antonio Boccia, la cui insegna così recitava: "Vesto le bambole". Egli, che aveva ereditato l'attività (vendita di tessuti) dal padre Gennaro (1879-1955; detto "'u vuschese" perchè la gente era convinto che fosse nato a Boscoreale, invece era nativo di San Giuseppe Vesuviano) nato a Torre del Greco nel 1908 e morto sempre a Torre nel 1990, era definito "'u poeta" in quanto si dilettava a comporre frasi poetiche che spesso affiggeva all'interno delle vetrine del locale.
Alcune che si ricordano: "Se bambola vedrai per la via, è cliente mia" oppure "La donna che affascina, si veste da me" e ancora "Non sei elegante, non sei attraente, di Antonio Boccia non sei cliente".
I Boccia approdarono a Torre intorno al 1890 ed il negozio fu aperto al corso Umberto n. 31  nel 1914. Ora è chiuso dal 1990.
Altri Boccia si trovano attualmente in via S. Noto e all'angolo tra via Colamarino e piazza S. Croce. Altri negozi che hanno dato una immagine popolare a questa parte della città sono R. Stasio (detto "'u malaforbice" arrotino e coltelleria, sin dall'inizio del '900), A. Marianera (artista fotografo), Ondeggia (tessuti), A. Spagnuolo (scarpe), "Don Ciro dde' radio" (radiotecnico, nel suo locale si ascoltavano i risultati della Turris, militante in IV Serie, negli anni '50), "Aniello 'a sargente" (frutta e verdura; famose le


"castagne del prete", vendute nel periodo natalizio), Ignarra (della pasticceria; precedenti titolari Sessa e R. Vitiello), Dolce (pasticceria), Iacomino (barbiere), F. Ausiello (deposito di farina, poi trasferito in via B. V. Romano), "Al Labrador" (stoccafisso), A. Formez (vetri e specchi), "'e mbrellare", Berardo (orologi e coralli), Ciavolino (barbiere), Mennella (forno), "Consiglia 'a panettera" e "Prinzipio 'u cantiniere.
Da menzionare una famosa cantina al civico n. 72, di proprietà di G. Sorrentino (padre di Rafele 'u cusetore") ove si era soliti bere buon vino (i bevitori erano chiamati "Sciaquanti" e si esibivano spesso al gioco del "Padrone e sotto...").
Da ricordare inoltre Russo (profumeria), "Maria 'a modista", Cirillo (macelleria), T. Reccia (foto/ottico), G. Scognamiglio (tessuti), "Amedeo 'u rilugiaio" (amante di musica lirica), i f.lli Fornito, pizzaioli (Ciro detto "Ciliberto" e Giuseppe), G. Visciano (barbiere; con insegna esterna all'americana; grande tifoso della Turris e cuore "corallino"), "'u graunaro", Sequino (elettrodomestici), Galliano (cornici), Bertonati (fiori) e tanti altri cui va un sentito pensiero per l' attività svolta, ed a coloro che nel mese di maggio di una volta festeggiavano la festa di tutti i santi con carri sui quali v'erano le statue dei protettori delle zone e quartieri di "C'era una volta Torre del Greco".