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Tutto per tutti

di Peppe d’Urzo



Un nome, un negozio... tanti ricordi alla ricerca del tempo perduto in un viaggio a ritroso per ricordare Torre che non c’è più; facendo qualche passo indietro negli anni, si vuol ricordare un importante tratto di strada denominato Via Beato Vincenzo Romano ove si concentravano negozi, botteghe, mercatini e le principali sale cinematografiche. E verso la metà degli anni trenta al civico 26 sorse un esercizio commerciale di articoli da regalo, denominato ”Tutto per Tutti”, il cui titolare fu Ciro Salerno (02.01.1892 – Torre del Greco – 01.04.1973), inizialmente commerciante di corallo con abitazione in via A. Luise n. 6; era coniugato con Maria Giustina Manfredonia (12.03.1895 – Torre del Greco – 25.09.1958), casalinga e tuttofare nel negozio, ove molto aiutò il marito nella nuova attività commerciale. 
Ebbero due figli: Donato (compianto e stimato ingegnere con studio in vico Orlando, poi i figli) ed Antonio. 

Quest’ultimo simpaticamente ricordato come ”Tatonno” era nato a Torre del Greco il 08.12.1915 ed ivi deceduto il 02.04.1998; sin da giovane fece il sarto, lavorando con nonno Donato. Si unì in matrimonio nel 1941 con Giuseppina Palma, sorella di Luca (”Lucariello”, 1923/1990), medico e mitico personaggio della nostra città, nonché uomo politico. Il matrimonio avvenne, su autorizzazione delle preposte autorità clericali, in casa della sposa in via Piscopia n. 84; il prete che celebrò il rito religioso fu Luca Polese, allora parroco della SS. Annunziata. Il viaggio di nozze si articolò in varie città italiane: Roma, Genova, Venezia, Salsomaggiore Terme (PR), ecc.
Antonio prestò servizio militare nella Regia Marina, poi in data 13.06.1941, qualche giorno dopo l’entrata in guerra dell’Italia, fu richiamato con destinazioni: La Spezia, Napoli e Roma; qui fu assegnato all’ufficio censura, col compito di controllare le lettere e le cartoline dei soldati che scrivevano dai vari fronti e luoghi bellici ai loro cari. Durante i caotici giorni dell’armistizio dell’8 settembre 1943, si trovò a Torre, e, nel mentre i soldati tedeschi cominciarono ad effettuare i primi rastrellamenti in città, si rifugiò in campagna dalle parti di via Ruggiero, rimanendo nascosto in una grotta. 



Ritornò a casa quando arrivarono gli alleati che transitarono per le nostre strade, fra due file di gente festante, diretti a Napoli. Anche la moglie Giuseppina ricorda, come se fosse oggi, il passaggio dei ”Liberatori” che lanciavano dai camion e carri armati biscotti, cioccolata, pane bianco e sigarette ai torresi in festa; molta gente era affacciata da finestre e balconi ad applaudire, fra lacrime di gioia, questi soldati di varie nazionalità che, pian piano, risalendo la nostra penisola, liberarono il nostro territorio dalle armate tedesche. Don Ciro, di vecchio stampo liberale ed in seguito democratico, per dedicarsi alla vita politica cittadina ed alla sua rinascita, lasciò l’attività del negozio, le cui redini furono prese dal figlio Antonio. Inizialmente il locale era ubicato al civico 26 (attuale ottico Balzano) e successivamente al 22 (parrucchieri ”Beauty Sistem”). 

Ciro fu gestore unitamente a Pietro Vitello e Donato Manfredonia dell’arena all’aperto ”Tina De Lorenzo” in via Gaetano De Bottis (”’U vico ’dda croce”). Si narra che il primo film qui proiettato avesse come titolo ” La porta chiusa” (Germania, 1940), fra gli sberleffi e gli sfottò della gente che pian piano entrava per occupare i posti a sedere. Fu un grande tifoso e socio sostenitore della squadra di calcio del Napoli; per qualche tempo anche direttore dello stadio ”San Paolo” di Fuorigrotta; amico del Com.te Achille Lauro e di Attila Sallustro (1908/1983), leggendario centravanti della squadra partenopea e, con qualche apparizione in Nazionale.
Consigliere ed assessore comunale (spesso alla viabilità e Vigili Urbani); sindaco "pro tempore"; prima di recarsi al comune (palazzo baronale, ricordato da noi torresi come ”’U castiello”), passava dal negozio che, divenne un luogo d’incontro per varie persone, e dopo una sosta all’edicola di Angelo Barone (”Angioletto”), si immergeva nel lavoro quotidiano nel suo ufficio;
era un appuntamento a cui non voleva mai mancare...; una sacra ”routine” al servizio della

           
                    


comunità torrese che tanto rispettava ed amava. Durante il percorso garbatamente salutava i vigili di servizio in strada; era il tempo del ”sottogola” obbligatorio, della divisa in perfetto ordine e del non poter fumare nelle ore di turno lavorativo.
C’e un manifesto, conservato in famiglia, dal seguente tenore: ”Comune di Torre del Greco – Nuova autolinea di celere collegamento con Napoli per l’autostrada con Napoli – ”155” rosso – Percorso Andata: Torre del Greco, p.zza L. Palomba, via Piscopia, via Roma, V.Veneto, G. Marconi, Autostrada, via Ferraris, C.so Lucci, via Liberta, Ferrovia, c.so Umberto, p.zza Bovio, via Campo d’isola. Percorso Ritorno: P.co Castello, p.zza Municipio, via De Pretis, p.zza Bovio, c.so Umberto, Ferrovia, via Liberta, via Ricciardi, via Pica, c.so Lucci, via Ferraris, Autostrada, via G.Marconi, V. Veneto, Roma, S. Noto, Santacroce, V. Romano, c.so Umberto I T/Greco, p.zza L. Palomba – Commissione Amministratrice dell’Atan ed in particolare l’avv. Antonino Magliulo, componente della Commissione stessa. L’Assessore anziano, cav. Ciro Salerno; Torre del Greco, 16.03.1957”. Ed inoltre un diploma: ”Articoli da regalo” Il presidente, prof. Ciro Scognamiglio – La giuria: prof. Aristide Conte, pittore; prof. Vito Esposito, pittore; prof. Enzo Graziano, pittore; cav. Luigi Ascione; G.nni Giannini, incisore; Ernesto Ripa, incisore; M. Ernesto Vuotto; segr. Mario Pontillo – Circolo Art. ”D. Morelli”, via B.V. Romano, 24; T/ Greco”.

”Tutto per tutti” è uno storico locale da molti ricordato con nostalgico affetto. Punto d’incontro di diversi uomini politici locali, personalità, commercianti, ecc.; spesso vi si fermava il Com.te dei Vigili Urbani, dott. Errico De Gaetano (1906/ 1978), il cui centenario della nascita è stato celebrato il 20.09.2006 nella chiesa di San Michele Arcangelo; per lui era una tappa obbligatoria prima di recarsi alla ”residenza” (dall’inglese residence) dei VV.UU. in via D. Colamarino e poi al supportico Falanga. E come dimenticare i vigili della ”vecchia guardia”, fra cui S. Abilitato, P. Nocerino, A.llo Formisano, I. Giobbe, P. Scognamiglio, P. Sorrentino, A. Librino, G.ppe Colantonio, F. Palumbo, O. Di Stasio, A. Rivieccio, G. Rischio ed altri. Ma il ”top” era costituito dai commercianti della zona, veri mattacchioni, burloni e giocherelloni dalle facili battute e trovate di geniale invenzione, antesegnani delle gags nei film ”Amici miei” (tre atti) di Mario Monicelli e Nanni Loy (anni ’70 e ’80).
Gli attori di ”puteca” erano i vari Ciccio Ausiello, i f.lli Garofalo, Mattia Ascione ("’A vuzzulosa"), P.le Buonandi, Ancona (barbiere), il nostro ”Tatonno” Salerno, ecc. Essi recitavano a schema libero, in modo spontaneo ed estemporaneo, senza copione e senza la regia di alcuno; s’intendevano alla perfezione con la dovuta ed acuta perspicacia; per questo erano scherzosamente definiti i ”mattezziusi ’i ”ncopp ’a uardia”.
Una volta un personaggio fra essi, fresco patentato, doveva parcheggiare l’auto nei pressi del negozio; si raccomandò a ”Tatonno” per la delicata manovra; questi fermò per un attimo il traffico (con in testa uno Scafati-Napoli) per permettere la difficile evoluzione di parcheggio; ma il tempo passava e l’auto non riusciva nel suo intento, allora Antonio prese una sedia e vi si sedette in mezzo alla strada, in attesa dell’avvenuto ”parking”; lunghe risate accompagnarono il tutto.
    


Il pezzo forte era la Diecimila lire da cambiare. L"’acteur” di turno, entrando in un negozio del luogo, chiedeva al gestore o titolare di farsi gentilmente cambiare Diecimila lire in tagli minori; quest’ultimo prendeva un’altra Diecimila e gliela dava, fra lo sbalorditivo stupore degli increduli clienti; mattizzie d’altri tempi.
Don Antonio era una persona solare, semplice, genuina, schietta e leale, di statura alta; portava un paio di baffetti sempre ben curati, somigliante ad un divo del nostro neorealismo e del firmamento hollywudiano; lo si poteva anche accostare per la sua comicità ad un Nino Manfredi in età matura. Era un grande appassionato di musica jazz, delle grandi orchestre americane, di cruciverba (la moglie, invece, dell' uncinetto), di pattinaggio artistico su ghiaccio, dei film dell’indimenticabile Totò, tifoso del Napoli e della Turris, devoto di Giuseppe Moscati (medico e sant'uomo). Sempre cortese con la vasta clientela finché il negozio è rimasto in vita (metà anni ’90).
Il suo orgoglio erano le quattro figlie, i generi ed i dieci nipoti (di cui sei laureati) che spesso portava con sé per farli divertire. Essi, in una esemplare compitezza, vollero portare il feretro dell’amato e diletto nonno in spalle, prima e dopo il rito religioso funebre nella chiesa di San Michele in via D. Colamarino.
Fu un sentito atto dovuto ad un vero galantuomo da tutti stimato e rispettato.
I suoi cari cosi lo ricordano: ”Non l’abbiamo perduto, esso dimora prima di noi nella luce di Dio (S. Agostino). Come la favola così la vita, non importa quanto a lungo, ma quanto bene sia stata condotta (Seneca). Misericordioso Gesù, dona a Lui la pace”.

Le foto: Antonio Salerno (”Tatonno”) prima del decesso; il padre Ciro; il negozio ”Tutto per tutti” in via B. V. Romano n. 28   anni '50 e ’70.