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"Filippo 'a pantella"
Filippo Borriello

di Peppe D'Urzo   

Se n'è andato un altro "pièce" della Turris...; è passato a vita celestiale Filippo Borriello, ex calciatore nel  ruolo di mediano della gloriosa squadra "corallina", che dalla sua nascita (settembre 1944) prese il nome di  Polisportiva Turris. Vi ha giocato dal '44 al '46; la formazione tipo (come ci ricorda il valido G.ppe Picciano nel  suo libro "La Turris, 1944/1994 - Cinquant'anni di calcio a Torre del Greco" dell'agosto 1994) in cui militava era  così composta: Lullo, Vagliari, Curtarelli, Borriello, Falavigna, D'Urzo, De Rosa, Falchetti, Zecchinelli, Vai,  Cherubelli; l'allenatore era De Palma; altri bravi rincalzi: Russo, Sorrentino, Gaglione e Isolano. Erano i  pionieristici tempi in cui, con la liberazione delle forze alleate (ma la guerra continuava al centro nord), si  organizzò e si mise su, grazie alla passione di alcuni sportivi e tifosi, una squadra, la prima squadra cittadina,  sorta sulle ceneri della Torrese, per confrontarsi con altre blasonate formazioni, affacciandosi su importanti  palcoscenici calcistici.
Filippo passò nel novembre del '46 al GS. Federmarittimo (tessera F.i.g.c. n. 23031). Era  nato a Torre del Greco il 20.01.1918 ed ivi deceduto il 25.01.2005, da Antonio (colono) e da Candida Borriello  (casalinga) denominata "'A palomma". Originario di via Nazionale, zona Epitaffio  ("'Ncopp 'u Pataffio"), era detto "'A pantella", per tradizione familiare paterna; probabilmente, il  termine viene da Pantelleria (isola, lingua di terra). I Borriello, anticamente erano proprietari di un tratto di  spiaggia sotto la Torre di Bassano, con accesso nell'ex hotel "Scobel".
Coniugato con Anna Ascione (sorella di don Carmine, parroco di S. Antonio de' Brancaccio);  dal matrimonio sono nati tre figli: Antonio, insegnante, Raffaele ("Lello"), dipendente comunale e Candida  casalinga. Zio dell'on. Ciro Borriello, anch'egli giocatore ed allenatore con trascorsi calcistici nella Pol. Libertas  Brunita (1983/84). Nel 1933 ottenne il diploma di avviamento industriale ed artigianato a San Giovanni a Teduccio;  nel 1935 si diplomò tecnico meccanico e lavorò in una fabbrica di armamenti militari. Filippo partì a servire la  patria sotto le anni nella Regia marina, rimanendovi per quasi tutta la durata della II guerra mondiale; era  sottocapo motorista ed in seguito, sergente fuochista. Imbarcò sulla corazzata "Cavour"che subì notevoli danni  durante la terribile "Notte di Taranto" (12 novembre 1940), in cui la flotta italiana, ancorata nel suo porto, fu  gravemente danneggiata da aerosiluranti inglesi.
Poi, sulla nave "Miraglia", Marispedal Francavilla Fontana; di  nuovo sulla "Miraglia", in seguito sull' "Istria" (fino all'8 sett. 43) e sul "Po"; sulla nave ospedale "Principessa  Giovanna" e fino al dicembre del 1943 presso il Marideposito di Taranto. Decorato con medaglie e distintivi:  "Ministero della marina - Il fuochista Borriello Filippo, matricola n. 68434, è autorizzato a fregiarsi della  medaglia commemorativa della spedizione in Albania, istituita con R.D. 7 marzo 1940/XVIII, n. 683".   "Ministero della  Difesa; brevetto n. 59056 - Riconoscimento delle Campagne di Guerra negli anni '40,'41,'42,'43; al Sergente Fuoch. Mn.  (in congedo) Borriello Filippo, classe 1918; Roma, lì 18.04.1972".
Anche sotto le armi giocò a pallone, facendo  parte della Nazionale (o rappresentativa) Militare di calcio, esibendosi all'estero contro alcune squadre militari.  Dal 1959 entrò a far parte della famiglia impiegatizia del Comune di Torre del Greco, in qualità di primo Ispettore  nel settore della Nettezza Urbana sino alla pensione. Qui, una volta, ebbe un congedo di circa un mese per malattia,  ma, restio al riposo forzato in casa, tornò al suo posto di lavoro. Erano i tempi dei sindaci Raffaele (Comm.) Capano  e Antonino (Avv.) Magliulo, da sempre impegnati per il bene della collettività cittadina. Erano tempi difficili per  tutto il suolo dell'italica stirpe e, in special modo, per le città ed i paesi del centro sud, dove la  ricostruzione, in seguito alle rovine e lutti della I guerra mondiale, costituì il primario bisogno per risorgere e  guardare al futuro con quella speranza e fiducia di chi è costretto a rimboccarsi le maniche.
"'A pantella", col  suo garbato e signorile modo di proporsi, ben riuscì a dirigere questo delicato settore di lavoratori, molti dei  quali ne ricordavano le benevoli doti caratteriali e professionali.
Egli era ben voluto da quanti lo conoscevano; aveva sempre un sorriso di circostanza  per tutti e portava sempre di sé una ricchezza morale che ben riusciva a trasmettere a chi lo frequentava. Era una  persona dalla tenace coerenza di propositi e dalle infinite risorse umane. Aveva gli occhi intelligenti e  osservatori, pacati come i suoi gesti e le sue parole. Era un onesto lavoratore ed un uomo in gamba.
Oltre al calcio, disputò anche vari tornei, anche quelli comunali, facendo parte della squadra dei Vigili Urbani agli inizi degli  anni '60; era appassionato di caccia e giocava a bocce; amava molto la musica e suonava il violino

 

          
esibendosi in  vari concertini e serenate con gli amici; altre serate all'arena "Tina Di Lorenzo" in via G.De Bottis e al teatro  "Garibaldi". Aveva una reale somiglianza con Errol Flynn (1909/1959), attore cinematografico statunitense e  interprete di film d'azione come "Capitan Blood" (1935) e "La Carica dei 600"(1936).
I suoi cari così l'hanno voluto  ricordare: "Ti supplichiamo Signore, per il nostro fratello Filippo, nel ricordo del suo transito da questo mondo a  Te; la Tua misericordia sia per lui come rugiada celeste, e il Tuo amore lo introduca nella compagnia dei Santi. Per  Cristo nostro Signore, Amen".
"Lelio" rivolge al padre questo pensiero: "Ciao papà, voglio dedicarti questo momento  di riflessione per significarti che, nonostante la lontananza, ti sento vicino e spero che anche tu avveri me ed il  calore del mio amore per te, lo possa avvertire come io sento il tuo amore per me... per noi. Caro e adorabile papà,  volevo ringraziarti dei tuoi insegnamenti, dei tuoi silenzi, del tuo sorriso ed incoraggiamento che non è mai  mancato. In questa vita, quante parole, quante falsità, quanto egoismo... cose che mai hanno fatto parte di te e del  tuo modo di vivere. Semplicemente auguri, mio caro insostituibile papà Tuo per sempre Raffaele, per te Filuccio".
Il  buon Filippo, raggiunta la soglia dell'empireo cielo, potrà unirsi e ritrovarsi coi vecchi compagni, di squadra (i  vari C.zo D'Urzo mio padre buonanima, detto 'U carrarmato, Sorrentino, alias "Peppe 'u fasularo", P.le Suarato,  ecc.) coi quali rimembrare il passato, quel glorioso passato che li ha visti protagonisti di un leggendario spaccato  di vita, indossare la casacca della Turris e difendere il vessillo dell'amata città in combattute e genuine dispute  agonistiche su quei polverosi campi sportivi, sempre gremiti da gente festosa che osannava i suoi beniamini...  eroici e pionieristici atleti in maglietta, pantaloncini e scarpe bullonate che rincorrevano quella palla di cuoio  dal colore marrone scuro.