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RICORDI DI TORRE   a cura di Peppe D'Urzo

Il ciuccio di Cardalana

di CARLO BOCCIA

A Torre del Greco c'era un antico detto, ed era rivolto a chi non se la passava tanto bene: sempre pieno di problemi economici, di salute e tanti guai. "Me pare 'u Ciuccio i Cardalana, tene cient chiaje è a cora fracita ".
C'era una volta... così incominciano le fiabe, e questa che vi racconto è passata nella leggenda della storia torrese. Noi tutti siamo abituati a commemorare i Santi, i condottieri, i geni e dimentichiamo spesso gli umili, i diseredati, gli emarginati, i poveracci che, come Cardalana, hanno dovuto vivere di stenti e sacrifici. Cardalana al secolo Raffaele Clemente, era un single, e si guadagnava da vivere facendo "l'acquafrescaio", cioè portava casa per casa l'acqua fresca delle "Cento Fontane". Aveva una carretta mezza rotta e un ciuccio tutto spelacchiato con i quali trasportavano l'acqua contenuta in recipienti di terracotta, le famose "mummarelle", e in fiaschi di vetro, tenute ferme da uno strato di paglia. Il suo giro giornaliero comprendeva la zona mare e arrivava fino in via XX Settembre, ma a causa della lentezza del suo mezzo di trasporto, le zone da servire erano molto vaste, e poi Cardalana, generosamente andava a piedi, camminando di fianco al ciuccio per non appesantirlo di più. Il suo mestiere era molto utile, data la scarsa reperibilità dell'acqua corrente, che non era ancora arrivata in tutte le case; il prezioso liquido era molto più apprezzato allora che oggi.
Quest'umile uomo ogni anno, il 2 luglio, organizzava una festa in onore di Santa Maria, la Madonna delle Grazie, una cosa semplice e divertente soprattutto per i ragazzi; allora la gente si accontentava di poco, ed io sono riuscito a raccogliere queste notizie aiutato dalle persone del luogo. Così, come un invisibile telegrafo senza fili, è un’usanza dei vicoli: trasmettere le notizie e gli inciuci; il 1° Vico Agostinella si è risvegliato, ognuno mi dava volentieri notizie che sapeva, chi affacciato da una finestra, chi dal balcone, chi sull’uscio di una porta a darmi notizie poi c'era anche qualche passante e chi mi ha accompagnato nei luoghi dove viveva e abitava.
Ho raccolto queste notizie frammentarie sulla festa di Cardalana, fra il "sentito dire" e dai racconti tratti dall'esperienza diretta di chi l'ha vissuta veramente. Si racconta che cominciò come i suoi genitori a cardare la lana, ma i tempi, specie nel periodo fascista, diventarono difficili; la lana andò scomparendo e fu sostituta dal "feniello", in altre parole la feccia della canapa. E Cardalana fece la fame; finalmente dopo qualche tempo ebbe la fortuna di lavorare in una fabbrica che faceva uso di alcuni acidi corrosivi, ma lì il malcapitato ebbe un incidente, cadde in una vasca di acidi. Fu nel cadere che egli si rivolse alla Madonna delle Grazie, la cui immagine egli stesso aveva apposto in una al muro della sua casa e dove si può vedere ancora oggi a metà percorso del 1° vico Agostinella lato Ovest. Ne uscì deturpato e da allora cambiò mestiere e divenne trasportatore di acqua delle "Cento Fontane", conducendo sempre miseramente la sua esistenza.
L'unica forza che lo faceva sopravvivere a tante sofferenze era il voto fatto alla sua Madonnina. E proprio il 2 luglio, il giorno della ricorrenza della Madonna delle Grazie, si faceva la festa. Quel dì la carretta di Cardalana non trasportava acqua ma allegria per il popolo e vi partecipava tutto il quartiere, anche gente da fuori Torre. Dopo aver fatto una colletta per le spese, si abbelliva e si ornava l'edicola; si usavano due botti di vino, due tavole di legno, quelle usate dai panettieri, le candele offerte da una fabbrica di cera, poi con drappi di stoffa, copriletto e fiori si allestiva un piccolo altare. Il vicolo era una festa, c'erano le luminarie, e dai balconi si sfoggiavano i copriletto. Il fulcro della festa era il "ciuccio di fuoco", preparato dal fuochista Luigi D'Angelo: era fatto di cartapesta riempita di fuochi artificiali. Fu scelto come simboli il ciuccio, forse in nome di quel nobile animale che gli dava da vivere. Al mattino si pregava

LE FOTO: RARA FOTO Dl CARDALANA; CARRO TRASPORTO ACQUA; SIMULAZIONE DELLA FESTA Dl CARDALANA; VIA XX SETTEMBRE LUGLIO 2012; PRIMO VICO AGOSTINELLA LUGLIO 2012

 davanti all'altarino con rosari e litanie, (i cos'iddio e orabronabis) chiedendo grazia e protezione, poi il pomeriggio si preparava la carretta con "il ciuccio di fuoco" appoggiato sopra: sembrava un "cavallo di Troia" orgoglio della festa. Quindi si portava il tutto all'inizio di via XX Settembre, e, nel tardo pomeriggio, il via del "mast' i festa"; un uomo, un certo "guagliione", si parava davanti alla carretta, accendeva la miccia rappresentata dalla coda dell'animale e il "ciuccio" prendeva fuoco; petardi, botti, bengala variegavano la scena, il ciuccio scendeva di corsa lungo il "Rio" seguita da una banda di scalmanati "guagliuni", che gridavano, correvano e si divertivano (l'età più bella).
Io la ricordo appena, era agli inizi degli anni 50, stavo seduto sui gradini del civico 57 in via XX Settembre, la casa di mia nonna paterna, e non mi era permesso seguire quel baccano, anche se mi sarebbe piaciuto tanto partecipare.
Erano epoche di cui ci si divertiva con cose semplici, che poi sono le più belle, quelle ricordate di più con nostalgia.