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Peppino 'u pizzaiuolo

di Peppe d’Urzo


Non è più la cara ed umana esistenza di Giuseppe Fornito dalla maggior parte dei torresi ricordato ed incensato come ”Peppino ’u pizzaiolo”. Uomo probo, virtuoso, ineccepibile e di oneste virtù; buono, comprensivo, autodidatta di se stesso e del proprio vissuto; incline sempre nel bene, ben voluto e rispettato. Lodato ed elogiato per il suo modo di proporsi, per la sua affabilità ed enorme cortesia che, indistintamente elargiva a chicchessia.
Era nato a Torre del Greco il 02/05/1925 ed ivi deceduto il 09/07/ 2006, da Ciro (pizzaiolo) e Anna Basso. Famiglia numerosa la sua. Coniugato con Maria Brancaccio (classe 1929, da Domenico e Teresa G
aglione); matrimonio a Torre del Greco in data 10/ 01/1950; figli: Titina (deceduta il 18-07-06), Teresa, Ciro, Anna e Mimmo. Abitava in via Nazionale n. 56/B (Poggio Sant’Antonio).
Per suo volere i funerali sono partiti da Cupa Cianfrone n. 7 ove aveva il ristorante-pizzeria "Ristorante da PeppinoAddu Peppe sott’ 'u ponte", famoso in Italia ed anche oltre i confini, per proseguire nella Basilica di Santa Croce, nell’occorrenza, piena di gente che gli ha tributato l’ultimo commosso saluto.
Il suo nucleo familiare, nell’immediato dopoguerra, si trasfer
ì da Giugliano (NA) a Torre del Greco, ove il padre Ciro aprì una pizzeria al C/so Umberto I n. 62 (”Mmiez a San Gaetano”), mentre il fratello Ciliberto, detto ”Cibetto”, ne aprì un’altra nello stesso corso al civico 10. Anche questi due importanti locali hanno la storia di questo tratto di via che da "’Ncopp ’a uardia" conduce ”Mmiez ’a Torre”. E qui Peppe, unitamente ai fratelli, imparò il mestiere, andando, poi, a vendere pizze nella stufa (”ruoto”) per le vie cittadine e fuori l’ex mercato ortofrutticolo in via Purgatorio.
I suoi piccoli guada
gni era solito conservarli in un vecchio forno non funzionante nel giardino esterno alla pizzeria di C/so Umberto I; la sua cassaforte era il vuoto di una mattonella estraibile; quando i preparativi del matrimonio divennero impellenti, decise di ritirare il tutto dal forno; ma sorpresa delle sorprese non trovò più nulla, i topi avevano rosicchiato i soldi di carta che con tanto sudore ed amore erano stati lì depositati.

                   

Prestò servizio militare in Esercito. Appena sposato si attivò nel trasporto di merci varie, caricate su di un carretto, diretto, a piedi, in quel di Frattamaggiore (NA); qui giunto, dopo aver venduto il tutto, ricaricava il mezzo di trasporto con altro tipo di merci (olio, farina, ecc.) per far ritorno a Torre. In seguito aprì un locale al C/so Vittorio Emanuele n. 120, di fronte all’ex Caffè Palumbo, pizzeria e tavola calda; una locandina pubblicitaria del 1960 cosi recitava: ”Pizzeria e tavola calda da Peppino, dove gusterete la vera pizza alla napoletana – Il locale dei buongustai – Specialità gastronomiche – Ampie terrazze – Ambienti riservati – Servizio a domicilio”.
Il locale in attività fino agli anni ’70 era ubicato sotto l’arco (porticato con cancello d’ingresso al Parco Bonanno, dopo il cortile a sinistra, di proprietà Mazzotti); ex falegnamerie di Luigi Carannante; poi locali della Protezione Civile (I.R.T.), trasferiti c/ o gli ex Molini Meridionali Marzoli.


      

In precedenza Peppe aprì in via Circonvallazione n. 1 (attuale ”Madonna”, abbigliamento uomo). Poi ristorante – pizzeria in via Cupa Cianfrone n. 7; specialità marinare, vera pizza napoletana, cucina casereccia, pesce vivo.

      
       

E qui questo ”ritrovo” culinario è diventato famoso nel tempo grazie alla bravura di Peppe e dei figli Ciro e Domenico che ne hanno, successivamente, ereditato l’attività. Sempre vasta è stata la clientela con avventori provenienti anche da fuori Torre. Fra gli ospiti si annoverano: Roberto D’Agostino (critico filosofo), Arnoldo Foa', Caterina Valente, Leopoldo Mastelloni, Lina Sastri, Mariano Rigillo, Peppe Barra, Mario Merola, Trevi, Nurajev (il famoso ballerino russo di fama internazionale) che si esibì in un dipinto su di un tovagliolo, ben conservato dai familiari di Peppe.
Anche i giocatori, allenatori e dirigenti della Turris si sono seduti ai tavoli del ristorante per gustarne i cibi genuini e le specialità. Giuseppe li ha sempre accolti con immenso piacere, essendo pure un tifoso ”corallino”; stimava molto i calciatori, fra tutti: Giacalone.
Una delle specialità della casa era lo spaghetto alla ”Peppino”: prosciutto, funghi, mozzarella e pomodoro; questi stessi ingredienti andavano ad ”abbellire” anche la pizza; i sughi di pesce, inoltre, erano sempre saporitissimi.
Il ristorante ha varcato i ”borders” della popolarità anche in quel di Brooklyn a New York; i molti italo/americani lo ricordano come ”Joseoh under the bridge”. Si trovò a Torre il Direttore Generale della Fiat che per una intera settimana volle mangiare da Peppe; anche dirigenti di importanti società e ditte si sono qui fermati per gustare il vero e puro sapore di un cibo di naturale bellezza ed autenticità
. Da menzionare il gruppo ”storico” dei camerieri: Gennaro Oliviero, detto ”Mazzola”, Salvatore Giordano (”Tore”, cognato), Michele La Vela, Rosario Simeoli (cognato ”’U sceriffo”), e gi Addetti cucinieri: un certo Vittorio (di Nola), Salvatore La Vela (genero Meniello Ordura (riposteria), Antonio Federico (genero), ”Amedeo ’u marrucchino” (consegna pizze a domicilio), Pietro Simeoli (pizzaiolo) ed altri. Essi lo ricordano con immutato affetto, anche quando le serate sembravano un po mosce e Peppe, dopo aver inveito contro la sorte avversa, come d’incanto, riusciva a far riempire la sala di tanti clienti.
La ragione della sua vita era la famiglia, seguita dal lavoro a cui si dedico con abnegazione e rinunzie varie. Seppe infondere nei figli quei sani principi di semplice ed onesta convivenza, dando il massimo dell’educazione. Sette i nipoti ed un pronipote; erano la sua giocosa gaiezza.
Ai ’familiari e parenti tutti vadano i più profondi sensi di cordoglio per la perdita di un altro glorioso figlio di Torre del Greco, da parte della redazione di ”Tutto è...” e da quanti lo conobbero in vita, apprezzandone il buon carattere, il ragguardevole temperamento, l’altruistica e filantropica personalità.
Peccato che un uomo straordinario come Giuseppe Fornito non è più tra noi. Ma di don Peppe rimangono le sue tracce del nipote, anch’egli di nome Giuseppe, titolare del ristorante/pizzeria ”La voce del mare” in via Spiaggia del Fronte sul nostro porto (banchina di levante), che, sull’esempio del carissimo nonno, porterà avanti la rinomata ed apprezzata denominazione dei Fornito.

     

Le foto: G.ppe Fornito (”Peppino ’u pizzaiolo”) in tempi recenti; con la coppola (giugno 1881); il figlio Ciro; due locandine (luglio 1980) e (settembre 1994); l’insegna ”Pizzeria da Peppino”, c/so V. Emanuele - angolo Cupa Cianfrone (aprile 2006).