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Dedicato al torrese Giovanni Strino deceduto a Rodi, durante la seconda guerra  mondiale
a cura Peppe d'Urzo

“Sono le storie a fare la storia. E le storie devono far paura, perché dietro quelle storie ci sono i nostri genitori, ci siamo anche noi. Quei figli che vogliono, semplicemente e per amore, capire". (Da: "La grande bugia ” - Le sinistre italiane e il sangue dei vinti; di Giampaolo Pansa; Sperling & Kupfee editori; ottobre 2006)

Una ossequiosa riverenza la dedichiamo alla memoria di un torrese morto nella Il guerra mondiale, e come lui tantissimi altri, lontano dalla patria, e, precisamente in quel di Rodi, dal greco Rodos, la più grande isola del Dodecaneso e la più orientale delle maggiori isole dell’Egeo. Annessa “de facto” nel 1912 con i trattati che posero fine alla guerra italo-turca insieme alle altre isole dell’arcipelago del Dodecaneso. Trattasi di Giovanni Strino, nato il 01.01.1895,da Antonio (commerciante di coralli), e, da Gelsomina Cuciniello casalinga), che dopo la morte di Antonio, convolò a nozze in secondo matrimonio con Francesco D’Amato (“Ciccillo”; dai baffi stile “moustache” e fumatore di sigari;contadino con proprietà). Sei figli (cinque maschi ed una femmina). Giovanni iniziò a lavorare come ragazzo di “scarparo”, e, poi si cacciò il classico libretto di navigazione ‘a libretta”), in qualità di mozzo (anno 1912). Poi come carbonaio su piroscafo con macchina alternativa a vapore “Dignitas”. Militare di leva nella Regia Marina (Btg. “San Marco”). Ebbi un’onorificenza, un attestato e una medaglia dal comando del Raggruppamento Marina (terza armata) e del comando in capo della Piazza marittima di Pola, dal 15 nov. 1917 al 15 febbraio 1919. Nel 1925 decise di rimanere in America, sbarcando dalla nave “Aster” su cui era imbarcato, insieme ad altri marittimi. Da Baltimora (stato del Maryland) si spostò a Philadelphia (Pennisilvania), andando a lavorare come operaio nella ferrovia statale, grazie ad una donna anziana dagli incanutiti capelli, detta: “donna Filumena” che dava una mano agli italiani in cerca di lavoro... vi rimase fino al 1929 e tornò in patria con un grosso baule. In data 12.02.1930 nacque l’unico figlio: Antonio, che dalle sue commosse parole, ha voluto raccontarci la storia del suo diletto genitore... A tal proposito sua nipote Luisa Panariello, prendendo spunto dalle vicende del benamato congiunto, si laureò in Lettere e Filosofia (corso di laurea in Lingue nella Società (dell’informazione) con la tesi in Lingua inglese dal titolo: “La rappresentazione degli immigrati Italiani nei quotidiani americani (1890-1930); un’analisi linguistica”. Anno accademico: 2009/10. Attualmente vive e lavora in Inghilterra. Nella tesi inviamo una frase di. Nicola Sacco (27.04.1891, Torre Maggiore/FG - 3.07.1927, Charlestown/Massachusetts): emigrato in U.S.A.; anarchico; morì ingiustamente, insieme a Bartolomeo Vanzetti, sulla sedia elettrica. . .), dal seguente tenore: “Nella stazione d’immigrazione, ho avuto la mia prima sorpresa. Ho visto i passeggeri della terza classe trattati dagli ufficiali come tanti animali”. Giovanni fu riammesso a navigare. Nel 1941/42 affondò con i piroscafo “Reno” (silurato dal nemico), probabilmente nelle acque del nord Europa. Rimase in mare per più di 24 ore su di una tavola, con altri sventurati; fu recuperato e salvato. Dopo le dovute cure‘ ospedaliere ritornò a casa. Comprò un carato dall’armatore torrese Antonio Perna ed imbarcò sul piroscafo “Stefano”(merci varie; viaggi nel Mediterraneo; 1899,992 ton.). Poi sul “Pomezia” come fuochista militarizzato (armatore:R/le Romano, Napoli), adibita a nave frigorifera trasloco carni per i soldati italiani nel Dodecaneso, con partenza da Brindisi e Bari), facente parte del naviglio italiano. L’8 settembre '43 si trovava a Rodi (Grecia), l’11nell’imminenza della caduta dell’isola si prepara a lasciare la città, ma viene fermata per ordine del Governatore; il 12 è preda bellica tedesca; il 19.01.1944 affondato fuori Rodi durante un attacco aereo della portaerei britannica “Attacker”.Giovanni fu internato, unitamente al personale di bordo ed altri militari, dai tedeschi nei campi di transito e concentramento in condizioni pessime... Morì all’età di 50 anni nell’ospedale “Regina Elena” di Rodi in data 04.06.1945 per “edemi da fame-ascite”. La salma di Giovanni Strino, su disposizione delle preposte autorità giunse a Napoli per raggiungere Torre del Greco, ove il 05.03.1955 fu celebrato il rito funebre nella chiesa della SS. Annunziata alla presenza di autorità locali e con picchetto d’onore della Marina Militare sull’ ingresso della Chiesa in drappo nero v’era scritto: “A Giovanni Strino, caduto per la patria, pace”. I resti mortali erano all’interno di una cassetta di legno, avvolta nel tricolore. Altre salme raggiunsero i loro luoghi natii. L’iter burocratico fra le autorità ed il Comune di Torre del Greco, fu predisposto dalla cugina di Antonio: Caterina di Blasio, la quale gli scrisse del rito funebre,mentre egli era imbarcato. Da Palermo ove la “Ras al Ardh”, era nei bacini per riparazioni, Antonio venne a Napoli con un traghetto della “Tirrenia”. A Piazza Municipio prese il filobus “255” per Torre. Nei pressi della zona di Santa Teresa al C/so V. Emanuele, attraverso i finestrini dei

 pullman, riuscì a vedere i manifesti necrologici del padre: Giovanni Strino;il tempo di tornare a casa e poi in chiesa... Ripartì di sera con lo stesso traghetto, con nella valigia un manifesto dei genitori, come testimonianza da mostrare ai responsabili del bacino palermitano. .. Si ebbero solenni funerali di Stato che partirono dalla SS. Annunziata, transitando per le maggiori strade cittadine, fino al cimitero. Inizialmente la cassetta fu collocata nel loculo n. 90 della famiglia di M. Vincenza Giannone ed in seguito in data 03.02.1979 nel Monumento dei Caduti di guerra, loculo: “Marinaio - Giovanni Strino”.

L’affabile e cortese Antonio (pensionato, capitano Superiore di Macchina) ha inteso ricordare che tale cerimonia funebre con tutti gli onori, è stata l’unica nella nostra città conferita ad un torrese, deceduto per la patria, durante la seconda guerra mondiale; fuori dal suolo italico.                                                                           





LE FOTO: GIOVANNI STRINO (1895-1945); "DONNA FILUMENA” E GIOVANNI PHILADELPHIA, U.S.A. ); 05.03.I955, ESTERNO DELLA CHIESA DELLA ss. ANNUNZIATA TORRE DEL GRECO; IL CARRO FUNEBRE ED IL PICCHETTO D’ ONORE MILITARE DELLA MARINA; IL PIROSCAFO “POMEZlA”, ADIBITA A NAVE FRIGORIFERA, L’OSPEDALE "REGINA ELENA” A RODI (24.05.1942), DURANTE UN CORTEO FUNEBRE