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Raffaele Sorrentino
'U funtanaro


di Peppe D'Urzo

In una storica via di Torre del Greco, e cioè Gradoni e Canali, in un vecchio fabbricato al civico 13 al primo piano si trova la piccola "maison", adibita ad un modesto laboratorio di attrezzi vari (in particolare idraulici), appartenente a Raffaele Sorrentino, detto "Rafele 'u funtanaro" o ('U tubista). Nato nel 1920 a Torre, da Pasquale (marittimo, poi carabiniere. Nel 1922 parti per l'America, rimanendovi per sempre in quel di Brooklin New York dove morì quando Raffaele aveva 13-14 anni; sempre in terra americana il nonno era impiegato in una compagnia del gas) e da Maria Di Luca; coniugato con Rosina Amato.
Appena dopo la nascita si trasferisce a Napoli con la famiglia che ogni anno veniva nella nostra città a godersi la Festa dei Quattro Altari. A Torre rimane a casa di una sua zia, Adelaide Sorrentino, insegnante di scuola elementare e residente al corso Garibaldi. Quasi ogni matti
na, proveniente dalla sua dimora in via Nazionale 382 e, dopo essersi fermato presso l'edicola di Angelo Barone ("Ngioletto") in piazza Santa Croce, col quale si intrattiene un po' per discutere del più e del meno, si reca nella sua "fucina", dove ritrova felicemente se stesso.
Appena arriva nella via per recarsi nel piccolo laboratorio, che "custodisce" con orgogliosa soddisfazione (unitamente ai fratello Nicola, classe 1922), viene ossequiato ed omaggiato da tutti quelli che in zona lo conoscono. Alle pareti delle mura domestiche sono appese alcune stampe, foto antiche ed alcune immagini di un "nostalgico ventennio". Inoltre, "disposti" in modo ordinato, come in una officina, quegli attrezzi che gli sono serviti per numerose riparazioni a fontane, rubinetti e tubi.
Ogni tanto conoscenti e amici lo vengono a trovare per eventuali consigli professionali o per prendere in prestito qualche utensile. Febbraio 1940, quattro mesi prima che l'Italia entri in guerra, Raffaele è chiamato sotto le armi, militare di leva in Esercito (Sanità), matricola n. 10143. Dal distretto di Nola (Na), imbarcato sul "Liguria", diretto in Africa Settentrionale, arriva a Tripoli (Libia), al Distaccamento Infermeria (70^ Compagnia), 20^ Compagnia di Sanità Busetta (Tripoli). Dopo varie vicende si ritrova a Susa (Tunisia). E' la disfatta delle truppe italiane.
Imbarcato su di una nave, carica di prigionieri di guerra, diretta in Italia, sbarcò a Napoli, in licenza a casa. Dopo l'armistizio dell'8 settembre '43, "sbandato" per i noti eventi bellici, presentatosi ai Regi Carabinieri di Torre del Greco fu riaggregato al Distretto di Nola, poi Napoli, Bari, Barletta ed infine il congedo illimitato in data 20 novembre '45, di cui conserva gelosamente il biglietto ferroviario da Barletta a Torre del Greco - Trasporti Militari. Decorato con nastrino, Croce al merito di Guerra e Diploma d'onore per la libertà d'Italia, 1943/1945.
In questa foto (datata 16 novembre dei 1941) in quel di Tripoli, lo vediamo nel pieno della sua

gioventù al servizio della Patria. Ha frequentato le scuole elementari al 1° vico Trotti. Ricorda il suo insegnante, un certo Pipitò (fumatore di sigari). Una sorella, Angela (classe 1916), sposò il professor Pietro Balzano. Uno zio del padre, Gustavo Sorrentino, ha svolto mansioni di guardia municipale del Comune di Torre del Greco, ai tempi del comandante Raimondo Gaita. Il fratello, Nicola, prestò servizio militare in Marina: fu fatto prigioniero sul fronte del nord Africa e condotto in Inghilterra (vicino Londra); ex marittimo ("spugnare") in pensione. Dalla fine della guerra sino al 1991 iscritto all'Associazione Combattenti e Reduci, sezione di Torre del Greco.
Una volta un certo "Tore 'u remaiuolo" si rivolse all'esperto Raffaele andandolo a chiamare di notte per un'emergenza idrica. Tutto si risolse nel migliore dei modi; il nostro "tubista" fece un ottimo lavoro e fu lautamente ricompensato. Tore, nella circostanza, gli prospettò di andare in America a fare il "plumber" (l'idraulico). Per la partenza tutto sarebbe stato pronto al più presto, ma lui, declinando il pur favorevole invito, affermò: "L'America sta qui!".
Lo stabile in cui nel 1934 andò a vivere la sua famiglia (caratteristico anche il ballatoio che corre lungo le pareti dell'edificio con sottostante cortile interno) confina col famoso "Vico 'ddu pasturaro" (attuale, traversa Gradoni e Canali) alla fine del quale v'era un grosso spiazzo detto "'U fuosso". La strada, inoltre, terminando in discesa, immettendosi al corso Cavour, viene ricordata come "'A scesa 'dda ciucciara".
Ecco un altro "personage", un'altra figura della nostra città che, portandosi dietro il passato, attualmente vive conservando i propri ricordi di una vita vissuta all'insegna dell'amore per la famiglia ed il lavoro.
Oggi il buon Raffaele ne è consapevole e fiero ed i suoi momenti più gioiosi li rivive nella sua "workroom", circondato da quegli attrezzi che, sembrano parlargli, ed i cui colleghi si possono facilmente immaginare. Una ragione in più per sorridere meglio alla vita, è la stima e l'affetto di quanti lo conoscono ed egli, riconoscente, ricambia. Ecco il "suo" trionfo nella vita.