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RICORDI TORRESI   a cura di Peppe D'URZO

Il bar "Di Rosa" nei ricordi di Paolo Di Matteo

"La colonna avanza in uno spettacolo di devastazione e di rovina. Da Torre Annunziata a Torre del Greco, a Resina, a Portici, alla strada costiera lungo il casermone dei Gramili, e alla zona del porto, un susseguirsi di case franate, di mura spaccate, di cumuli informi di macerie, di spettri di palazzi corrosi dall'interno e anneriti dal fuoco ".
(Da: "Napoli, settembre 1943, di Aldo de Jaco; Vittorio Pironti Editore; dicembre 1998)

Il mitico bar "Di Rosa" fa parte della storia della nostra città, specialmente durante la II guerra mondiale. Aperto negli anni '30 e chiuso nel 1989. Era ubicato in via Roma n. 6 (ex 18) e con ingresso in via V. Veneto n.1. Aveva un salone interno di circa 80 mq, con sala biliardo (con tavoli di biliardo, della ditta Rutigliani di Bari), e gioco di carte e bigliardini. Prima di questa apertura, v'erano altri locali (bar-gelateria) in via G. Beneduce ("'u largo 'i san Giuseppe") e in via Cappuccini-Abolitomonte. Il bar prende il nome da Maria Di Rosa (commerciante), coniugata con Aniello Di Matteo, combattente nella grande guerra 1915-18, emigrato in America (New York) e capo meccanico in una fabbrica di cellulosa a San Giovanni a Teduccio. Collaborerà nella gestione dell'esercizio commerciale il figlio unico Paolo ("Paoluccio", classe 1933), che riserva alcuni ricordi dell'ultimo periodo bellico, relativo alla permanenza dei soldati tedeschi e degli alleati, poi. in particolare gli Inglesi Nel 42-43 i militari Tedeschi, grazie all'alleanza italo-germanica, si trovavano a Torre, erano frequentatori del bar, bevevano birra italiana: la Peroni che veniva rifornita dalla Ditta S.re Manzo di T/Annunziata.
Ufficiali e truppe si comportavano con cordialità e normalità con la popolazione locale.
Tutto filava "liscio...; invece con la caduta del fascismo (25 luglio 1943) e la "debacle" dell'Armistizio (8 settembre 1943) le cose cambiarono. Poi i rastrellamenti in città... I teutonici entrarono nei locali del bar in cerca di giovani e uomini da inviare nei campi di lavoro nei territori del Terzo Reich; non trovarono quello che cercavano; erano ben nascosti in grotte e pozzi con "piscine". Per le strade attigue al bar furono presi diversi sventurati e portati su camion, fermi in P.zza S. Croce e Piazza L. Palomba. Si rimembrano alcuni bombardamenti aerei sulla nostra città: quello del 25 aprile 1943 alle ore tre di notte in via Purgatorio, ecc. e del 13 settembre 1943 al C/so V. Emanuele, dalla villa comunale, alla chiesa di S. Mana del Popolo (con ospedale annesso). Poi ci fu un aereo tedesco abbattuto in Via V. Veneto (ex palestra G.I.L.) verso le 10. Grande paura nel bar "Di Rosa" che rimase aperto, ma nessuno vi entrò. Era l'anno 1944. Dopo la ritirata dei Tedeschi verso Cassino (linea "Gustav"), il primo ottobre '43
entrarono in città le preponderanti forze alleate, dirette a Napoli, ove la folla lanciava il suo grido incessante "Libertà, libertà, per ognuno."
La gente era pazza di gioia e salutava i "Tommyes e i Cimmyes": i ragazzi della libertà... Dopo le paure, si cominciò a vivere un po' meglio. Nella scuola elementare di Via V. Veneto (poi "Giovanni Mazza") si stabilirono gli Inglesi della RAF, sigla di Royal Air Force (regia forza dell'aria), nome dell'aviazione militare della Gran Bretagna, e di fronte c'era la "MP" (Military Police"), cui collaborava per l'ordine pubblico in città, il M/llo Rizzo dei Regii Carabinieri. I soldati di Sua Maestà frequentavano il caffè "Di Rosa", bevendo un po' di tutto: cognac "Stock", vermuth (vino passito proveniente dalla Sicilia via ferrovia), marsala, birra Peroni, aranciata "San Pellegrino", gassosa, the e acqua frizzante col sifò... Per il ghiaccio ci pensava Paolo che andava a prenderlo (in bacchette) alla ghiacciera della ditta Mainiero. Si instaurarono buoni rapporti anche perché don Aniello (il padre di Paolo) parlava un po' d'inglese e non mancarono alcune scatolette, cioccolata, pane bianco, beef, ecc... Nacque anche il mercato nero, sigarette di contrabbando, assalti al camion per esigenze di sopravvivenza... Il locale di ristoro "Di Rosa" osservava i seguenti orari. Dalla mattina fino alle ore 16 per i Torresi ed Italiani, dalle 16 fino alla chiusura (ore 23) per gli Inglesi, mentre pochi erano gli americani.
Al comune si stabilì, per i primi tempi un colonnello Inglese, in attesa della nomina del primo sindaco post bellico che fu il dr. Francesco Brancaccio, eletto nel 1944. Nacquero le prime sale da ballo al 2°vico Trotti, in Via G. Marconi, in Via Tironcelli (vicino la chiesa di S. Antonio Brancaccio) ed altrove. La gente voleva divertirsi e dimenticare le "laideurs" della guerra, che purtroppo proseguiva al centro-nord. Riportiamo a tal proposito, uno stralcio dal libro "Il sangue dei vinti" di Gianpaolo Pansa; novembre 2003: "Si ballava dappertutto, al chiuso e all'aperto. Trionfava un ritmo nuovo: il boogie-woogie. I più bravi a ballarlo erano gli americani neri della

LE FOTO: PAOLO Dl MATTEO, CON LA MADRE MARIA Dl ROSA ED IL PADRE ANIELLO; ANNI '50; IL BAR "DI ROSA" DA VIA ROMA N. 16 (EX 18); ANNI '70; RECLAME DEL BAR "DI ROSA" DA"TURRISUPER" MAGGIO 1970; "SONO ARRIVATI GLI AMERICANI" IL BENVENUTO DELLA CITTA' Dl NAPOLI (DA: NAPOLI SETTEMBRE 1943); LA PRIMA PATTUGLIA Dl INGLESI IN P.ZZA MUNICIPIO A NAPOLI (DA: NAPOLI, SETTEMBRE 1943).

Divisione "Buffalo", che mangiavano la mortadella confezionata a cubi, roba mai vista. Ma noi contavamo sulle ragazze della città. Volteggiando al ritmo di boogie-woogie, mostravano le cosce e le caste mutandine bianche". In seguito nel marzo del '44 ci fu l'eruzione del Vesuvio.
I torresi fedeli e religiosi portarono la statua dell'Immacolata nei pressi dell'attuale "F. Bottazzi" in via G Marconi per fermare la lava che stava minacciando un tratto periferico della città. La lava fermò la sua incandescente corsa poco prima dell'ex ristorante "La Siesta" in Ercolano. Gli inglesi fotografarono l'evento, come per dire "Ricordi di Napoli". Dopo la chiusura del bar, unitamente a "Purpettone", "Filippello", A. Collaro d'altri (tutti centri per tifosi della Turris), si aprì la sede della Banca Commerciale, poi "Benetton" ed attualmente "Terranova" abbigliamento. Durante la permanenza degli alleati a Torre, gli americani che frequentavano altre zone, misero sui muri delle scritte del tipo: Out of Bounds (zona vietata) che vietavano l'ingresso a vicoli e vicoletti...
Era anche il tempo delle "signorine fick fick...".
Il 2-06-1946 ci fu il referendum istituzionale monarchia o repubblica, in cui l'Italia assunse, definitivamente, la forma repubblicana parlamentare. Paolo che aveva 13 anni portava il caffè alla gente in fila nei seggi elettorali della scuola di via V. Veneto. Ringraziamo di vero cuore il caro "Pauluccio" che continuò l'attività dei diletti genitori, con l'ausilio dei suoi familiari, portando con orgoglio il marchio "Di Rosa" nel tempo, fino alla chiusura dei suoi battenti. Egli ha fatto anche l'autista in proprio, con numerosi viaggi di andata e ritorno nel porto di Napoli per i tanti marittimi torresi. Altri scatti fotografici, altri percorsi, altri cammini e altri tempi.
Quella vita, intrisa di storie e leggende, rappresenta uno spaccato sociale che non deve essere dimenticato. . .