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Il prode Vincenzo Pirone
di Peppe Durzo
 

“Una grande guerra lascia il paese con tre eserciti: un esercito di mutilati, un esercito di lutti e un esercito di ladri” (Proverbio tedesco)

 

Vincenzo Pirone nacque a Torre del Greco il 27/05/1981 e deceduto a Napoli il 13/07/1962, da Pasquale, marinaio capo elettricista, e da Anna Rivieccio. Ha navigato in qualità di marinaio, sulla nave reale “Regina Margherita” (R/M), appartenente alla Croce di Malta, unitamente al padre Pasquale. Spesso a bordo incontrava il re Vittorio Emanuele III che gli chiedeva dove fosse il fratello e Vincenzo gli rispondeva “Maestà il capo elettricista non è mio fratello, bensì mio padre. . .”. Si sposò con Teresa Rivieccio, fidanzata sin da piccola, sua cugina, che mori di parto poco dopo insieme alla creatura che aveva in grembo. In una cartolina che inviò a Teresa quando fu ferito in guerra, scrisse dei romantici versi: “Mentre ti scrivo, la mano mi trema, ma l’inchiostro scorre, segnando Teresina. . .”. Dopo tre anni di lutto si risposò il 13/01/1921 con Rosa Sorrentino (classe 1884). Ebbero tre figli: Giuseppina (vivente), Pasquale (marittimo, reparto macchine, deceduto) e Francesco Luigi (dipendente del nostro comune, poi distaccato dall’Ufficio Conciliazione della Pretura di T/Greco, deceduto). Vincenzo ha partecipato, come tanti altri, a tre guerre: l’italo-turca, 1911/12 per  la conquista della Libia, la grande guerra 1915/18 e la seconda guerra mondiale 1940/45, ricevendo decorazioni, attestazioni e medaglie, Dal suo personale diano di guerra, si riportano alcuni cenni: “Fui chiamato alle armi il 21/05/1915. Sbarcai dallo Yacht reale “Lela”  il 22; mi presentai al 1° Reggimento

di Napoli. Il 23 partii con la 2A e la 3A compagnia da Napoli. A Roma il 24 e il 28 per ignota destinazione. Il 30 si arrivò a Sacile (PN); Il 2 giugno partimmo per Codroipo (UD).Camminammo‘tutta la notte fino all’alba Giorno 5 partimmo col treno 7 ed il 6 arrivammo a’San Giovanni di Manzano (UD), ultima stazione di

confine. . .” Il racconto continua con l’elenco di varie tappe su diversi luoghi di trincea, situati lungo il fiume

Isonzo (Lusingin friulano, Soca in sloveno, lisonz in bisiaco), che scorre in parte nel Goriziano sloveno e

in pane in Friuli - Venezia - Giulia; il suo nome deriva dal latino Aesontium o forse Sontium. In sede storica si ricorda l’Isonzo quale teatro della prima; guerra mondiale, e, delle'maggiori operazioni- sul fronte italiano dal 1915211 1917,quindi delle “dodici battaglie dell’Isonzo”, dove oltre 300.000 soldati italiani ed austroungarici vi trovarono la morte. Anche sui monti vi furono cruenti battaglie, ove il nostro Vincenzo visse terribili momenti di paura e grandissimo timore per gli accadimenti tragici che si compivano‘davanti ai suoi occhi. Ma per il senso di patria, onore e gloria, il suo pensiero era esclusivamente per i suoi fratelli che combattevano “la santa guerra” per la grande Italia.Nacque il mito dell’eroico soldato italiano morto all’assalto in quella guerra fangosa di trincea. Divenne quasi un modello di vita... In data 17/11/1916, in uno dei tanti scontri, dopo l’ordine di avanzata verso le linee nemiche sul monte‘San Michele (nella provincia di Gorizia), il valoroso Vincenzo fu colpito al femore sinistro da diverse pallottole di mitragliatrice. Soccorso al buio e dopo diverso tempo da alcuni barellieri, fu ricoverato in campi di primo aiuto e poi negli ospedali di Monfalcone, poi Venezia ed infine Roma, per la gravità delle ferite riportate. Più di una volta fu in pericolo di vita, ma la tempra dura e le lunghe cure del prof. Francesco Durante ‘ (1844 Letojamm /ME - 1934), politico e chirurgo italiano, fondatore del Policlinico “Umberto 1°” di Roma; primo chirurgo al mondo ad intervenire sul tumore celebrale, lo tennero in vita. A Roma rimase per 18 mesi circa e gli furono tolti molti proiettili sino al piede. Il prof. Durante in una delle tante visite, gli disse in modo'scherzoso: “Minchione, ti ho fatto un servizio migliore che il ciabattino non ti avrebbe fatto...” Era l’anno 1917ed il Durante in precedenza aveva operato l’imperatore Francesco Giuseppe d’Austria.Tornato nella sua Tome del Greco e riunitosi ai suoi cari, fu' destinato insieme ad altri commilitoni,di un dono da part'e del re di un orologio d’argento con doppia. cassa con le sue effigie, e di una polizza di 1000 lire da'ritirare nel 1944. Gli fu, inoltre, offerto un lavoro come custode della residenza reale di Monte Cristo (anticamente chiamata Oglassa; isola situata nel Mar Tirreno e facente parte dell’Arcipelago Toscano; inclusa nel comune di Portoferraio e quindi della provincia di Livorno. Nel 1899 l’isola divenne una riserva di caccia reale esclusiva per Vittorio Emanuele III e tale è rimasta fino alla istituzione della riserva naturale nel 1971), che gli prospettava una vita tranquilla,, .. Ma l’amore per la sua gente e per il luogo natio gli suggerirono di rifiutare la proposta. Con l’aiuto del padre entrò nel mondo del commercio, lavorando nella salumeria dei genitori in via Falanga. Abito in via Tironcelli,Beato Vincenzo Romano (proprietà Ascione), C/so  Avezzana,via Sedivola e infine in via  Giuseppe Beneduce (Villa Paradiso) .All’entrata in guerra dell’Italia (secondo conflitto mondiale), dopo il. 10/06/1940 fu richiamato sotto le armi, destinazione: Arsenale del Regio Esercito a Pizzofalcone in quel di Napoli. Il deposito. Subì  come la città intera, un tremendo bombardamento che causò diverse vittime. Vincenzo che era in servizio riuscì a salvarsi tra le macerie. Venne a piedi a Torre (i familiari lo credevano morto) nella notte, con

le suole delle scarpe consumate. Il figlio “Pasqualino”, classe 1923 era anch’egli in guerra, imbarcato su navi della Regia Marina; tornò sano e salvo. Finita la guerra, visse'i restanti anni della sua umana esistenza che si concluse nel 1962 per complicazioni dovute alle vecchie ferite della prima guerra 15/18, causandogli

l’amputazione di quella gamba e il decesso. Don Vincenzo era iscritto all’Associazione Nazionale Militari ed Invalidi di Guerra - Delegazione Regionale della Campania - Sezione di Torre del Greco dal 1919. Pensionato per l’infermità: “Esiti ferita arto sinistro e collo di frattura femore con anchilosi ginocchio iscritto alla N. V. S. N. dal 1935 Carica associativa: sindaco della sezione di  T/Greco. Vincenzo era una persona squisita,

di animo buono ed altruista, faceva del bene a tutti, in special modo ai clienti della salumeria. La moglie Rosa era il suo opposto: donna forte ed austera; parlava il francese.


 

 

 

 

 

LE FOTO: 'VINCENZO PIRONE PRIMA; IN DIVISA DA BERSAGLIERE ( Prima  GUERRA MONDIALE); ALLETTATO IN OSPEDALE;'LA REGIA NAVE REGINA MARGHERITA”; IN DIVISA DELLA MILIZIA (2*

GUERRA MONDIALE”, CON LA MOGLIE E I FIGLI

 

Ogni tanto raccontava qualche episodio di guerra e del re; Era solito affermare che ,quando si andava contro il nemico, erano i pavidi a morire, mentre i coraggiosi resistevano …..Una Volta in uno spazio fra una trincea italiana e una austriaca,comparve una gallina... Da entrambe le postazioni si cercava di colpirla ma nessuno ci riuscì  e il piumato bipede  scomparve quasi nel nulla …..
Di Vittorio Emanuele III aveva poi, una ossequiosa devozione; rimanendo monarchico sino alla sua. morte. L’omaggio era dovuto a questo figlio di patria,che l’ha servita in armi dal periodo della colonizzazione italiana,prima e seconda guerra mondiale. I dovuti ringraziamenti li esterniamo alla nuora Luisa Delle donne,donna colta,erudita ed appassionata di storia ed al nipote “Cinzio”,trasferito a nettuno Roma dal mese di luglio 1979.
Espresiioni di gratitudine vadano ad entrambi per le “ news” sul loro carissimo 5ed indimenticabile congiunto.