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Maurano e Cip Ciap

di Peppe D'Urzo


La strada è stata il palcoscenico di gran parte della vita di due illustri personaggi, due artisti, due figure caratteristiche, due "comédien" provvisti di una spontanea ed estemporanea comicità di attori teatrali che recitano un post-neorealismo in chiave umoristica e burlesca. Si tratta dell'inscindibile ed inseparabile duo formato da Mariano Esposito, detto "Maurano" e da Antonio Tagliamonte, detto "Cip Ciap", conosciutissimi in città, con schiere di fans al seguito, diventati famosi negli anni '50'60.
"Maurano" (1903-1971) era un ex marittimo, autista di piazza e rigattiere ("sapunaro"), tifoso della Turris, in pensione (per invalidità) dal 1968. Gli piaceva tanto il bicchiere di vino che spesso beveva con gli amici, tralasciando la famiglia. Arruolato di leva nella Regia Marina dal 1923 al 1925, fu decorato col distintivo della medaglia commemorativa per le operazioni militari in Spagna (11 luglio 1938). Richiamato sotto le armi sempre in Marina, militarizzato nel 1941, divenne poi marittimo: mozzo, carbonaio e fuochista, imbarcato su navi italiane e battenti bandiera estera. Imbarcato su varie navi e piroscafi: "Città di Trieste", "Marte", "Liguria", "Pegaso", "Sebastiano Venier", "Giuliano", "Immacolata", "Demetrio", "Palermo", "America". Dal 1922 fu iscritto e socio della "Garibaldi", società anonima cooperativa di navigazione con sede sociale a Genova.
Cip Ciap (1901-1982) era anch'egli rigattiere. Sposato con Rosa Donnarumma ebbe sette figli di cui una deceduta; quando morì aveva circa 40 fra nipoti e pronipoti. Era un tipo che parlava sempre, e, per questo, si dice, che fosse stato etichettato col soprannome di "Cip Ciap". Aveva dei locali-depositi in via Teatro e al l° vico Orto Contessa, ove abitava al civico numero 6. Si definiva comunista ed affermava che anche Gesù era comunista. Le cantine ed i ristoranti che frequentava erano "'0 cafone" a Napoli, per le grandi occasioni, "Zì Aniello" in via Nazionale - Ponte della Gatta ("Ncopp 'u sagliescinne"), "'0 rappulillo" in via Cappella Orefice (gestita dalla madre degli attuali proprietari, la figlia "Titinella" serviva ai tavoli). "Palatone" al 3° vico Orto Contessa, "Carlino l'ugliaro" in via Teatro (entrando da via Piscopia), ed altri.
Era solito dalla mattina fino alle ore 13 bere solo acqua per poi divenire un fiume in piena di vino e birra per il resto della giornata.
Gli piaceva cantare: il suo cavallo di battaglia era un pezzo chiamato "'0 schiaffo" ed era molto bravo a sceneggiarlo alla sua maniera. Il ritornello declamava così: "... Amico, permettete, chillo che avite fatto nun l'aviva fa... era meglio 'a curtellata e no 'nu schiaffo..:'. Durante le sue esibizioni era spesso accompagnato dalla paziente moglie che lo riportava a casa dopo macroscopiche sbornie.
Il duo era solito riunirsi con altri inseparabili amici, e cioè "Andrea 'i quaranta" (Andrea Fedele, marittimo), "Pascale 'u sapunaro" (Pasquale Marasco, rigattiere). "Vincenzo zombi-zombi" (Vincenzo Scala, dai vari mestieri) e Enrico Donadio (marittimo). Si riunivano a mo' di sacro rituale a casa di "Maurano" portando ognuno qualcosa da mangiare e da bere.
Da qui si recavano in campagna a bivaccare e cantare. Era il caratteristico e particolare canto "'A fronne 'i limone". L'esibizione continuava, poi, in piazza Santa Croce fra amici, tifosi e curiosi.
Dei due si narrano tante storie e storielle: cercheremo qui di sintetizzare qualche "gag" attraverso il racconto di quanti li hanno frequentati e conosciuti.
"Cip Ciap" era la classica figura da "macchietta", bassino con pancetta e col dente d'argento, aveva un compagno fedele: il suo "ciucciarieilo", adorato al punto che una volta, spinto da alcuni amici, lo fece bere ed ubriacare. Il povero asino, dopo un po', sbizzarrendosi, prese a correre da piazza Santa Croce in avanti, e, lui gli corse dietro. Classiche le "recite" sul sagrato, davanti al cortile d'ingresso, della Basilica di Santa Croce. Parlava e duettava con Gesù, gli rivolgeva, con le braccia allargate, preghiere e suppliche; in cambio "pretendeva" grazie e miracoli.

 
  

 

Era "'na tirata 'i cazette" degna delle migliori sceneggiate. Al miracolo gridò quando dei burloni calarono folkloristico "Cip Ciap" alla vista della birra che si era docilmente posata sul legno sacro, credette veramente ad un miracolo. Quella volta, poi, mentre scendeva le scale della chiesa, poco lucido per gli effetti del bere, fu beccato da qualcuno, seduto ad un tavolino del bar "De Nicola", che lo prese a sfottere. Egli aveva in mano una bottiglia di birra, la osservò, la svuotò e la lanciò dietro la testa all'occasionale provocatore, provocandogli seri danni.
Durante una di quelle campagne elettorali di qualche tempo fa, in piazza Santa Croce si stava approntando un palco per un comizio elettorale. Qualche buon amico incitò l'incuriosito Antonio a salire sul palco, fra gli operai ci fu chi azionò un microfono a sua insaputa; cominciò a parlare come un vero ed esperto politico, sciorinando invettive ed imprecazioni in una simpatica esibizione. "Maurano". presente sotto il palco, fra gli spettatori che  erano diventati un bel numero, gli rispondeva a tono, fu, come al solito, un bel duetto.
Si narra che tra le tante visite a casa di Mariano ce ne fu una alquanto particolare. Nell'occasione, Antonio bevve molti litri di vino, "nascosto" in recipienti di terracotta sotto il letto dell'amico di sempre: i due, non sapendo resistere a quel ben di Dio, cominciarono a bere fino ad ubriacarsi.
Il dolce nettare rosso scorreva anche nelle cantine e trattorie: oltre alle già menzionate, si ricordano "'A Cardinale" (prima traversa A. Luise) e "'U parzunariello" (Lungo Giardino del Carmine). Da "Palatone", inoltre, "Maurano", "Cip-Ciap" ed altri intimi amici (fra cui un certo "'a stampella", di professione sarto) erano soliti "recitare" in un grandioso show la classica sfida dei bevitori incalliti, e cioè "'U padronne 'e sotto". Ai tanti litri di vino, si accompagnava quel provolone super piccante, quello per intenderci, con la classica ''lacrima".
Un'accoppiata vincente riservata a pochi.
Ai figli di Maurano e ai nipoti di "Cip-Ciap" (in particolare i fratelli Tucci, Antonio e Stefano, titolari della pizzeria "Sant'Anna" in via Riscatto baronale) vanno tanti ringraziamenti per le foto e i ricordi dei cari congiunti.