| "Errico `u barbiere"di Peppe D'Urzo
 
		
		
		Errico Improta è, senza alcun dubbio, da annoverare fra i decani 
		barbieri della nostra città. Personaggio definito "'nu piezz 'i pane" 
		per la sua bontà ed umanità. Era nato a Torre del Greco il 30.12.1927 ed 
		è deceduto a Napoli il 03.09.2004 all'ospedale Loreto Mare, per i 
		postumi riportati in seguito ad un incidente stradale patito in data 
		28.08 2004 nella nostra città. Il padre Vincenzo era commerciante di 
		frutta e la madre Maria Gaudino casalinga. Errico, originario di via 
		Nazionale (zona S. Antonio), abitava nei pressi dell'attuale bar "'A tazzulella" (ex bar "Olimpiade", trasferitosi in via V. Veneto). 
		Raccontava che suo padre, marittimo, reparto macchine, imbarcato su di 
		una nave (probabilmente della società "Lauro"), fu fatto prigioniero 
		dagli inglesi ed inviato in Inghilterra, ove vi rimase internato per 
		quattro anni, facendo ritorno a casa alla fine della II guerra mondiale.
 Durante la sua prigionia, la moglie Maria, riceveva, dalle preposte 
		autorità italiane, un indennizzo per poter mantenere i figli. Come 
		tanti, aveva vissuto anch'egli i bombardamenti aerei su Torre e 
		ricordava benissimo quello della vigilia di Pasqua del '43 in via 
		Purgatorio ed altre zone, in cui persero la vita molti innocenti. La 
		madre di Errico, decise di "sfollare", consuetudine di quell'epoca per 
		molte famiglie in cerca di luoghi più sicuri, in provincia di 
		Campobasso e, precisamente, a Bonefro (comune di 2171 abitanti del 
		Molise a 620 mt. s.m.) coi cinque figli (quattro maschi ed una femmina), 
		dei quali Errico era il più grande.
 Nel paesino molisano, i tedeschi in 
		ritirata, oltre ai vari rastrellamenti in cerca di materiale umano da 
		inviare nei campi di lavoro nei territori del Terzo Reich, portavano via 
		all'inerme ed atterrita popolazione, cibo, cavalli, muli, mucche, ecc... 
		Egli, in questo triste periodo bellico, fece vari mestieri, lavorando 
		anche a Termoli (comune del Molise di 27.206 ab. in prov. di Campobasso 
		a 15 mt. s.m. sull'Adriatico; porto peschereccio e stazione balneare);
		tornò a Torre con la famiglia nel dopoguerra.
 Militare in Marina con 28 
		mesi di naia con la qualifica di cannoniere ordinario e allo stesso 
		tempo barbiere in quel di Buffoluto (Taranto) nel 1947. Coniugato con 
		Cira Giobbe, ebbe un figlio Ettore, anch'egli barbiere e continuatore 
		dell'attività paterna. Il nostro caro ed affabile Errico sin da ragazzo 
		ha espletato l'attività di barbiere; questo mestiere l'ha sempre 
		attratto e le forbici ed il pettine non gli sono mai mancati. Ha 
		lavorato con uno zio che aveva un locale a Sant' Antonio e da Ipri e 
		Pellecchia, entrambi in via Roma.
 E' stato anche marittimo con la 
		qualifica di esperto "figaro".
 Aprì un salone al Corso Umberto I e nel 
		1960 venne in v.le Ungheria ("Salone Enrico") al civico 7, subito dopo 
		il mitico "Bar Sportivo" (attuale "Bar New Dream") del sempre in gamba 
		Aniello Di Rosa. "Che bei tempi - era solito affermare - quelli del salone in v.le Ungheria; la scelta clientela, formata da rispettabili 
		persone e veri amici, era diversa da quella di oggidì; i tempi sono 
		radicalmente cambiati...". Fra i clienti vi sono stati molti calciatori della Turris dai tempi di Morselli e Salar in avanti. 
		Tifosone della Turris e del Napoli; spesso andava a vedere le partite 
		degli azzurri partenopei al "San Paolo" con l'amico Lorenzo Sequino che 
		aveva un negozio di elettrodomestici all'angolo di v.le Ungheria e via 
		I. Sorrentino (attualmente gestito dai
		figli).
 Errico, da giovane, ha giocato a pallone, divertendosi in 
		tornei fra barbieri ed altre categorie lavorative. In più di una 
		occasione,
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	Le 
	foto. Errico Improta, detto "Errico `u barbiere" in una recente immagine 
	(prima del decesso); il salone in v.le Ungheria n. 7 nel giugno del 1960; 
	Errico nel giorno della sua Prima Comunione. 
		
		
		negli anni precedenti, quando le partite della Turris
		si giocavano a Torre, nonostante i battenti del negozio
		fossero chiusi, 
		aveva subito vari danni alle vetrate e alla saracinesca d'ingresso; atti 
		vandalici dei "supporters" delle squadre avversarie che venivano a giocare allo stadio comunale "Amerigo 
		Liguori" di Torre del Greco.I risarcimenti? Neanche a parlarne. Don Errico, come tutti erano 
		soliti chiamarlo, era una persona dal carattere molto socievole, sempre 
		col sorriso sulle labbra, allegra, ospitale, giocherellone, incline allo scherzo, elegante nel suo aspetto e ben 
		voluto da tutti; era una istituzione ed una "milestone" di v.le 
		Ungheria. Era solito, amante del mare, fare lunghe passeggiate in riva 
		al mare e di buon mattino, nonostante l'età, faceva footing, per 
		ringiovanire il suo fisico ed essere sempre in forma. Da quando Errico era andato in pensione, il locale è gestito dal figlio Ettore.
 Un fratello di Errico, deceduto, aveva un negozio di coralli e affini 
		nella Certosa di Padula in provincia di Salerno (Certosa di San Lorenzo, 
		il cui primo nucleo risale al 1306), ed un altro fratello, Antonio detto 
		"Mast'Antonio", pensionato è un bravo falegname e restauratore.
 Semplici 
		e toccanti parole così lo ricordano: "Dopo una vita dedicata alla 
		famiglia e al lavoro, veniva strappato all'affetto dei suoi cari che 
		nella fede in Cristo trovavano rassegnazione e speranza". Ciao don Errì, 
		la tua espansiva ed affettuosa cordialità ed in special modo, la tua 
		sorridente espressione, rimarranno sempre nei cuori di quanti ti hanno 
		conosciuto ed apprezzato il tuo modo di vivere.
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