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Giacinto Panariello

di Peppe D'Urzo   

Un "feeling" chiamato Turris.

Giacinto Panariello è, senza alcuna ombra di dubbio, fra gli storici appassionati tifosi del "pianeta" Turris, nella cui orbita gravitano tanti personaggi di distribuzione di caramelle, cioccolato e chewing-gum, biscotti e pane bianco. Persona proba, semplice, garbata  distinta. Segue con romantico e vivo interesse le sorti della Turris. Oltre  al calcio, il ciclismo, l'automobilismo ed il motociclismo, il suo slogan è "Lo sport è il primo piatto che si serve a tavola".
E' nato il 21.10.1932 a Torre dei Greco, da Giovanni, costruttore edile e da Alfonsina Savarese, originaria di Sant' Egidio Monte Albino (SA); tre maschi e una femmina. Egli, originario di via Nazionale (zona Epitaffio), appartiene alla stirpe de "'A patana". Il caotico rimbombò dell'ultima guerra mondiale lo porta ancora dentro di sé; le tante privazioni, i sacrifici per tirare avanti, le incursioni aeree, i numerosi pericoli e le molteplici insidie, ben nascoste dietro ogni angolo. Ricorda che una bomba cadde in via Nazionale dopo l'Epitaffio, causando danni ingenti, ed un enorme razzo luminoso squarciò la notte nei pressi della villa di proprietà Faraone Mennella; ci fu un immenso chiarore che rischiarò quella vasta zona periferica della città. Poi vennero i tristi giorni dei rastrellamenti dei soldati tedeschi dopo l'armistizio dell' 8 settembre 1943, ed il transito delle forze interalleate, con distribuzione di caramelle, cioccolato, chewin-gum, biscotti e pane bianco.
Giacinto segue le sorti della Turris dalla fine del 1944. La guerra al centro sud era terminata, ma proseguiva al nord...
Durante un allenamento della nascente squadra "corallina" dal latinissimo nome, con folla di tifosi a bordo campo (il campo era il leggendario Fienga), arrivarono delle camionette di Carabinieri, in cerca, probabilmente, di un malavitoso, ben acquattato fra i "supporters" torresi; i militi invasero il rettangolo di gioco e l'allenamento fu sospeso; partì d'improvviso un colpo d'arma da fuoco da parte di un carabiniere, con al seguito un cane da "guardia"; ci fu un fuggi fuggi generale, il malvivente riuscì a scappare e Giacinto, ragazzo, fu protetto da Filippo Borriello, mediano della Turris.
Fra i calciatori in maglia rosso-corallo ricorda con maggiore affetto i vari: Pedrocchi, Legnetti, i f.lli Giordano, Carubbi, Molinari, Garuti, Chiesa, Grillo, Gianolli, Portelli, Schettino, Gardini, Caocci, Colombo, Medeot, Fiorillo, L. Bruno, Arbitrio, Pulitelli, Lunerti, ecc.; fra gli allenatori: Ezio Volpi (su tutti), grande professionista e galantuomo, ed Angelo Mammì, brioso ed innovatore di un nuovo calcio; fra i presidenti l'ing. Salvatore Gaglione ed i f.lli Acampora.
Tante le gare viste dentro e fuori; le trasferte non le conta più...
Due grandi prestazioni su tutte gli sono rimaste nel cuore: Turris-Sambenedettese 3-0 (quarti di finale di Coppa Italia serie C) allo stadio comunale "A. Liguori", colmo di gente; la Turris militava in C, girone "C", stagione 1973/74 ed era allenata da G. Improta che sostituì B. De Grandi; era il 01.05.1974.   Turris - Benevento 2-0, allo stadio "Partenio" di Avellino (giugno '97); la Turris, guidata dall'esperto "Ciccio" Esposito, fu promossa in C/1 con grande merito e supportata da calore dei suoi numerosi tifosi.
Un altro simpatico episodio fu quando la compagine "corallina" batté fuori casa il Cral Cirio per 3/0 (con due reti di Onorato ed una di Garuti), ed i nostri tifosi, a mo' di genuino sfottò, scrissero ai lati di un tram, che da Torre arrivava a Napoli (e viceversa), l'esplicita dicitura: "Turris batte la Cirio Conserviera per tre a zero". Era la stagione calcistica 1954/55 (IV serie, girone "H").
Nel 1962/63 il nostro Giacinto, bravo incisore di corallo, si reca nella lontana terra dei canguri, l'Australia; vi giunge con la M/N "Australia" del Lloyd Triestino, andando a Melbourne (città, porto e floridissimo centro commerciale ed industriale; capitale dello stato di Victoria, sul fiume Yarra) presso il fratello Giuseppe (classe 1928, militare nel Btg. "San Marco" nel dopoguerra; deceduto) e trovandovi lavoro in una gioielleria. Nonostante l'immensa distanza che lo separava dalla terra natia, seguiva le sorti della Turris attraverso il "Corriere della Sera". Non potendo fare a meno delle partite di calcio si recava allo stadio di Melbourne, di sabato e domenica, a respirare l'atmosfera del calcio giocato.
Qui incontrò un ex calciatore, un certo Giancarlo Frangioni, nativo di Portoferraio (LI) che aveva militato nelle file della Turris, come difensore, nel '52-53 (IV serie "H") e '53-54 (IV serie, "G"). In terra australiana, venivano varie squadre, provenienti da altri continenti, in tournèe a disputare gare amichevoli e tornei. In queste "storiche" occasioni ebbe modo di conoscere e stringere la mano al grande Lev Jascin, portierone della Russia, detto "Il gatto nero", a Bobby Charlton, capitano della nazionale inglese, a Gorge Best, imprendibile ala, e a tanti altri, tra cui: G. Losi ("er core de Roma"), anche allenatore della Turris (72/73,


Le foto: Giacinto Panariello in età più giovanile; con amici a Serino (AV), precampionato della Turris, stagione 1982/83; gruppo di tifosi "corallini" a Livorno (Livorno - Turris 1/1; serie C/1 "B";1979/80); in una trasferta a Castrovillarì (CS) di anni addietro (con gli amici Luigi Zaino e G.nni Finali).

serie C, "C"), Benitez, Leonardi e Menichelli. Fece ritorno a casa nel 1970 con l'aereo. Il suo ritorno era legato anche alla Turris che in Australia gli mancava tanto.
I suoi figli maschi sono amici di Lunerti, autentico bomber nella stagione 1981/82 (C/2"D") e anch'essi tifosi "corallini"; Giovanni è stato un fanatico di GianLuigi, mister di pallamano dell'Olimpia "La Salle" in serie B. Il Panariello è stato grande estimatore di Pasquale Vivolo, attaccante di origine campana della Juventus degli anni '50; fu attratto dal suo modo combattivo ed impavido di trattare la palla, con lucidità di dribbling serrato, vigore di temperamento e animoso senso della rete. Vivolo (classe 1928) ha giocato anche in Nazionale con 4 presenze e 1 rete.
In rispetto alle imprese calcistiche di un tempo, afferma "Il calcio di una volta era più tecnico, quello di oggi è più veloce e spregiudicato".
Dopo le due retrocessioni in D ed in Eccellenza, non si è più recato al "Liguori", invecchiando di due anni e, grazie alla nuova gestione Di Ruocco-Gaglione-Maraniello, ecc. è ringiovanito.
"Per me, egli continua, la Turris è un modo di vivere, una vittoria è un'immensa gioia, una sconfitta è una spina nel mio cuore!".
Un  ricordo lo rivolge agli "storici" tifosi di una volta: Eduardo Russo ('U zuoppo), Antonino Magliulo ('U baccalaiuolo), Adriano Tazioli ('U modenese), F.sco Tesoriero ("Ciccio"), Catello De Rosa, R.le Aurilia, M.le Acquarulo ('A Sampdoria), Mimi Buonincontro, F.sco e Mannino ('A pattina), Gennaro Liguori ('U pittore), E. Brancaleone, Vittorio Perna ('A malizia) e tanti, tanti altri.
Di "Eduardo 'u zuoppo" rammenta che organizzava le trasferte della Turris con un camion guidato dal passionale "Adriano 'u modenese"; Eduardo dava anche una mano ai giocatori, alcuni dei quali li faceva dormire a casa sua.
L'affabile Giacinto, attualmente pensionato, lo incontri spesso a "Capo Torre" e si intrattiene con gli amici di sempre, fra cui il mitico Luigi Zinno ('U paratore), a parlare del più e del meno, ma il "main theme" è sempre rivolto alla prima squadra di calcio cittadina, che volendo o nolendo, rappresenta il simbolo sportivo di Torre dei Greco su scala nazionale e dovunque nel mondo.