COME E’ NATA L’IDEA DEL CD
TORRE
e conseguentemente di questo
sito?
In una sera di amarezza, quando un vecchio marittimo mi
sparò a bruciapelo due proverbi torresi che ignoravo: ”Turrise,
genovise e punzise, uno per’ ogni paise.”, ”A fa’ bene nun sta
bene, a fa male nun c’e male.”. Potrei azzardare che noi torresi
diamo l’impressione di individui con un quotidiano desiderio di
rivalsa per torti, come dire, immaginari, ricevuti da tutti e da
nessuno.
Questo senso competitivo, però, ci induce a fare, ci rende creativi,
produttivi, individualmente siamo talvolta dei geni, primi nel mondo, ma
messi assieme perdiamo potere trincerandoci dietro l’autarchia e
talvolta la tesaurizzazione. Nei templi, ad esempio, preghiamo
intensamente; contriti, ma per noi e con noi. Il ”mio” Dio lo
abbiamo inventato a Torre. Emendiamo la religione come nessuno al mondo.
Siamo i più grandi conciliatori di difetti e virtù, anche essendo
cattolicissimi; retaggio di una cultura umanistica di stampo
francescano. Come marittimi abbiamo raccolto nel mondo tutti i pregi e
tutti i difetti del globo. Quali marittimi, forse abbiamo mancato con l’incostante
nostra figura di padre e con il pizzico di matriarcato che ne consegue?
Questa seconda fatica elettronica vuol essere una goccia nell’oceano
come quella famosa di Madre Teresa; lavoro non facile, credetemi,
eseguito per mesi, spesso di notte per conciliarlo con la mia attività
quotidiana di tipografo. Tutto perché amo la mia città, i miei torresi
anche così come siamo e non ci cambierei. Se dovessi
rinascere pregherei il Signore di rivenire alla luce qui, per, qui,
gioire, soffrire e morire.
GLI ARGOMENTI
Gli argomenti che ho trattai nel CD realizzato
chiaramente con tecniche multimediali che non subiscono i limiti Web
sono relativi ad una Torre del Greco quasi scomparsa che i giovani non
solo non conoscono, ma che non si sentono stimolati a conoscere, perché
è lontana anni luce dal loro clichè epocale, dal modello sociale degli
odierni mass-media. Non perché i giovani torresi d’oggi non abbiano
sentimento, anzi, quello ce l’hanno più degli anziani ed è
autentico, anche se compromesso dall’ipocrisia epocale e spesso
precluso da drenaggi catarsici. Oggi è tutto facile e scontato. Diciamo
liberamente che il sentimento dei giovani del dopoguerra era sempre un
ibrido di cuore e sesso, ”grazie” alle repressioni e al bigottismo
di un tempo. Allora il ”drenaggio” agognato era fisiologico in
maniera prioritaria, comunque mai dissociato dal sentimento. Ma quello
che mi sconcerta è che i giovani non sono nemmeno più stimolati dalla
curiosità. Sarà perché in questo lavoro l’ho troppo buttata sul
culturale che oggi vale a dire noia.
LE FESTE
Chi può stimolare, ad esempio, la festa della Croce e dei
Santi di Torre del Greco, se non gli ”anta” che l’hanno vissuta.
Fu soppressa negli anni 50. Secondo me la Festa rappresenta la soglia
tra la vecchia Torre del Greco buona, amorevole, romantica e quella, per
così dire, pragmatizzata, tecnicistica (per non dire altro) dei giorni
nostri. La nostra città riconquisterebbe i vecchi splendori solo se una
mattina, svegliandoci, al posto delle migliaia di automobili lungo le
strade rivedremmo le numerose statue dei Santi che a maggio invadevano
le strade; l’unico inquinamento era l’alito umano. Inoltre è
trattata ampiamente la più importante festa di Torre del Greco, quella
dei Quattro Altari, nata come celebrazione dell’Eucarestia. Essa trae
infatti origine dalla solennità del Corpus Domini. Come la Festa dei
Santi nel CD questa sezione è ricca di foto e letture. Non manca la
Festa dell’Immacolata. L’8 Dicembre del 1861 una terribile eruzione
vesuviana sconvolse Torre del Greco. Gli storici raccontano che i
torresi si rivolsero all’Immacolata facendole voto di portare la sua
immagine in processione su un carro trionfale. I testimoni sono concordi
nel dire che la lava si arrestò prodigiosamente. Vi sono in questa
sezione le foto di tutti i carri sin dal primo, costruito nel 1862.
Conclude la sezione ”feste” la venuta del Papa a Torre.
LE LETTURE
Anche se questo sito NON fa informazione, politica e
giornalismo, troverete centinaia di letture, tratte da libri o notiziari
del passato, anche perché il testo occupa poco spazio nel Web. Per
conoscere l'attualità e la cronaca ci sono i giornali e questo sito non
lo è perché è un archivio antologico. SE VI E' DIFFICILE
LEGGERE A VIDEO POTETE SALVARE IL TESTO E INGRANDIRLO O STAMPARLO. Negli
anni settanta con Franco Penza, ventenni e col fuoco del Vesuvio diritto
sotto al culo, pubblicavamo ora ”Il penzatore”, ora l’Infinito”,
piccole testate con una caratteristica rara, quella di non essere ”legate”
a nessuno. Pur nati a Torre, i nostri cognomi Penza e Mari, dimostrano l’assenza
di legami torresi di casta o affiliazioni politiche o d’altro genere.
Eravamo scalzi liberi, ”scapigliati” e pieni d’entusiasmo, illusi
di poter donchisciottescamente mutare l’animo dei volponi detentori
del potere. Questo ci consentiva di gustare la liberta sparando a zero
con la satira. Quello che mi fa male, pero, è che negli articoli dell’epoca,
che ripropongo nel CD con deliziosi sottofondi musicali, non fu
interpretata l’arguzia, l’ironia, la satira, insomma la maschera che
celava un grande desiderio di mutare le brutture caratteriali locali ed
epocali in genere, anche se i testi sono un po’ generalizzanti e
gonfiati, iperbolici, ampollosi per un fatto estetico, con uno stile
volutamente logorroico, ripetitivo, ambiguo, ma come fatto d’arte. Se
ne vedeva solo e nient’altro che denigrazione, anticampanilismo. Nulla
del grande amore per la nostra città e per i nostri torresi che ci
scoppiava nel cuore.
NARRATIVA
Altre letture sottolineano i moduli edonistici
consolidati a Torre, che fanno leva sulla ”grancassa” legata al
modello sociale planetario di benessere illusorio, attraverso espedienti
come il risparmio ottenuto coi prodotti di serie, o l'adescamento dei
supermercati, numerosi a Torre, che eliminano perdite di tempo
"prezioso", utilizzato, poi, per i giorni di lotta, atta a
procurarsi altro danaro, e ancora risparmiare al solo scopo di
rispendere con la conseguente perdita dei sostegni psichici (alias
"valori di una volta") panacea per il vecchio insoluto
esistenziale: la caducità umana con probabile assenza salvifica
post-mortale. Altre letture si chiedono dov’e finito il vociare
logorroico, nelle due piazzette torresi, delle sode e belle massaie,
ignare dell’ossessione di scippi od estorsioni; e il gesticolare delle
ragazze, chissà perché, sempre copiose di forme. Haimé, oggi i tepidi
soli primaverili diventavano dardi infuocati dal ”buco termico” ; il
contatto epidermico sulle rocce vesuviane sparse nella città non
risente più dell’antico, soave tepore. Il cavalleresco, l’eroico,
il romantico del corteggiamento si tramuta in foggia di stampo
psicanalitico. Le fresche, candide fantasie adolescenziali si
contorcono, prendono forma dottrinale, da barbassoro.
I PERSONAGGI CARATTERISTICI
In questa sezione compaiono foto e notizie
dei personaggi torresi autentici. Mi ha ispirato Vittorio Vitiello.
(vedi sezione personaggi) Egli è uno che quando si emoziona mostra il
braccio con i peli rizzati. Sta sempre con quel braccio pronto quando
naviga nel CD e gli brillano i lucciconi. Mi ha fornito, tra l’altro,
le foto della festa dei Santi. Vittorio è senz’altro un autentico
rappresentante di quella Torre che non c’è piu.
Egli riprende il carro dell’Immacolata come nemmeno la RAI sa fare. In
mano non regge la macchina da presa, ma il suo terzo occhio. Col suo
giocattolone da ripresa immortala ogni ”azione” della sua città,
senza luci, senza ciak, per gridare a tutti: questo l’ho fatto io,
vedete, questa è la mia città, quella che ho avuta nel cuore pure
quand’ero sugli oceani, per lunghi mesi. Chi non comprende questi
personaggi genuini, candidi (come Vittorio con la sua ”vocazione”)
ignora i valori umani e sociali della vecchia Torre del Greco, vive in
una dimensione troppo adulta e bivacca nel moderno contesto di una
città contenitore.
LO SPORT
La sezione sport riporta gli appunti di storia della Turris
tratti liberamente e per cortese concessione dell’autore dal libro:
”La Turris 1944/1994”, cinquant’anni di calcio a Torre del Greco
di Giuseppe Picciano. Il seguito è a cura di Antonio Abbagnano.
Chiaramente non mancano le foto antiche della squadra. Vi sono tutte le
dirigenze e le formazioni. Testo utilissimo per le ricerche. Infatti
tutti i testi e le foto riguardanti Torre sono stampabili, anche se di
basso peso per motivi Web. E' chiaro che il materiale del CD è a pieno
formato e consente maggiori utilizzi. Le foto ad esempio si possono
stampare in formato A4 e superiori.
IL TEATRO
Volutamente non vi è una cronologia ben precisa, né
una settorialità nell’esposizione delle immagini di scena perché il
teatro è uno, e non ha tempo, e cioè un apografo della vita, ed i suoi
attori sono seminati nel tempo, senza epoca, né una propria identità,
perché il teatro è il popolo, l’attore e solo il suo degno tramite.
E’ stato ampiamente ricordato il compianto Lucio Beffi, col suo ”terrazzo
saraceno con la pancia di pece nera”. Il covo della sua infanzia. E
Lucio lì nutriva la sua fantasia di artista perché aveva solo due
alternative: riscendere giù tra convenzioni, compromessi e dolori della
sua terra oppure sublimare i suoi ideali spiccando il volo verso il
cielo infinito. Da qui si dipana una vita spesa per 1’arte nel
tentativo di imparare a volare, cioè spiccare un salto verso la
libertà. Ogni sua ascesa, ogni successo era un battito d’ali, era una
speranza in più per il suo popolo, così allegro, così geniale ma
spesso così sfortunato.
Inoltre Elio Polimeno recentemente scomparso. Nell’80 comparve sull’uscio
della mia tipografia di Via Purgatorio, e con quel tono stentoreo, ma in
quel torrese esasperato disse: ”Hai fatto nu libbero ’i fotografia r”a
Torre e proprio a mme nun m’attocca?”. Addio Elio, spero di
rivederti, un giorno, capisci a mme, e ti porterò questo CD, la nostra
Torre, perché t’attocca.
E centinaia di filodrammatici. Io sono certo che se il Signore, al posto
di Abramo, avesse scelto Gianni Pernice per la fatidica prova egli mai
avrebbe ucciso o tradito il teatro; ma quello che è sorprendente: il
Grande Vecchio, l’avrebbe perdonato. Avreste dovuto vederlo, nel mio
studio, totalmente rapito dall’esecuzione dimostrativa del settore
teatro del CD Torre, bastava guardare Gianni in viso. La sua non era
più una fronte, ma un sipario, i suoi occhi due fari puntati sulle
tavole, la sua bocca la botola del suggeritore, le sue orecchie le
quinte. Era egli stesso la materializzazione di una ”missione” d’arte
durata sessant’anni.
L’ARTE DEL CORALLO
Torre del Greco pullula di artisti. Poeti,
scrittori, ma soprattutto pittori. La nostra terra ha antichissime
tradizioni culturali, tutta la Campania rigurgita di Arte e cultura.
Certo Torre non ci ha dato Michelangeli o Raffaelli, ma ancora ci da gli
artisti del corallo primi nel mondo, in assoluto. Vi è la storia dell’Istituto
d’Arte con numerose immagini di opere in corallo, cammeo, madreperla,
ecc., e foto d’epoca.
STORIA DI TORRE
Una storia di Torre del Greco a partire dai greci, che
vuol essere quasi un incentivo per approfondimenti maggiori da farsi con
i testi citati nella sezione Letteratura della pubblicazione
elettronica. Libri scritti da nostri illustri concittadini, di cui
abbiamo fatto tesoro per queste ricerche. Auguriamo un futuro migliore a
questa antica, meravigliosa, quanto martoriata città, posta su una
delle coste più belle del mondo.
LETTERATURA
Torre del Greco vanta una vasta tradizione
letteraria. Abbiamo introdotto in questo sito le opere torresi
più significative, integrali o riassunte.
Vedi pure la pagina BIBLIOGRAFIA nella sezione CULTURA i titoli di molti
libri che citano Torre del Greco o che ne riportano notizie. Essi
sono centinaia; tratto solo quelli scritti per Torre e su Torre.
CONCLUSIONE
Quando pubblicai i libri "Da Magonza a Torre del
Greco" e "Torre antica come messaggio d'amore" un solo
torrese venne in tipografia e, abbracciandomi, mi disse: sei un poeta.
Dopo l'esperienza giornalistica degli anni 70, dove tutta la fatica
letteraria veniva premiata con il dileggio per qualche refuso o una
svista ortografica, non mi aspettavo un apprezzamento tale, e
soprattutto da un addetto ai lavori. A Torre non è sufficiente il
"nemo propheta in patria", se crei qualcosa di valido, di
efficace vieni isolato, tenuto a bada, come se il fatto d'arte fosse
monogamico, monopolistico. Ma quello che mi stupì di più fu
l'appellativo "poeta" per libri: l'uno ibrido con l'ossatura
tecnicistica, con saggistica e narrativa; e l'altro a priorità
iconografica. Una cosa è conoscere, ma l'altra è prendere la
consapevolezza che la poesia non è solo nei versi. Questa volta lo dico
io, anche se non dovrei, credete, in queste iniziative elettroniche la
pregnanza poetica è prioritaria, forse non di primo acchito, un po'
come accade con la musica immortale, ascoltata la terza volta te ne
innamori. Il merito non è mio, è di tutti i torresi, con i loro volti
nelle foto d'anteguerra, le loro strade, il loro porto, le loro
tradizioni, il loro folklore. E' la città che ha sprigionato arte, e
né l'una e né l'altra sono mie, sono di noi tutti. Tel.
081-0010771-081-8824253.
gigiomari@libero.it
Luigi Mari
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