LE FESTE DEL DOPOGUERRA


La torre del Greco
cromosomica

di
Giovanni Ruotolo

"Sono io la Napoli di cui raconto e altre non ne conosco perché solo di me so qualcosa se lo so..."
               
  Giuseppe Marotta

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Il nuotatore

Di nuovo in piscina. Sono anni che ci viene. L’avra’ percorsa ,nella sua lunghezza, migliaia di volte, avanti ed indietro, quasi come un mantra, fino a stordirsi. Sono quindici anni che ci viene ed ogni volta e’ un sfida, contro se stesso ed contro il tempo che invecchia. Guarda l’acqua e gia’,con un fremito, immagina i brividi che sentira’ tuffandosi . Ma e’ un attimo. Subito, con vigore, immerge le braccia, prima una e poi l’altra, in un ritmo crescente. E’cosi’ la sua mente si libera, quasi non avverte piu’ il corpo, che scivola leggero e sembra come non appartenergli. E’ strano come nuotando, in tutti quegli anni, lui abbia ripercorso tutta la sua vita.
Mentre gira con una capriola perfetta rivede le figlie ancora bambine e con amarezza scopre che esse,quelle bambine, non ci sono piu’. Sono donne oramai, e una nostalgia atroce gli serra le mascelle. In effetti quelle bambine per le quali stravedeva sono scomparse. Sto impazzendo, gli viene da pensare, mentre conta la decima vasca gia’ percorsa. Ecco lui, da ragazzo, sveglia all’alba, per andare, senza uno straccio di colazione, a scuola. In quel periodo frequentava l’istituto tecnico a Bagnoli. Digiuno, tornava a casa all’imbrunire e spesso,in una casa vuota, ad attenderlo un piatto di pasta al pomodoro freddo sormontato da qualche polpetta. Ma la domenica, come in un convivio, tutti assieme a tavola. E poi certi pranzi, il pollo alla diavola, le fettuccine alla genovese, ma il massimo un enorme calamaro ripieno immerso nel sugo di pomodoro. Sente freddo, e’ gia’ un’ora che sta in acqua, senza fermarsi neanche un attimo. Altre due vasche ed ha finito. Avverte cosi’ il sapore del suo primo bacio. Era una ragazzetta magra come un chiodo ma carina. L’ha rivista pochi giorni fa, sicuro che lei di quell’attimo non serbera’ piu’ alcun ricordo. Ecco ha finito,esce fuori, non e’ stanco. Guarda dall’alto l’acqua. In appena quaranta vasche, giusto un chilometro, ha ripercorso anni della sua vita. C
he strano pero'!
 

Il tram

Stupidi a non averci pensato! Si diceva,una volta, la fantasia al Potere. Ebbene niente! Neanche un lieve librarsi nell’aria,un tocco di fantasia,un po’,che dico,un minimo d’ inventiva. Di che sto parlando? Del tram,diamine! Ci voleva tanto,in fase di restyling del centro storico,concertare con chi di dovere,per ripristinare ,appunto,Il tram a Torre. C’e ’poco da ridere, esso non e’ un mostro preistorico. E’ presente nelle citta’ piu’ moderne, e gia’ sferragliava per le nostre strade nella prima meta’ del secolo scorso. Pensateci,sarebbe stato l’uovo di colombo. Che liberazione,non prendere piu’ l’auto in citta’. Con il tram essa non sarebbe piu’ stata indispensabile. Sarebbe bastato creare dei parcheggi d’interscambio nella prima periferia…e via in centro.
Ed invece abbiamo ad amministrarci delle mezze calzette ,la cui perspicacia non va al di la’ del loro naso. Badate bene, essi comunque sono espressione della citta’. Diciamo che e’ il meglio che siamo riusciti ad ottenere.

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E quindi cio’ dimostra che noi tutti siamo messi,in quanto a capacita’ critica,alquanto maluccio.
Quindi,alla fin fine ci teniamo quei cazzo di obelischi,l’orrido CrIsto sul porto e tutto il becerume che ci circonda.

Mia sorella Anna

Stamane,correndo, ho iniziato a pensare a mia sorella. Mia sorella Anna. Lei e’ piu’ piccola di me di pochi anni. La si vede piccola in questa foto,unica femmina in mezzo a tre fratelli,tra cui io. Ha l’aria,in questa vecchia immagine,un po’ spaurita come d un pulcino bagnato. Da piccola,forse intorno ai tre o quattro anni stette malissimo,quasi in procinto di morire. Tale fu lo scoramento e la paura di perdere la bambina che mia madre ,ed anche mia nonna, si rivolsero alla Madonna del Carmine chiedendole la grazia di salvarla. Non so come fu ,ma la richiesta fu esaudita. Mia madre ,come ringraziamento per il “ miracolo”, chiamo mio fratello,che nacque di li’ a pochi anni, Carmine,cosi’ come la Madonna. La bambina crebbe e divenne una bella ragazza,non alta,ma armoniosa,dai capelli neri, con insoliti riflessi blu, e la pelle ambrata.
La ricordo,appena adolescente,vestita con colori vivaci ,per strada, dove non passava certamente inosservata .Un’altra scena mi torna in mente: noi due,bambini,che nella bella,allora,piazza Santa Croce ,mangiavamo la pizza sui gradini del sagrato della chiesa.
Di lei si innamoro’ il mio attuale cognato , Peppe. Stava,nelle belle serate estive,ore sotto il nostro balcone sperando che lei si affacciasse. Fu un bell’amore. A meta’ degli anni settanta, ormai abitavamo in via Cesare Battisti,una sera, vennero a casa nostra i genitori di mio cognato,il noto pittore Antonio Madonna con la moglie Maria per stabilire la data delle nozze
Si sposarono,quindi , e, stranamente, ho pochi ricordi di quel felice evento.
Di li' a poco sarebbe nata la mia bellissima nipote Marina.
La sua mancanza si rese subito evidente. Dovete sapere che,quando stava a casa, era lei la cuoca in famiglia (e che cuoca!), essendo mia madre impegnata a condurre il negozio di via Liberta’ ( Piripi’)
Cucinava benissimo,e tuttora e’ una braca cuoca. Conosceva i miei gusti e pertanto mi preparava,tra le altre prelibatezze,certi piatti ricolmi di pasta alla carbonara o di riso al pomodoro fresco. Che bonta’!
Dice Tolstoj : Tutte le famiglie felici lo sono allo stesso modo……. E la sua e’ veramente una famiglia cosi’ felice. Tre bei figli,due femmine ed un maschio, ai quali sono particolarmente legato,e cosi’ anche le mie figlie.
Attualmente e’ un po’ ingrassata, diciamo florida come lo sono le donne nei quadri di Rubens. E’ ancora bella. Una donna dal forte carattere ma,anche, di una profonda sensibilita’.E’ lei che,principalmente,si prende cura dei miei anziani genitori,con pazienza ed abnegazione.
Proprio,ieri sera,parlando, mi ha accarezzato il viso…come una mamma,ha detto….. Questa e’ mia sorella Anna.