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Oliviero Bonaventura
'u ferracavallo

di Peppe D'Urzo   

La sua attività è sempre stata quella di maniscalco, cioè colui che ferra i cavalli (ed un tempo esercitava anche la veterinaria), che nel nostro storico vernacolo si è trasformato in "ferracavallo". Si chiamava Buonaventura Oliviero ed era nato a Torre del Greco il 18.03.1910 ed ivi deceduto il 22.02.1981, da Aniello (maniscalco in via Nazionale n. 368/A) e da Principia Marrazzo (casalinga); sei i figli, tutti maschi, di cui Raffaele, maresciallo in Esercito (Cavalleria), anch'egli esperto maniscalco, deceduto.
Bonaventura sin da piccolo imparò questo artigianale mestiere nel locale che, inizialmente era una baracca in via Nazionale, prima della macelleria di Ciro Marrazzo, ricordato come "Ciro Sciarrello", in località Ponte della Gatta. Divenne, col passar del tempo, anche un esperto "docteur", curando cavalli, cani, gatti, ecc., offrendo gratuitamente le sue prodigiose prestazioni. Accadeva poi, che Mastu Ventura  doveva far da padrino ai figli dei suoi clienti per prime comunioni e cresime; era una consuetudine di rispetto e tradizione. Militare in Marina; imbarcato su nave 'Alcione" e "Bolzano"; si unì in matrimonio nel 1934 con cerimonia religiosa nella Basilica di Santa Croce, con Maria Giuseppa Borriello (classe 1909), detta "Chella 'dde facce 'mpese", che attualmente, vive in via Nazionale n. 434, circondata dalle affettuose cure dei figli e dei nipoti; donna energica, nonostante la veneranda età, sempre con il piglio del comando e, guai a contraddirla. Austera e rigida coi figli da sempre, ed anche oggi riesce a farsi ben rispettare; con la forza d'animo e la gran voglia di vivere, ha brillantemente superato varie crisi (dovute a malattie), ed oggi dal suo letto è ancora capace di dirigere l'andamento familiare ed elargire consigli a chi ne ha bisogno.
A Maria sono rimasti negli occhi i bombardamenti aerei in zona con la gente che riparava nelle aperte campagne ed il passaggio delle forze alleate provenienti dalla vicina Torre Annunziata; fu una festa indimenticabile ... i soldati lanciavano dai carri armati e camionette, caramelle, chewing-gum, biscotti, sigarette, ecc..; fu l'inizio di un po' di sollievo e benessere.
Nel 1933, in occasione dell'inaugurazione del Museo del Corallo (Scuola per la lavorazione del corallo, istituita nel 1878, attuale Istituto d'Arte), vennero a Torre il principe Umberto con la consorte Maria Josè e la piazza L. Palomba era gremita di una folla festante. La regina si soffermò a salutare le donne che l'acclamavano, ed accadde che Maria Giuseppa fu abbracciata dalla regina; ebbe anche modo di osservare dal vivo Mussolini ed Hitler, quando quest'ultimo venne in visita in Italia. Maria si era recata a Gaeta (LT) col treno a trovare una sorella e qui a Fondi poté vedere i due statisti passare tra due file di gioiosa folla che plaudiva a gran voce agitando i fazzoletti e bandierine italiane e tedesche.
"Mastu Bonaventura" era molto bravo ed esperto nel suo mestiere e in molti si avvalevano della sua maestria.
Costruiva con molta facilità i ferri di cavallo; non usava misure od altro, bastava un solo sguardo alle zampe equine e dopo, un po' i ferri erano pronti e fissati. Una volta ferrò un cavallo, uno di quelli robusti e da soma, con un compenso di Lire cinquecento; poi per un altro ferro ad un "cavalluccio" chiese invece, Lire Duemila; al che il proprietario fece le sue rimostranze e Lui con tutta calma ed obiettività, rispose: "'U ciuccio è ciuccio". Spesso a lavoro finito, il pagamento avveniva in "natura" con prodotti della terra e cibi vari; quando smise l'attività, aveva conservato quattro block notes sui quali erano segnati i nomi nativi dei debitori che strappò e distrusse....
Mentre era intento a ferrare un mulo un po' irrequieto, appartenente ad un certo "Feliciello", con una mossa indovinata, buttò l'animale a terra, immobilizzandolo, ma il mulo tentò di morsicarlo. A volte, per mancanza di ferro nella "puteca", non perdendosi mai d'animo, riempiva lattine metalliche con



       

Le foto: Bonaventura Oliviero ("Mastu Ventura 'u ferracavallo") in divisa da militare in una immagine degli anni '70. Il padre Aniello (maniscalco); con la moglie il figlio Gaetano e la classica "forgia" 1971.

schegge, avanzi e rimasugli ferrei, riuscendo così a realizzare ed a forgiare i migliori ferri di cavallo.
Ha costruito anche le prime puntine dei mitici giradischi; anche le punte degli "strummoli" 'rru ferracavallo (piccole trottole di legno capaci di girare velocemente sopra una punta con un moto impresso da uno spago avvolto a spirale e tirato rapidamente) erano una sua "spécialité"; da lui si recavano molti ragazzini che duettavano in abili gare di destrezza e in cambio Bonaventura chiedeva loro un po' d'aiuto nel mettere in ordine la bottega. Vasta fu la clientela, proveniente anche da fuori Torre, soprattutto i carrettieri provenienti da Nola, Ottaviano... così la sua bravura aveva sconfinato oltre il natio paese di origine.
Ebbe buoni rapporti con i Regi Carabinieri, la cui caserma "periferica" era ubicata in via Nazionale angolo via Agnano; essi spesso frequentavano e mangiavano con la sua famiglia. Ha lavorato a pieno ritmo fino a 63 anni, poi in pensione, attivandosi sempre per qualche lavoretto a parenti ed amici nel locale di via Nazionale n. 434, dove è stato aiutato nell'attività anche dai figli tra i quali Aniello che divenne esperto nel battere la "mazza". Il nostro "blacksmith" era, sotto l'aspetto umano, una persona impeccabile, allegro e socievole, di statura media bassa.
Tra i suoi amici ricordiamo Salvatore Cutolo (panetteria), Matteo Cutolo (pullman locali di linea), "Franco 'u calabrese", "Ciccio 'u mericano" e Peppe De Luca, coi quali si intratteneva a giocare a carte e mangiate caserecce....; le prerogative vitali di Bonaventura furono il lavoro e la famiglia.
Dall'unione di "Mastu Ventura" e Maria Giuseppe Borriello sono nati cinque figli (quattro maschi ed una femmina) con dodici nipoti ed un pronipote: Aniello pensionato; Pasquale marittimo-nostromo; Principia, casalinga (aiutava la madre a ricamare così come molte ragazze della zona hanno imparato a ricamare nel cortile di casa); Gaetano, pensionato e Bruno marittimo-panettiere.
Si ricordano inoltre, un fratello di Bonaventura, Girolamo (1913/1981), montanaro nella cava di Villa Inglese marittimo, pensionato, prigioniero di guerra, ritornato poi a casa ed un fratello di Maria Giuseppa, Antonio, combattente nella grande guerra mondiale 1915/18.