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RICORDI Dl TORRE a cura di Peppe D'Urzo

"'U Brillante e 'u ristorno"
Chesta spetta all'ommo e chesta spetta a femmina

''Tengo un aniello con sette brillanti, faccio dispetto alla mia compagna, tengo un cane che si chiama "fiore" tiè tiè invidiosa".
(Antica cantilena
torrese)

di CARLO BOCCIA

Le tradizioni sono leggi, moglie e buoi dei paesi tuoi, paese che vai usanze che trovi... e altri ancora, sono le sintesi di questo racconto. Ora le giovani coppie si sposano, con rito civile o sacro, fanno la lista di nozze in un negozio per i familiari in modo da non avere regali uguali. Oppure convivono o sono compagni, e a volte anche con lo stesso sesso. Possiamo dirlo in tanti modi, ma vivono sempre sotto lo stesso tetto. Ma tanti anni fa era diverso, la donna aspirava al matrimonio come fonte di sistemazione e sostentamento per tutta la vita. Creava così una famiglia, composta dal padre capofamiglia che provvede al fabbisogno materiale della casa, la madre che la cura, i nonni che danno buoni consigli, e i figli che devono crescere sani, istruiti e educati. Cosi stabilita l'agognata data di matrimonio a volte con disappunto e con molta sottomissione alla suocera e rispettando alcune regole: come doversi sposare se aveva altre sorelle, in ordine di età cominciando dalla più grande, (e in casa poteva salire un fidanzato alla volta), dopo vari anni di fidanzamento in moda da potersi "scandagliare" i caratteri, e facendo i dovuti regali. All'uomo toccava fare tutti i finimenti in oro e brillanti: parure di collana, orecchini e anello, il bracciale, collier, orologio, anello con pietra, ed in ultimo il Brillante o solitario. Per la donna "il ristorno" ma di minor valore: la catena, il bracciale, i gemelli, il fermacravatta, l'orologio, l'anello con pietra ed il brillante o solitario. Se poi il fidanzamento si scioglieva, questi regali si restituivano. I fratelli erano gli ultimi a sposarsi, perché dovevano aiutare le sorelle economicamente a sistemarsi, in questo modo la famiglia era molto unita. Trovata una casa dove andare a vivere, ed era sempre nelle vicinanze della madre di lei, c'erano delle leggi tacite per arredarla, di cui l'uomo era all'oscuro, e la donna la più informata, consigliato sempre dalla madre, sorelle, zie, comari e nonne. Cioè quello che spettava comprare all'uomo e quello che spettava comprare alla donna, ma nonostante ciò l'accordo avveniva sempre dopo qualche "chiacchiera" con la suocera e le cognate. La sposa doveva portare come dote la stanza da letto, da pranzo, i tendaggi, l'arredamento di utensili per la cucina, pentole, servizio di posate, piatti, bicchieri, tovaglia e tovaglioli, contenitori e tutto ciò che serviva per cucinare. Inoltre il suo corredo: lenzuola, coperte, copriletto... che in seguito veniva fatto l'appriezzo dalla suocera e conoscenti. La tovaglia che copriva il canestro dei regali di Natale alla suocera, era un assaggio del suo corredo. L'uomo invece doveva provvedere alla cucina, ai lampadari, allestire il bagno, riparazione della casa, spese della casa (acqua, luce, affitto), le bomboniere, pagare il fotografo, i fiori in chiesa e il viaggio di nozze. Al ritorno dal viaggio di nozze, la mamma della sposa faceva trovare la spesa in casa (pasta, olio, sale, pepe, caffè, zucchero, pomodori, frutta, detersivo, scopa).
La domenica successiva si faceva la prima "
asciuta" si andava a messa alle ore 11, nella Basilica di S. Croce, "'A Parrocchia", e poi a pranzo dai genitori di lui o lei.  Curiosità: a

   

 

    

LA FOTO: COLLIER IN ORO GIALLO E BIANCO; BRILLANTE; PENTOLE Dl RAME: PARTE Dl CORREDO; CUCINA

volte la famiglia più benestante o per convenienza per sposare il figlio o la figlia, si accollava tutte le spese e diceva, "Aggia fatto l'omm(o) e a femmina". Le donne facevano di tutto per sposarsi e c'era un detto "A femmina non si sposa il ciuccio, perché con i calci rompe le lenzuola". E poi il vasto corredo non era usato tutto, passava in eredità alle figlie.
Al primo figlio o figlia si dava per rispetto il nome dei genitori paterni (usanza perduta) ma l'usanza dei nonni di fare il regalo al nipote è rimasta. Se il primo figlio era un maschio, tutti contenti, "
è nato l'omm", se poi era una femminuccia si diceva alla madre "Nun ti piglia collera, la prossima volta fai il maschio".
Scusate se ho dimenticato di precisare qualcosa, ma qualche dubbio deve esserci, se no come si "appiccicano" le due famiglie?