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“FRANCISCHIELLO
D''I GELATI”


di Peppe D'Urzo
  

Il palcoscenico della vita ci offre un altro personaggio ben conosciuto in quello storico tratto di via che prende il nome di Via XX Settembre, da noi torresi ricordato da lungo tempo come "rint' 'u rio". Trattasi di Francesco Veneruso, meglio saputo e risaputo come “Francischiello de' gelati”. Era nato a Torre del Greco il 12.08.1912 ed ivi deceduto il 08.10.2000, da Giuseppe, doganiere in piazza Luigi Palomba (attuale ufficio Invalidi civili del nostro comune) con quella “bascuglia” (grande bilancia metallica) all'esterno dell'ufficio, e da Lucia Battiloro, detta “'a surdata”, donna dall'aspetto austèro e militaresco, della storica stirpe dei “Giafissi”; la chiamavano anche “'a gelatera”, in quanto preparava a vendeva gelati, per mestiere ereditato in famiglia.
Ebbero altri sei figli: Gesualdo, Antonino (“'Ndulino”, monco delle due gambe perse durante la II guerra mondiale in una incursione aerea sotto “'u ponte 'i Gildarella” in via San Giuseppe alle Paludi), Vincenzo, Giuseppe, Caterina e Geppina. Tutti dediti all'attività di gelatai. Il solo Vincenzo (classe 1925, il solo vivente), dopo aver appeso il carrettino al classico chiodo, prese la via del mare, navigando sulle navi della gloriosa società di navigazione “Italia”. Francesco, originario di via XX Settembre al piano terra ove “'a malatella” (della famiglia Esposito Langella) aveva un locale adibito a falegnameria, dopo le scuole elementari al corso Garibaldi (palazzo che ancora oggi porta la scritta marmorea della proprietà Musmarra, poi Violante), conseguendo l'ottava classe, sin da giovane si dedicò all'attività di gelataio. Poi militare (volontario della Milizia) in Esercito; fu richiamato nel 1940 e fu inviato sul fronte libico. Catturato e preso prigioniero a Tobruck (Libia), fu condotto in Sud Africa; qui trascorse un lungo periodo di prigionia e nei ritagli di tempo libero scriveva e leggeva le lettere che i commilitoni inviavano e ricevevano dai loro cari. Rientrato in patria nel dopoguerra, riprese il lavoro interrotto, armandosi di carrettino e fischietto, il cui trillante suono attirava la gente...
I gelati li preparava in casa; le sue specialità erano il gusto di fresco limone, crema e cioccolato, e la cassatina, ricordata come “ 'a cassatina 'i Francischiello”; i coni li comprava da Romito. Iniziava a vendere di buon mattino il giorno 3 febbraio di ogni anno (festività di San Biagio), recandosi presso l'omonima chiesetta in via Fiorillo (località “La Scala”), continuando col caratteristico carrettino per altre strade cittadine, corso Cavour, via Fontana, corso Garibaldi ed altre. Arrivato sotto la salita di via A. Luise, consacrata nel tempo come “ 'a scesa 'i Minicuccio” (dalla direzione opposta di marcia), veniva qui aiutato dai tanti ragazzi della zona che spingevano in regalo un rinfrescante gelato. Percorrendo questa famosa “ascension” ebbe modo di conoscere quella che poi diventerà la sua inseparabile compagna di vita, la moglie: Luigia Pugliese, originaria anch'essa di via XX Settembre (02.05.1915 – Torre del Greco – 25.11.1982), figlia di Domenico (“Minicuccio”, di origine calabrese, coniugato con Carmela Mazzacane), titolare di una salumeria, gestita in seguito dal figlio Benito e dal nipote Aniello, ancora oggi ubicata in via A. Luise n. 12. Luigia, in precedenza, si unì in matrimonio con un certo Ciro Romano, marittimo (classe 1913) nel 1940, deceduto sul piroscafo “Aventino” (società Tirrenia), avvenuto per “fatto di guerra” il 02.12.1942, unitamente ad altri torresi, dichiarati “scomparsi in mare”.
Francesco e Luigia si sposarono nel 1952, andando ad abitare in via A. Luise n. 14; i figli furono sette: 5 maschi e 2 femmine; Leonardo, Domenico, Giuseppe, Ciro, Antonino, Lucia e Maria Carmela.
Il nostro gelataio, sempre in gamba ed instancabile, si attivò, inoltre, in un altro mestiere: venditore di noccioline americane con un altro “barroccino”, su cui poggiava un trenino metallico, cromato in ottone, con ai lati due bandierine: quella italiana e quella a stelle e strisce degli U.S.A. Le arachidi le comprava in quel di Somma Vesuviana (NA) e venivano infornate presso il forno di “Fasolo” in vico Bufale, confinante con corso Umberto I e via XX Settembre, da molti menzionato come “ 'a puteca 'ddu ballerino”. I percorsi da seguire variavano con i periodi atmosferici delle stagioni dell'anno...
E il trenino fischiava anche per le strade del centro storico. In età avanzata “Francischiello” aveva come punto di riferimento e svago quella porta in via XX Settembre n. 14, ove era nato; il suo diletto a mo' di relax era sedersi li davanti, trascorrendo il tempo a parlare con gli amici; la calura e il freddo non lo impedivano di stazionare fuori quel localuccio, a lui tanto caro.
I bambini che andavano a scuola in via del Clero, passando per di lì, ricevevano da lui caramelle e gomme americane, e, a tal proposito,  fu chiamato “il nonno delle gomme”.
Era solito attendere con religiosa passione l'8 dicembre di ogni anno (giorno dell'Immacolata) il passaggio del carro che, puntualmente, si fermava davanti alla sua porticina; ed egli si attivava ad onorare la statua della Madonna con l'incenso. Così come per il Bambin Gesù il 25 dicembre che usciva dalla chiesa del SS. Rosario al corso Umberto I, accompagnato dalla banda musicale, e transitava in via XX Settembre. Ah che bei tempi andati...; essi, oggidì, rappresentano solo bei ricordi. Francesco era considerato l'uomo dei gelati


Le foto: Francesco Veneruso (“Francischiello d''e gelati”) davanti la porta della sua abitazione in via XX Settembre (fine anni '90); col carrettino (anni '30); in divisa da militare (21.03.1940); la moglie Luigia Pugliese, da giovane; un ricordo pittorico di Mimmo Pugliese (dal suo libro: “Una passeggiata a Torre... Quanti ricordi”, anno 2000).

(sorbetti: dolci preparati congelando sciroppi diversi, panna con zucchero e altri ingredienti (caffè, cioccolata, ecc.) in una gelatiera; il gelato è di origine italiana, XVII secolo), ed era una brava persona, conosciuta e rispettata; non gli mancavano gentilezza ed autorità. Trascorreva il tempo a casa nell'intimità familiare.
Spesso si argomentava dell'ultima guerra, ed egli non ne voleva parlare; i suoi ricordi bellici se li teneva chiusi dentro di sé. Gli amici della zona erano i vari don Vittorio Vitiello, Vincenzo Izzo (“Marcantonio”), Mario Di Lecce (attuale salumeria di fronte la sua abitazione), Esposito Langella (“'a malatella”), G. Miranda (“Gildarella”) ed altri, coi quali si intratteneva con continue e scherzose schermaglie...
Quella sonora attrattiva del suo fischietto non echeggia più fra la gente...; è raro vedere qualche carretto che, al presente, circolando per le vie cittadine, vende gelati...
D'estate sulle nostre spiagge del litorale, ogni tanto, si ode la voce, accompagnata da vari colpi di fischio, di un venditore di gelati che spinge il proprio carretto in riva al mare; vi corrono i bambini, seguiti dalle mamme, che, circondando il venditore, aspettano il turno per farsi comprare e gustare il gelato, magari al limone, per dissetarsi dalla calura estiva, mentre il sole si erge alto nell'azzurro cielo...