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IL BAR S. LUCIA

di Peppe D'Urzo   

A Torre giù alla Marina/ già di prima mattina,/ nella più bella via /è aperto il bar Santa Lucia./ Si parla di calcio e di lavoro/ fra amici in tutte le ore,/ e con un caffè ed un sambuchino/ scambi una parola con il vicino./ Salve antico bar del Caporale/ Dalle origini natali.../Quanta gioventù/ Hai visto nascere quaggiù... - Carlo Boccia - marzo 2008
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Il mythical" bar Santa Lucia che in precedenza era conosciuto come il bar del Caporale, è stato prelevato nel 1962 da Ciro La Rocca che subentrò ad Andrea Savino, in quella storica via che porta il nome di via Fontana, in onore del monumento alle "Cento cannelle". Ciro La Rocca era nato a Torre del Greco (zona Santa Maria La Bruna) il 23/04/1939 ed ivi deceduto il 24/02/2008, da Salvatore ed Angela Folla che, con i suoi avveduti novantanove anni - come afferma il nipote Aniello- è in grado di ricordare tutti i compleanni, onomastici ed anniversari familiari.
Famiglia numerosa con quattro maschi e tre femmine. Sin da ragazzo, per non pesare sul precario bilancio familiare, impara un mestiere; va a lavorare come scalpellino (operaio qualificato o specializzato, in grado di eseguire lavori di riquadratura e, rispettivamente, di sagomatura, in marmo e in pietra) nella Cava di pietre di "Villa Inglese" (attuale area dei f.lli Balsamo) dalle caratteristiche colate laviche formatesi nel tempo (1760 ed ancora prima).
Appena diciottenne emigrò nel 1957 in quel di Milano, la capitale industriale dell'Italia del nord in cui si riverseranno migliaia di lavoratori, provenienti dal profondo e povero sud. Nella nebbiosa città meneghina, trovò lavoro in una autorimessa, e, successivamente, in una azienda tramviaria ove purtroppo subì un infortunio all'occhio destro; in seguito a questo increscioso evento, scoraggiato e col morale giù, decise di ritornare nella sua Torre.
Qui, dopo il servizio militare in Marina, si dedicò con tutte le sue energie e gagliarda determinazione, all'attività del bar che chiamò "Santa Lucia" per voto alla Santa (Santa Lucia, vergine, siracusana, martirizzata sotto Diocleziano; secondo la leggenda le furono strappati gli occhi; è considerata protettrice della vista) ed ogni anno il 13 dicembre festeggia la ricorrenza con fuochi d'artificio ed offrendo da bere a tutti. Gli inizi lavorativi sono poco duri ed impegnativi.
Ciro, ancora celibe, dormiva all'interno del locale, poiché era alquanto disagevole tornare a casa in quella parte periferica della città, da sempre denominata Santa Maria La Bruna.
La sveglia erano soliti darla i pescatori, quegli uomini dalla dura corteccia, verso le quattro del mattino, i quali bevevano un caffè, latte caldo o un bicchierino di anice ("anisetta"), prima di uscire in barca, per guadagnarsi da vivere. Il 22 agosto del 1967 si unì in matrimonio con Michelina Vitiello, venendo ad abitare in via Fontana; cinque i figli: Salvatore, attuale gestore della tabaccheria "Non solo tabacchi"-Rivendita n. 2, da circa 140 anni in via Fontana n. 62 (nuovo), Aniello che ha continuato l'attività paterna dal 2002 del bar Santa Lucia, Franco gestisce un piccolo bar all'interno della nostra Pretura, Angelo è universitario ed infine Massimo che frequenta la scuola alberghiera.
Il banco di mescita in origine si chiamava "Bar del Caporale" dal nome di Carmelo Iacopino, un finanziere della vicina caserma ubicata in C/so Cavour n. 10 (di fronte alla mitica "Mitilde `a vaccara"), nato a Melito di Porto Salvo (comune della Calabria in provincia di Reggio Calabria, ove il 20 agosto 1860 e il 25 agosto 1862 vi sbarcò Giuseppe Garibaldi); quando andò in pensione nel 1930, pensò di aprire un bar nelle vicinanze; scelse questo posto, uno dei più belli e suggestivi di via Fontana, una delle tre "boulevards", costruite giù alla marina agli inizi dell'800.

           
Qui, al civico 58 (nuovo) ad angolo con via Comizi, ritrovo tra amici, conoscenti e clienti occasionali, per discutere dei problemi quotidiani, di lavoro e di sport (calcio, ovviamente) ad alta voce ed in modo animato. Da questo "corner" si riesce ad intravedere uno squarcio di mare del nostro golfo, un tratto della ferrovia dello Stato (" 'a strada 'i fierro"; 1842 circa), a destra il padiglione della terza stazione ferroviaria d'Italia, a sinistra il campanile della chiesa di S. Giuseppe alle Paludi; inoltre, nelle nitide giornate di sole mediterraneo, una parte dei Monti Lattari e alle spalle l'appariscente rampa di scale di trentanove gradini che portano al centro città. Qualcuno ricorda che dopo il "Caporale" si sono susseguiti nella conduzione del locali altri gestori tra cui: due anziani, che i più chiamavano "sfaxini" (o "tunisini") ed il cognato di "Ninella 'a tabaccaia" (attuale tabaccheria Rivendita n. 2), emigrato, poi, in Francia.
Ciro è stato appassionato di calcio, e spesso è stato il presidente del suo bar nei tornei di bar e pasticcerie. Nel 1976/77 la sua squadra vinse il "Quinto Torneo Calcistico" dei bar torresi con la finale che si disputò allo stadio comunale "A. Liguori": Bar Santa Lucia - Bar Costantinopoli 1/0 (rete di Imperatrice; Pres.: V.zo Monile ("Ninello"), Pres. onorario: Ciro La Rocca, dirigente accomp.: Gnni Cuomo; ci fu, per l'occasione, una bella mangiata presso la "Cantina del Pescatore" in via Fontana. In uno di questi tornei, a ricordo di qualche calciatore, la squadra fu invitata ad uno spettacolo di comici in un teatro locale, cui facevano parte Massimo Troisi, Lello Arena ed Enzo De Caro, i componenti della leggendaria "La smorfia".
Addio, Ciro; eri un uomo in gamba, un grande lavoratore e un padre esemplare. Se lassù hai trovato un bar, certamente sarai dietro al banco a disposizione dei clienti, come hai sempre fatto, con garbo, serietà e professionalità.
Il suo primo anniversario (trigesimo) è stato celebrato con una santa messa il giorno 31/03/2008, lunedì, alle ore 12,00 nella chiesa del Buon Consiglio a Leopardi dai familiari tutti che, con immutato affetto, lo hanno ricordato a quanti lo conobbero e gli vollero bene, con queste semplici e toccanti parole:
"L'amore della famiglia, la gioia del lavoro, il culto dell'onestà furono realtà luminose della sua vita".