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"Abbascia 'a mmare",
  ricordi d'infanzia ...

di Peppe D'Urzo
  

Vogliamo qui trattare, per non dimenticarli, i personaggi della zona mare ("Abbascia 'a mmare") che va da Via Spiaggia del Fronte, denominata "'a scesa 'a mmare" alla fine di corso Garibaldi (ponte di Gavina e ponte di "Musullino", storico fruttivendolo d'epoca con carretto e cavallo). Crescenzo Matrone alias "Musullino" era solito "duettare" con un altro fruttivendolo un certo "Nduluniello" il quale, quasi a fine lavoro, gli rinfacciava: "Né cavereciò, tu ruorm..." e come risposta: "Portancell 'a Matilde a vaccara..."
Molte le figure ed i protagonisti che hanno dato lustro e prestigio a questi memorabili luoghi ed anche all'intera città. Fra i primi ad essere menzionato c'è "Pachialone", Salvatore; uomo robusto che viveva miseramente in un "casariello" sulla discesa di mare. Lavorava la stoppa (cascame costituito da fibre corte e grossolane ricavate durante la stigliatura e la prima pettinatura del lino e della canapa), molti gli volevano bene e lo aiutavano a tirare avanti. Era solito appisolarsi durante la "controra", a terra con le mani dietro la testa, fuori l'abitazione. È purtroppo deceduto da qualche anno.
"Don Vartummeo Ascione", grande uomo cattolico e spirituale, con negozio di articoli marini (pitture, acqua ragia, ecc.) di fronte a "Pachialone". Aprì in seguito una merceria; è morto quasi centenario. "Peppiniello 'u scassacarrette", ricordato anche come "'U mericano" vendeva nei ritagli di tempo libero, cozze e frutti di mare; fittava i "caurarielli e trebbete" per la lavorazione artigianale ed imbottigliamento dei pomodori, un classico di Torre del Greco quasi in via d'estinzione. "Sarchiapone", invece, era un operaio; di domenica era solito alzare un po' il gomito ed i ragazzi della zona intonavano: "S'è 'mbriacato Sarchiapone, oh, oh, oh".
"Mimì Ciccignese", Domenico Borriello, era titolare di barche (pescherecci), successivamente condusse una tabaccheria unitamente alle sorelle Rafilina e Agnese; attualmente vive a Torvaianica (Roma). "Gennaro 'a funtana", Gennaro Borriello, aveva un negozio di articoli navali (attuale "Nautica, pesca, sub" di Gaetano Visciano, vico Fontana n. 8).
Alla fine della discesa di mare s'incontrava "Mastu Paolo", Paolo Palomba (deceduto), figlio di "Mariuccella", costruttore di gozzi e piccole imbarcazioni; la moglie Rosa era una brava ricamatrice.
A largo Fontana v'era "Don Gerardo Albanese" il quale col figlio "Gigginiello" conduceva un negozio di articoli per il mare. Dall'altro lato di Largo Fontana c'erano "Giritiello" e " Rusella", due poveretti che a stento tiravano avanti; d'estate vendevano bibite e "cazzabocchi " e d' inverno le castagne. "Giritiello" per arrotondare, "arraffava" con il panariello, e, molto simpaticamente urlava: " 'a man è libera... è sciuto sirice... ha pigliato Michelina 'a zezzosa... è zezzosa e sempre bella...". "Federico Giacchettella", al presente guardiamacchine, è il fratello di Gennaro che vendeva frutti di mare, e successivamente titolare di pompa di benzina sulla banchina (levante) del porto.
Al corso Garibaldi c'erano i fratelli Ascione: Antonio e Peppe avevano un negozio di articoli marini; Peppe lavorava anche la stoppa. Il parroco della chiesa di Portosalvo (costruita dopo l'eruzione del 1794 da Antonio Lavagna, un facoltoso com-merciante napoletano) fu Luigi Acampora, "Don Luigino" (1922-1994), che prese il posto di Mons. Bernardino Ascione e  sempre si attivò per migliorare le condizioni di vita per la gente del luogo. Organizzò l'azione Cattolica con l'Associazione cattolica "Stella Maris" (Presidente Giuseppe Citro, "Peppiniello", dipendente Atan, pensionato. Il custode era "Ciro caca all'erta", Ciro Di Donna, che viveva nel vicoletto di "Arturo e Lena 'a caprara"). Fra i tanti associati si ricordano "Pascalino", Pasquale Castellano (Capo Settore anagrafe del Comune di Torre del Greco), Ciro Guarracino (ex seminarista, dirigente amministrativo Regione Lazio, vive a Roma), i fratelli Perone, ecc.
Nel vicoletto Portosalvo vivevano "Vicienzo Migni migni" e "Rafiluccia", tra i primi ad acquistare la televisione, che intrattenevano i ragazzi della zona (Tv dei ragazzi, "Rin tin tin", "Lassie") con la classica consumazione (10 lire) di una barretta ("pezzettella") di cioccolato, con allegata una figurina (animali e affini) per la raccolta di punti: si vinceva un pallone di


 

gomma. C'erano poi "Vìcienzo mezza recchia", Vincenzo Pollidoro (pulitore), Tatonno 'a  picchiatella", Antonio Basso, fratello di "Alfonso 'u mutilato" (padre di Giosuè, alias "Suè", Mimì e Anna).
Antonio conduce oggidì una salumeria al corso Garibaldi (di fronte l'Istituto Ipsam) con la moglie Colomba, sorella di "Nicola 'u bumbularo", altro commerciante della zona. "Vottafuoco", famiglie Nannini-Luparelli di fronte a "Ngiulina 'a castagnara", "Luigino 'u cusetore", Luigi Cardinale, padre di Peppino (rifornitore di divise per enti).
Verso la metà degli anni '60 rimembriamo altre persone che hanno lavorato in questo storico "site": "Don Raimondo e 'a signora 'ddu bar", Raimondo Raia, padre di Giovanni, ex uomo politico locale di grosso spessore. "Pascale 'u scartellato" e "Gesummina", gestori di un circoletto ricreativo di fronte al locale di ferramenta di "Gennaro 'a fungella", Gennaro Cuccurullo (1900-2000; morì a meno di un mese dal compiere cento anni), decano dei commercianti, padre di Rosa, Aniello, Ciro, Vittorio, Bruno, Maria, Lucia e Ugo. "Giacante", Liborio Avvoltoio, la moglie "Vicenza" e la figlia "Chiarinella" portavano avanti una cantina ristorante in via Principal Marina. "Rusenella 'a branda" e "Tore" avevano un negozio di frutta e verdura nei pressi dell'altare di fabbrica. "Gigina 'a tracchiosa", deceduta e "Fortunato", Fortunato Senese.
Poi il grande "Michele 'a Sampdoria", Michele Acampora (detto anche "'u serrengaro", profondo conoscitore di calcio. Ai confini v'erano i cantieri navali, fra cui quello di "Peppino Purpetiello", Giuseppe cap. Palomba. Verso il ponte di Gavina (l'altro ponte parallelo fu minato e fatto esplodere dai soldati tedeschi in ritirata verso la fine di settembre '43, per il  sopraggiungere delle forze alleate) ricordiamo Michele Tuoro, esperto falegname (1925-1993, il fratello Vincenzo (1922) (morì a La Spezia durante la II guerra mondiale) con vendita di cucine, continuata dai figli. Ciro 'u ciclista", Giuseppe Sorrentino (1913-1985), riparazione e vendita bici e moto (la mitica "Vespa") di fronte all'attuale locale di arredamenti D'Albenzio del simpatico ed affabile Franco D'Albenzio.
l ragazzini giocavano a "ritrattielli" (figurine dei calciatori) a "schiaffo" e a "cuppone" nei soliti posti, e cioè "'Aret 'u scoglio 'dda Patana", nei pressi di via Principal Marina, "'Ammiezo 'u largo" e "Sotto 'u sagliescinni" (cavalcavia sotto il ponte delle Ferrovie dello Stato comunicante con via Fontana).
Inoltre, si dice, che la gente del posto non usasse  l'orologio: al suo posto v'erano le voci e i rumori di coloro che venivano nella zona a vendere le loro mercanzie, scandendo, pian piano, le ore del giornata.
A loro si aggiungevano i treni (transitanti tuttora) e la sirena-allarme, ricordata come "Tofa" per i lavoratori della cantieristica. Un vivo ringraziamento va a Pasquale Castellano che coi suoi ricordi d'infanzia, ha permesso questo "amarcord" degli anni sessanta.
Ci scusiamo con chi non è stato citato.
Le foto mostrano Corso Cavour ed il ponte (originale), di Gavina; largo Gabella del pesce ai giorni nostri.