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Alfredo Girella

di Peppe D'Urzo

Nel "bagage" della memoria, Alfredo Borriello, detto "Alfredo 'i Girella", in quanto la madre si chiamava Maria Cira, "sdogana" alcuni ricordi della seconda guerra mondiale da Carinola /CE.
Nato a Carinola (CE) il 3.04.1930, all'età di due anni viene a Torre, ove in San Giuseppe alle Paludi il padre Ciro, marittimo (1901/1951) aveva un pezzo di terra ('Ncopp 'u canalone) coltivata a pomodori e ortaggi. Alfredo frequentava le scuole al corso Garibaldi, a Vitt. Veneto e al "N. Sauro" in via Circonvallazione fino alla quinta elementare, indossando la divisa da balilla per le esercitazioni nella palestra attigua alla scuola di via V. Veneto e nel cortile della "N. Sauro”.
Allo scoppio della guerra, il padre di Alfredo era imbarcato sulla nave ospedale "Aquilea" come fuochista-ingrassatore, mentre la madre doveva mantenere due fratelli e quattro sorelle, più piccoli di lui. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, il padre, lasciando la nave nel porto di La Spezia, raggiunge con altri marittimi, nel giro di poco più di dieci giorni, Torre, rivedendo i suoi cari.
Nel 1942 nella zona di via San Giuseppe alle Paludi, s'installò una postazione antiaerea della Wehrmact; grandi mitragliatrici a quattro canne guardavano il mare; i soldati germanici di questa batteria costiera familiarizzarono con gli abitanti della zona; i ragazzi, tra cui Alfredo, vi si recavano in cambio di qualcosa da mangiare; quando i soldati della Wehrmact andarono via, piangevano.
Poi vennero alcuni soldati "SS" (abbr. di Schutz- Staffeln; tedesco: Squadre di Protezione") con il compito di rastrellare i giovani da inviare al  lavoro nei territori del Terzo Reich. Furono presi in molti, e tanti si salvarono, rimanendo nascosti nei più disparati posti fra cui le tombe e le nicchie del confinante cimitero.
Un amico di Alfredo, di giovane età, fu preso; fece ritorno a casa all'età di vent'anni. Le "SS" fecero irruzione nel forno di Garofano in largo San Giuseppe, mentre alcune donne vi portavano delle patate per  farle cuocere; il tutto terminò violentemente e le patate furono calpestate e distrutte dai tacchi degli stivali "teutonici", perché nessuno dovesse mangiarle...
Nelle vicinanze del "canalone" era ubicata una grotta che fungeva da ricovero antiaereo; qui la gente vi trovava riparo, a causa dei bombardamenti aerei. Poi la gioiosa festa del passaggio delle forze interalleate per le strade cittadine. Alfredo fu presente, trovandosi in via V. Romano e corso Umberto I, alias "'Ncopp 'a uardia"; il popolo era contento, la tristezza della guerra sembrava scomparire, la felicità e la speranza in un mondo migliore prendevano il sopravvento.
I soldati alleati distribuivano cioccolata, chewing gum, sigarette, ecc.; in via Nazionale, località Leopardi, un camion a "stelle e strisce", fermo sulla strada, distribuiva latte e miele.
Altre memorande riemergono e vengono alla luce. Alfredo ricorda che quando il padre "sbarcava", si recava ai vari mercati ortofrutticoli per caricare varie merci sul carretto. Alcuni viaggi  furono pieni di insidie e pericoli.
A Casalnuovo di Napoli, mentre transitava col padre sul carretto, incontrò  i tedeschi: i carri armati fecero largo al fine di far passare il carretto ed un impaurito cavallo.
A Volla (NA) sulla via del ritorno la guerra continuava fra gli alleati ed i tedeschi in ritirata con reciproci scambi di cannonate e raffiche di mitragliatrici; verso Ponticelli le sirene degli allarmi aerei suonavano a gran "voce" e  le bombe cadevano a grappoli dal cielo, Alfredo e il genitore trovarono rifugio sotto alcuni palazzi; arrivarono con tanta paura, e, grazie al buon Dio, a casa.
 

Nel 1944 Alfredo mentre lavorava la terra come bracciante nella proprietà di "Don Giuvannino 'u prevete", unitamente ad un certo "Carlino ToclaTocla", nel tentativo di estirpare con la zappa alcune gramigne (erbe dannose alle colture) si sentì un singolare rumore; la zappa aveva urtato qualcosa di metallico; si trattava di una bomba incendiaria sommersa nel terreno e che non era esplosa; lo spavento e la paura furono acquietate dall'intervento di militari italiani (artificieri) che ovviarono all'inconveniente.
Alfredo, persona tranquilla e riservata, ha espletato il servizio militare nel Battaglione "San Marco" come marò nel maggio del 1950, a Villa Vicentina (UD), con addestramenti e prove da sbarco su zatteroni e mezzi idonei a Grado (GO) e Latisana (UD); marittimo con la qualifica di marinaio/nostromo con la società "Costa", per trenta lunghi anni; medaglia d'oro di Lunga Navigazione. Sulla "Federico Costa" conobbe Silvio Berlusconi che all'epoca era cantante (col cappello tipo "Borsalino") ed animatore; dal 1995 gestore dei campi da tennis in via E. De Nicola, per circa 8 anni.
Coniugato nel maggio del 1957 con Anna Ciuffi (01/04/1935-08/08/2003), originaria di Ercolano, casalinga tuttofare; quattro figli (tre maschi ed una femmina) e otto nipoti.
Dagli occhi profondi e sereni di "Alfredo 'i Gerella" sono emersi questi ricordevoli momenti del passato.
Quel crimine che fu la guerra che causò morte e rovine, è un triste ricordo per tutti quelli che l'hanno vissuta. E per Alfredo la guerra è stata un inferno, un'infernale e totale privazione per intere popolazioni, spogliate dai sani valori della vita.
 

Le foto: Alfredo Borriello ("Alfredo 'i Gerella" in divisa da militare (Battaglione "San Marco"), anno: 1950; la moglie: Anna Ciuffi in una immagine del 1958; Alfredo al presente; sulla M/N "Eugenio Costa" nel 1960.