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Battaglie sui mari
Filiberto Sorrentino

di Peppe D'Urzo

Lo trovi presso la Casa dei Combattenti e Reduci in Villa Comunale, avvolto dai suoi ricordi giovanili e del periodo dell’ultima Guerra Mondiale. I suoi quasi 85 anni se li porta abbastanza bene ed è orgoglioso del passato che lo ha accompagnato fino ad oggi. Si tratta di Filiberto Sorrentino nato a Torre del Greco il 5 ottobre 1917 da Raffaele, commerciante di pietre laviche nella cava di Villa "Rosa", attuale Palazzo di Giustizia ai confini con Torre Annunziata, e da Maria Spina, casalinga. Cinque fratelli (tre maschi e due femmine).
Filiberto, nativo di Santa Maria La Bruna, sin da ragazzo imbarca sui bastimenti a vela, poi impara il mestiere di falegname, lavorando nella falegnameria Palumbo in via Nazionale (zona Epitaffio). Frequenta le scuole all’aperto (corso di marconista). Il 15 luglio 1937 viene chiamato sotto le armi (Regia Marina Militare) in qualità di cannoniere, rimanendovi fino al 1948. In seguito dal 1949 fino al 1958, considerato "sfollato", è dipendente del Ministero della Difesa col grado di Maresciallo. Dopo i tristi eventi bellici riprende l’attività di falegname, lavorando presso la ditta Aurilia in via Calastro e poi, per proprio conto, al corso Vittorio Emanuele, 8.
Sposato con Vincenza Marcianò da cui ha avuto 2 figli (un maschio e una femmina, altri due deceduti), è in pensione dal 1977, ed è iscritto all’Associazione Combattenti e Reduci, Sezione di Torre del Greco da più di 20 anni. Ha frequentato anche il Dopolavoro Ferroviario al corso Vittorio Emanuele. Attualmente vive nel Parco Giusy (via Positano n. 41).
I suoi ricordi vanno alle campagne e alle missioni di guerra, con scorte a convogli, attacchi di sommergibili e di aerei nemici. Partecipa alla guerra di Spagna (1936/’39) ove l’Italia e la Germania aiutarono i nazionalisti del generale Francisco Franco. Nel 1941, imbarcato sul regio cacciatorpediniere "L. Malocello", impiegato di scorta a navi mercantili, assistette ad attacchi di aerei nemici che si abbassavano a fior d’acqua per sfuggire alla vista dei rilevatori dell’unita italiana. Un aereo un po' isolato dal gruppo, mirò sulla Motonave "Tiempien", ad una distanza ragguardevole fu bersagliato dalle nostre mitragliere, nell’effettuare la prevista cabrata, l’aereo urtò l’antenna di bordo del nostro mercantile e calò a



picco con una forte esplosione. Nell’estate dello stesso anno il "Malocello", dopo l’ennesima missione, era attraccato nel porto di Bengasi,

pronto a salpare per il rientro in Italia. Vi furono imbarcati un gruppo di prigionieri nemici.
I marinai italiani offrirono loro sigarette, cioccolata, saponette, ecc. (comprate nel deposito di bordo) in segno di umana solidarietà. E a questo punto l’ex cannoniere Filiberto Sorrentino si lascia andare ad un toccante commento: "Quei ragazzi erano uguali ai ragazzi del "Malocello", difendevano la loro Patria ed avevano i loro cari ad attenderli". In precedenza il 9 luglio 1940 partecipò alla battaglia di Punta Stilo (promontorio della Calabria all’estremità del golfo di Squillace) tra la flotta britannica comandata dall’ammiraglio Cunningham e la flotta italiana comandata dall’ammiraglio Campioni. Sebbene la flotta italiana non avesse subito molte perdite, apparve subito la superiorità inglese per l’ottimo appoggio della loro aeronautica. Il 6 gennaio 1943 era imbarcato sul cacciatorpediniere "Bersagliere" che affondò a causa di un attacco aereo. Fu ferito in combattimento, e, poi, naufrago. Dopo gli imprevisti eventi dell’armistizio dell’8 settembre 1943 con un generale caos fra militari e civili, in data 23 settembre, in un rastrellamento della polizia tedesca, Filiberto fu catturato in zona Leopardi e destinato a lavori forzati sul fronte del fiume Volturno (fiume dell’Italia meridionale che scorre nel Molise e nella Campania, sfociando con un piccolo delta nel golfo di Gaeta, poco a sud ovest di Castelvolturno). Rischiò di lasciarci la pelle per le sofferenze patite in guerra e  per gli incalzanti dolori reumatici. Eludendo la sorveglianza degli ex camerati, riuscì a guadagnare la montagna. Trascorse otto mesi circa alla macchia come un nomade senza un rifugio fisso, perseguitato da tedeschi e fascisti. I malori aumentarono e lo affliggevano.
Nel gennaio del ’44 avrebbe potuto curarsi con l’arruolamento dei soldati "sbandati" che dovevano rientrare nei corpi di appartenenza. Era il bando del generale Rodolfo Graziani (1882/1955), ministro della Difesa della Repubblica di Salo. Ma non si presentò, rischiando, in caso di cattura, le sanzioni del codice militare di guerra. Ai primi di maggio del ’44 durante un’avanzata alleata, Filiberto attraversò il fronte a Castro dei Volsci (Frosinone) e rientrò al Corpo. Qui, dopo un processo di discriminazione con esito favorevole, gli fu riconosciuto il servizio "lontano dal Corpo" a tutti gli addetti in zona d’operazione.
Le sue decorazioni sono tre croci di guerra al merito; volontariato e campagna di Spagna, campagna di guerra 1940/41/42/43/44/45, croce d’argento per anzianità e distintivo d’onore di ferito in guerra. Gli vengono in mente, inoltre, alcune memorie "non documentate", e cioè: nel C.T. della squadriglia "Bersagliere" di scorta alle corazzate "Littorio" e "Vittorio Veneto"; incontri aerei navali, aerei siluranti, n. 8.  Attacchi da sommergibili di scorta a convogli, n. 5. Attacchi da sommergibili non di scorta, n. 4. Attacchi aerei di scorta a convogli, n. 5 e da aerei non di scorta, n. 12.
Nel 1992, infine, ha ricevuto una premiazione a titolo onorifico (Capo di 2^ classe) con le felicitazioni del ministro della Difesa, Salvo Ando.
Ecco descritte le avventure di guerra del cordiale e mite Filiberto. Le sue vicende belliche furono anche scoperte quotidiane di situazioni, stati d’animo, mentalità, condizioni e limiti che si sentivano e si annusavano in particolari prospettive.

Le foto mostrano Filiberto Sorrentino in divisa da militare e pluridecorato con le sue medaglie (anno 2002), ed il C.T. "L Malocello".